Piede diabetico: come evitare l’amputazione di più dita del piede?
Il padre di Paola, affetto da diabete, ha recentemente subito l’amputazione di alluce destro e metatarso. La patologia del piede diabetico fa sì che la ferita aperta fatichi a chiudersi, tanto che l’équipe medica ospedaliera ha proposto l’amputazione del secondo dito del piede.
Nella speranza di poter evitare una seconda operazione, ci ha scritto per chiedere chiarimenti:
Buonasera dottore, una settimana fa mio padre ha subito l’amputazione dell’alluce destro e del metatarso. Essendo diabetico la ferita post operatoria non si chiude e ci hanno proposto l’amputazione del secondo dito.
Secondo lei è necessaria una seconda operazione o dovremmo valutare l’eventualità di cambiare struttura nonostante l’intervento sia avvenuto presso l’ospedale di Mondovì (CN)? Sarebbe possibile a questo punto consultare altri medici?
Quali metodi esistono per favorire la sutura?
In attesa di una Sua risposta, La ringrazio e Le auguro una buona serata.
Cordiali saluti.
Paola Mondino
Qui sotto, la risposta della nostra coordinatrice infermieristica Klarida. Per ulteriori approfondimenti sui percorsi di cura dedicati alle ferite difficili, clicca qui:
Per approfondire leggi questi articoli:
Klarida Hoxha
Cara Paola,
mi dispiace per questa situazione. Il diabete e le sue complicanze incidono profondamente sulla qualità di vita del papà e di tutta la famiglia che lo sostiene.
Non conoscendo la realtà in cui ora suo papà si sta curando cercherò di spiegare quello che facciamo al Centro iperbarico di Ravenna.
Prima di pensare all’amputazione del secondo dito ci sono alcuni accertamenti da fare e le spiego cosa rileviamo nella visita iniziale.
Innanzitutto suo papà dovrebbe controllare quanto sangue arriva al piede tramite:
– doppler velocimetria per valutare l’Ankle Brachial Index (ABI) che indica quanto sangue arriva alla caviglia (Ankle) rispetto al polso (Brachial). Il valore normale deve essere superiore al 45% (0,45);
– ossimetria transcutanea, uno strumento che misura (in maniera indolore) il valore della tensione di ossigeno che deve essere superiore almeno a 20 millimetri di mercurio (mmHg) durante respirazione in aria; oppure maggiore di 20 e 200 mmHg rispettivamente durante respirazione in ossigeno a pressione ambiente o durante ossigenoterapia iperbarica;
– LaserDopplerFlussimetria che permette di valutare sia la circolazione del sangue al piede e anche il successo della terapia iperbarica: Toe Brachial Index (TBI, valore accettabile maggiore di 0,2) e Indice di Reazione PostOcclusiva che la presenza di eventuale neuropatia periferica (test del Riscaldamento e test di Variazione Posturale).
All’atto della prima visita è importante consegnare anche il referto di un ecocolordoppler artero-venoso degli arti inferiori recente e i seguenti esami ematici eseguiti nei sei mesi precedenti: emocromo con formula e piastrine, aptoglobina, protidemia totale, sideremia, creatininemia, GPT, emoglobina glicosilata, glicemia, esame delle urine, microalbuminuria, colesterolo totale, colesterolo HDL, trigliceridi, uricemia, VES, PCR, fibrinogeno, PT, PTT, INR, proteina S, omocisteina.
La terapia appropriata prevede il ripristino della circolazione, il controllo del diabete (la glicemia deve essere costante e l’emoglobina glicata tra il 4,9 e il 6,3%), la pulizia chirurgica di eventuali focali di infezione (solo quando si sia certi che la circolazione del sangue nella gamba sia sufficiente). Se vi è una persistenza dell’ischemia p necessario, noi collaboriamo con il Prof. Luca Dalla Paola (Responsabile Unità Operativa per il trattamento del piede diabetico presso la struttura accreditata e certificata Maria Cecilia Hospital GVM Care & Research) per valutare l’opportunità di portare più sangue alla gamba e al piede tramite una rivascolarizzazione chirurgica.
A questo è da associare l’ossigenoterapia iperbarica, previa somministrazione di bioarginina. L’arginina (un aminoacido che è presente anche nel cibo) unita all’ossigeno innesca la sintesi del monossido di azoto (NO) che stimola la formazione di nuovi vasi sanguigni (anche reclutando dal midollo le cellule staminali – cellule indifferenziate che possono diventare vasi sanguigni). Inoltre è importante per controllare l’ infezione e ridurre l’ infiammazione.
Per quanto riguarda la decisione sul luogo di cura, è vostro diritto scegliere il migliore per tuo papà. Se c’ è qualcosa che possiamo fare rimaniamo a disposizione e se necessita di una visita per il papà la invito a contattare la segreteria al numero 0544/500152.
Un caro saluto, Klarida
Marilena
Buonasera,
mio padre ha subito,causa piede ischemico,dopo l’apertura con successo della vena otturata,una amputazione dapprima digitale(tutte e 5 le dita)poi visto che la ferita non guariva e c’erano ancora dei tessuti necrotici ha subito una ulteriore amputazione questa volta dell’avanpiede.A oggi ha una parte della ferita che è aposto e una parte che invece è cianotica che i medici lasciano aperta perchè spurghi.Lui è tuttora ricoverato al S.Orsola di Bologna nel reparto di chirurgia vascolare in osservazione.
Il ricorso alla terapia iperbarica può essere di aiuto per una eventuale guarigione?L’alternativa,mi hanno detto i medici è l’amputazione del piede,che vorremmo evitare.
Grazie mille.
Il Centro Iperbarico di Ravenna si impegna a proteggere e rispettare la privacy degli utenti: le informazioni personali raccolte vengono utilizzate solo per amministrare gli account e fornire i prodotti e servizi richiesti. Gli utenti potrebbero essere contattati con suggerimenti su prodotti, servizi o altri contenuti che a nostro giudizio potrebbero essere di loro interesse.
Puoi annullare l'iscrizione a queste comunicazioni in qualsiasi momento. Per ulteriori informazioni su come eseguire questa operazione, consulta le nostre normative sulla privacy e altre indicazioni su protezione e rispetto della privacy, leggi la nostra Informativa sulla privacy.