La NIRS: uno studio del Centro Iperbarico di Ravenna
La Spettroscopia del vicino infrarosso (NIRS, Near Infrared Spectroscopy) è una tecnica diagnostica in tempo reale e non invasiva, che consente di misurare l’ossigenazione tissutale attraverso strumentazioni portatili, relativamente a basso costo. Di recente, è stata annoverata negli “Annals of the New York Academy of Sciences” (Annals of the New York Academy of Sciences 939:101-113;2001) come una delle tecnologie più promettenti della prossima decade nel monitoraggio finalizzato alla neuro-protezione; dato che è in grado di misurare a livello regionale parametri come l’ossigenazione e il flusso ematico tissutale cerebrale (http://www.nirs.unifi.it/index_file/nirs_info.htm).
Nei primi mesi del 2016, il Centro Iperbarico di Ravenna, in collaborazione con Scuola Superiore Sant’Anna e IFC-CNR Pisa, ha iniziato uno studio randomizzato e controllato per dimostrare che l’ossigenoterapia iperbarica è in grado di accelerare e migliorare la guarigione delle ulcere venose croniche. Si tratta del primo studio randomizzato e controllato che valuta l’efficacia dell’OTI sulle ulcere venose croniche CEAP classe 6 (= ulcere dove, oltre la patologia venosa conclamata, sono presenti tutti segni e sintomi locali di una sofferenza venosa, in aggiunta all’ulcerazione in fase attiva).
Abbiamo chiesto al nostro infermiere Jhonny Isaac Campos Gutiérrez, che presso il Centro Iperbarico di Ravenna si è occupato dell’organizzazione del progetto NIRS, di parlarci dello studio effettuato.
Perché è stato realizzato lo studio e cosa si tende dimostrare?
Nel trattamento delle ulcere venose croniche (UV), l’ossigeno terapia iperbarica (OTI) è attualmente utilizzata per ridurre il tempo di guarigione delle ulcere che non rispondono alle cure tradizionali (terapie fisiche come la compressione, medicazioni accurate ecc). L’evidenza clinica dell’efficacia dell’OTI nel trattamento delle ulcere venose è, tuttavia, empirica più che scientificamente provata.
Lo scopo di questo studio è quello di documentare con uno studio randomizzato e controllato che la OTI è in grado di migliorare la guarigione delle ulcere venose croniche e di evidenziare se l’utilizzo di due camere iperbariche al giorno può avere un effetto superiore alla terapia somministrata una volta al giorno, a parità di numero di sedute.
Inoltre, abbiamo voluto testare l’utilità della NIRS, confrontata con l’ossimetria transcutanea, nel valutare le variazioni di saturazione di ossigeno tissutale legate ad una o a multiple sedute di OTI.
Attualmente stiamo utilizzando l’ossimetria transcutanea, che prevede l’uso di anelli adesivi collegati a una sonda che in 20 minuti approssimativamente fornisce una risposta che può essere falsata da edema degli arti, cosa molto comune nei pazienti affetti da ulcera venosa cronica.
Quali tipologie di pazienti sono state valutate?
Sono stati reclutati 81 pazienti fra uomini e donne, seguiti in regime ambulatoriale di età compressa fra 18 e 85 anni, con diagnosi di ulcera venosa cronica con una superficie superiore ai 5cm2 e una ABI (=rapporto tra pressione esistente a livello della caviglia con quella misurata al braccio) uguale o superiore a 0.9.
I pazienti sono stati divisi in tre gruppi, dei quali il gruppo A ha eseguito 2 camere iperbariche al giorno per 15 giorni a 2,5 ATA, il gruppo B 1 camera al giorno per 30 giorni lavorativi a 2,5 ATA. Il gruppo C è il gruppo di controllo che è stato solo medicato e bendato. Per tutti e tre i gruppi il bendaggio utilizzato è stato quello elastocompressivo con solo delle garze inerti, in modo che il risultato atteso non fosse compromesso dall’utilizzo di medicazioni con principi attivi, ma che la differenza avvenisse sulla base del gruppo di appartenenza.
Sono stati esclusi pazienti con patologie concomitanti quali: immunodeficienza, insufficienza cardiaca grave, insufficienza renale, insufficienza epatica, esposizione ossea, tendine o fascia muscolare scoperti, broncopatia cronica ostruttiva, non adattamento all’ambiente iperbarico (disturbi ansiosi, claustrofobia).
Quali sono i benefici della NIRS rispetto agli altri trattamenti?
La NIRS facilita la rilevazione di ossigeno nei tessuti indagati, pertanto può vedere la percentuale di ossigeno nei tessuti con una sola foto in pochi secondi fino a livello del letto della ferita. Questo, se sarà dimostrato dall’elaborazione dei dati registrati presso il nostro Centro, potrà facilitare in maniera significativa l’analisi oggettiva della ferita e di conseguenza facilitare e migliorare il decorso della guarigione rispetto agli strumenti attualmente disponibili.
A fine gennaio 2019 il Centro Iperbarico di Ravenna ha concluso lo studio e ha inviato tutti i dati ricavati ai ricercatori del CNR di Pisa, dipartimento di Bioingegneria, affinché vengano elaborati e valutati.
In attesa di ricevere i risultati, ringraziamo Jhonny Isaac Campos Gutiérrez e lo staff del Centro Iperbarico di Ravenna per il prezioso contributo apportato allo studio.
Per il Centro Iperbarico di Ravenna è molto importante investire nella ricerca: crediamo che contribuire in questo settore sia fondamentale.
Ci auguriamo che il nostro piccolo apporto permetta, in futuro, di migliorare i percorsi di cura di tanti nostri pazienti.
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