Operatore Tecnico Subacqueo bloccato nel fango a – 58 metri
Il Centro Iperbarico Ravenna è riferimento internazionale per l’assistenza medica all’attività subacquea industriale. È necessaria un’elevata competenza ed esperienza per risolvere gli incidenti, gestendoli a distanza, con successo e rapidamente. Il dottor Longobardi racconta un episodio appena occorso a Sergio in Camerun.
Racconto di un incidente con assistenza in atto (24.11.12)
Venerdì 23 novembre 2012: siamo nelle acque antistanti un Paese africano, nell’ambito di un cantiere di lavoro subacqueo industriale gestito, con la metodica della saturazione, da una ditta italiana. Sergio, operatore tecnico subacqueo, alla profondità di – 58 metri è uscito dalla campana per ispezionare un tubo di raccordo della linea per il trasporto degli idrocarburi (Pipe Line End Manifold – PLEM). Alla base del PLEM, il piede di Sergio è rimasto bloccato nel fango. Sergio si è girato con il busto per tirare l’ombelicale che lo collegava alla campana (e, quindi, alla superficie). Ha avvertito un dolore improvviso al ginocchio sinistro da strappo o rottura dei legamenti.
Il supervisore del cantiere ha agito correttamente e rapidamente. Su sua disposizione, il secondo subacqueo in campana (tender) lo ha tirato sulla zavorra e poi in campana, recuperando l’ombelicale e utilizzando il paranco di sollevamento. La campana è stata portata in superficie e collegata (clampata) all’impianto di saturazione, dove vivono gli operatori per una ventina di giorni (sempre esposti alla pressione – in questo caso – di circa quaranta metri).
Nel mentre il Diver Medic (Operatore Tecnico Subacqueo abilitato all’assistenza sanitaria in ambiente iperbarico), dopo aver liberato Sergio dall’attrezzatura, ha immobilizzato la gamba sinistra con un tutore.
Contemporaneamente sono stati contattati i medici subacquei di riferimento (dott. Pasquale Longobardi e dott. Paolo Della Torre, operativi presso il Centro iperbarico Ravenna) e la dott.ssa Sandy Wilson (medico a bordo della nave appoggio). Sono stati somministrati antidolorifici, antinfiammatori e antibiotici di protezione. È stata disposta la valutazione ogni sei ore della lesione (misurazione circonferenza gamba e temperatura corporea).
È stata modificata la procedura di decompressione aumentando la pressione parziale dell’ossigeno nell’impianto di decompressione e per accelerare il ritorno alla superficie di Sergio. Poi, è stato predisposto il piano di evacuazione sanitaria (Medivac) per il trasferimento di Sergio in un Centro medico dove sia possibile eseguire Radiografia e Risonanza Magnetica dell’arto inferiore sinistro. Le immagini e il referto saranno inviate direttamente al Centro iperbarico Ravenna dove il medico subacqueo e il fisiatra (dr. Francesco Fontana) decideranno sulle cure del caso e sulla possibilità di eseguirle sul posto o se fosse necessario il trasferimento in Ravenna per il trattamento in ambiente clinico specializzato.
Sergio sarà in superficie domenica 25 novembre e, ne sono certo, il danno sarà riparato al meglio. Indipendentemente dalla descrizione tecnica, immagino il momento nel quale Sergio ha realizzato di essere bloccato nel fango a meno cinquattotto metri di profondità al largo della costa africana, in acque buie e in mezzo a tubi e tralicci. Nonostante lavori nel settore dal 1984, rimane – per me – il fascino per un lavoro eroico, quello dell’Operatore Tecnico Subacqueo, e il desiderio di proteggere la loro salute.
Andrea Aprano
Ho effettuato un’immersione in lago con casco Kirby Morgan ad una quindicina di metri di profondità e mi è rimasta una pinna bloccata nel fango, ho provato un certo sgomento, immagino cosa possa aver provato l’OTS bloccato a 50 mt con un legamento spezzato, onore e rispetto per questa professione eroica e piena di fascino.
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