I medici di base vanno sensibilizzati sulla terapia iperbarica
Abbiamo intervistato il Dr. Mario Calò, medico di base di Cesena specializzato in medicina del nuoto e delle attività subacquee. Il dottore conosce molto bene i vantaggi della terapia in camera iperbarica e vi ricorre molto spesso anche per gli anziani pazienti della Casa Protetta Don Baronio di Cesena, con la quale collabora da diversi anni.
Dott. Calò, a Cesena i vantaggi e i campi di applicazione della terapia iperbarica sono conosciuti?
Non molto, purtroppo. Forse dipende dal fatto che a Cesena non c’è una camera iperbarica e neppure il Centro Cura Ferite Difficili, ma di fatto molti medici non prescrivono la terapia iperbarica anche quando sarebbe strettamente consigliata. Per questo con la collaborazione del dr. Pasquale Longobardi abbiamo promosso delle iniziative per informare e sensibilizzare i colleghi. A giugno abbiamo organizzato un’incontro a cui hanno partecipato circa 40 medici. A tutti abbiamo fornito, dati, spiegazioni, statistiche e un documento in cui sono elencate le 18 indicazioni per le quali è utile – o indispensabile – prescrivere la camera iperbarica con le relative spiegazioni. È chiaro che tutti sanno che per l’intossicazione da monossido di carbonio bisogna ricorrere alla camera iperbarica ma pochi sanno che sarebbe utile anche per la sordità improvvisa o che la lesione da radionecrosi guarisce completamente con 2 o 3 cicli da 20 sedute. Insomma: i medici hanno ascoltato e apprezzato.
E nel frattempo è cambiato qualcosa?
Assolutamente sì! Sa, deve sapere che Pasquale Longobardi è molto bravo a spiegare, così le informazioni fornite hanno permesso ai medici di capire con molta facilità come procedere. Ad esempio, Pasquale ci ha offerto come standard di riferimento la scheda con la quale vengono valutate le ferite del Centro Cura Ferite Difficili, oltre ad averci spiegato modi e tempi di guarigione. E i dati statistici che ci ha presentato sono stati molto convincenti: abbiamo scoperto che a Ravenna le amputazioni si sono dimezzate, a fronte di dati a dir poco allarmanti per quanto riguarda Cesena.
Ha idea di quanti pazienti di Cesena vengono mandati al Centro Iperbarico di Ravenna?
Non saprei dire, ma sicuramente sono in aumento. Certo, la procedura per l’invio del paziente non è delle più semplici. Bisogna prima verificare con la Ausl che la patologia sia trattabile con la terapia iperbarica e poi fare richiesta al medico specialista ospedaliero che ha il compito di autorizzare l’invio del paziente senza però conoscerne direttamente il caso. Questo è decisamente un po’ critico e c’è da migliorare. Del resto abbiamo un centro di eccellenza in Italia e abbiamo la fortuna di averlo a soli 30 km: sarebbe un peccato non usufruirne al meglio.
Mi racconta la storia di un paziente al quale ha prescritto al camera iperbarica?
Volentieri. Un giorno sostituivo un collega nel suo ambulatorio. Venne un paziente affetto da diabete per fare delle ricette. Aveva una dolorosa ferita al piede e per questo era triste e depresso, convinto che la sua ferita non sarebbe mai guarita. Gli parlai della possibilità di curare la ferita con la terapia in camera iperbarica e lui mi stette ad ascoltare. Rividi poi questo signore per caso da un’altra parte, mi venne incontro e mi disse: “Sa dottore, lei quel giorno mi ha salvato la gamba”. Beh queste cose te le ricordi per tutta la vita.
Ringraziamo il dottor Calò per la disponibilità e ci vediamo presto a Cesena per l’Ulcer day!
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