Una stella della boxe al Centro Iperbarico di Ravenna
Si allunga la lista degli sportivi in cura al Centro Iperbarico di Ravenna: Orlando Fiordigiglio, 33 anni, 1 metro e 79 di muscoli, ha scelto il nostro Centro per intraprendere un percorso di riabilitazione.
Fiordiglio, quarto posto nella classifica mondiale, originario di Arezzo, si allena a Ravenna e ha deciso di rivolgersi al nostro Centro, per poter continuare la sua brillante carriera sportiva.
Il tuo percorso qui è appena iniziato, che cosa ti ha spinto a rivolgerti al Centro Iperbarico di Ravenna?
Dopo anni di allenamento, ho diverse infiammazioni e piccoli dolori in molte parti del corpo: ho problemi alle articolazioni, alla spalla destra e alla caviglia sinistra. Durante un combattimento qualche mese fa, mi sono rotto il tendine del bicipite e ho deciso che non potevo più andare avanti così. Ho una gara importante alle porte e non posso permettermi di restare fermo e operarmi, ho bisogno di allenarmi e curarmi al tempo stesso. Stringo i denti e vado avanti perché a ottobre devo combattere per un titolo europeo: il mio percorso di riabilitazione qui al Centro ha proprio lo scopo di permettermi di continuare gli allenamenti, senza avere continui dolori. Prima di gare importanti, “siamo spremuti come limoni” e devo riuscire a salire sul ring.
Ovviamente, devo stare molto attento alla scelta di medici e specialisti a cui rivolgermi: mi sono informato molto prima di venire qui al Centro iperbarico di Ravenna, ho fatto ricerche online e ho chiesto informazioni alla segreteria. Mi sono subito sembrati un team efficiente, preparato e soprattutto attento alle esigenze dei pazienti: sono molto soddisfatto della mia scelta, perché sono tutti molto gentili e scrupolosi. Ormai ho raggiunto livelli sportivi molto alti: sarebbe pericoloso non allenarsi adeguatamente e ho bisogno, per questo, di essere seguito da medici preparatissimi.
Il tuo è uno sport difficile e talvolta giudicato negativamente, perché accusato di essere troppo violento…la tua passione per la boxe com’è iniziata?
La mia carriera come pugile è iniziata il 19 aprile 1999 per gioco: avevo provato diversi sport e hobby, tra cui calcio, tennis e addirittura la pesca, ma nessuno mi entusiasmava. La mia vita è cambiata a 14 anni quando sono entrato per la prima volta in una palestra di boxe: la boxe ti chiama, è una vocazione, ai ragazzi che alleno dico sempre che non è un gioco, bisogna sentirsi fortemente motivati. A 15 anni ho debuttato: non è facile quando i tuoi coetanei escono per andare al cinema, ma tu devi stare in casa a riposarti perché il giorno dopo hai un allenamento. Tuttavia, mi sento di dire che questo sport mi ha cambiato: ero un bambino grassottello e impacciato, sono diventato un uomo, in grado di affrontare con grinta i problemi. La boxe mi ha forgiato il carattere, tuttora mi rendo conto che riesco ad affrontare gli ostacoli che la vita mi mette davanti, con più facilità, rispetto a tanti miei coetanei.
Quali sono gli obiettivi che hai raggiunto come pugile? e chi è Orlando nella vita di tutti i giorni?
Ho vinto il titolo italiano, ho difeso tre volte l’Unione Europea, ho vinto il titolo internazionale WBC e quello IBF, che mi permette di stare in quarta posizione a livello mondiale. Nel giugno 2015 ho tentato l’assalto all’ europeo, ma ho avuto un problema durante il combattimento: uno shock ipovolemico alla nona ripresa, che mi ha costretto a mollare. A ottobre ho l’occasione di riprovarci e di conquistare il titolo europeo.
Ma non sono solo un pugile: ho un lavoro, una famiglia e un bimbo di nove mesi. È molto difficile riuscire a coniugare tutte queste cose e i ritmi sono molto serrati: mi alleno circa tre ore e mezzo al giorno ad Arezzo e una o due volte alla settimana vengo a Ravenna dal mio allenatore. Sarebbe più facile, per me, allenarmi e basta, ma il lavoro mi permette di farlo con serenità, senza dover combattere per portare a casa i soldi per la mia famiglia. Il lavoro mi permette di assicurarmi un futuro e di avere una maggiore tranquillità mentale quando salgo sul ring.
Il pugilato ti ha cambiato come persona e ti ha rafforzato: saresti contento se tuo figlio intraprendesse questa carriera?
L’idea che mio figlio intraprenda questo sport un po’ mi spaventa, perché sono molto emotivo. Io alleno, ma non accompagno mai i miei ragazzi sul ring perché sono troppo sentimentale. Molti pensano che il pugilato sia fatto di due persone che si picchiano e basta, ma non è così: c’è una preparazione e un rispetto per l’avversario, che molto spesso non vengono colti, perché i media amano far emergere solo il lato violento. La boxe è lo specchio della vita: se sei codardo e scorretto nella vita lo sei anche sul ring. Io alleno ragazzini, che molto spesso hanno un passato difficile o hanno avuto una vita piena di ostacoli: sono stati abituati a combattere per ottenere tutto ed è nostro compito insegnare loro che occorre combattere solo per ciò che vale la pena ottenere, in palestra hanno modo di sfogarsi, per imparare a non utilizzare la violenza al di fuori di quelle quattro mura. Quando incontro per strada uno dei miei ragazzi che mi ringrazia, mi si allunga di un anno la vita.
Sicuramente questo sport, come tutti quelli a livelli agonistici, comporta sacrificio, ma io posso dire che mi ha aiutato a diventare una persona migliore. Oggi nella boxe l’età si è molto alzata e si può combattere anche fino a 40 anni, grazie a questi Centri così avanzati, come il Centro Iperbarico di Ravenna.
Ringraziamo Fiordigiglio per la sua disponibilità e aspettiamo di vederlo sul ring a ottobre!
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