Incidente da decompressione e linfedema arti superiori: che fare?
Tina, esperta subacquea, è alle prese con problemi di arrossamento, gonfiore e lividi alle braccia a seguito di immersione. Dopo una tripla insorgenza del problema in tre diverse avventure subacquee ci ha contattato per chiedere informazioni su cosa possa trattarsi:
Ciao. È da anni che mi immergo senza avere mai avuto problemi se non gli ultimi due anni.
Il primo episodio di gonfiore, arrossamento, lividi agli arti superiori è avvenuto alle Maldive, dopo la ottava immersione. La guida della barca (Alberto che forse lei conosce, è bolognese) mi fa fare un ciclo di respirazione in ossigeno e il giorno dopo sospendo le immersioni. Rientrata in Italia faccio subito degli esami ematici dove si nota una alterazione dei fattori di coagulazione. Ho pensato che la causa del problema fosse stata la profondità delle immersioni (35 – 38 metri).
Poi si è verificato un secondo episodio durante il viaggio in Arabia (dopo 8 o 9 immersioni). Ho praticato la solita terapia (ossigeno normobarico).
Il terzo episodio si è verificato alle Maldive. In questo caso la mia guida era Giovanni Sibilla che mia fornito i tuoi contatti per chiederti informazioni in merito.
Ti ringrazio, in attesa di un tua risposta ti saluto. Tina
Risponde qui sotto, nei commenti, il nostro Direttore Sanitario Dott. Pasquale Longobardi, laureato in Medicina e Chirurgia con specializzazione in Medicina del Nuoto e delle Attività Subacquee. Per approfondimenti sui nostri servizi legati alla medicina subacquea clicca qui sotto:
Pasquale Longobardi
31/10/2010, 19:04:28
cara Tina, ti ringrazio per l’attenzione e la stima. Giovanni Sibilla è un istruttore molto attento e un caro amico. Ho avuto il piacere di condividere con lui una bella esperienza di lavoro nel villaggio di Kuda Rah (Maldive) e mi piace che, da allora, siamo rimasti in contatto.
E’ verosimile che tu abbia un travaso (shunt) di sangue da destra (sangue venoso) a sinistra (sangue arterioso). La sede del travaso è, prevalentemente, cardiaca o polmonare.
E’ uno stato funzionale, cioè una condizione che si verifica in alcune occasioni (per esempio in seguito a uno sforzo per risalire in barca) e in alcune fasi della vita (a volte tende a peggiorare, altre migliora da sola). Non è una malattia.
Le manifestazioni che hai subito (macchie, gonfiore) sono causate dalle bolle (ci sono sempre dopo un’immersione ma sono più abbondanti dopo immersioni profonde, ripetitive ed eseguite per più giorni) che provocano una infiammazione, specialmente se le condizioni dell’organismo non sono ideali (disidratazione, alcune fasi del ciclo mestruale, eventuali malattie). Lo shunt destro sinistro facilita la reazione infiammatoria per una quantità di bolle che, in una persona senza shunt, sarebbe serenamente smaltita senza danno.
Per capire se hai lo shunt, concorda con la segreteria del Centro iperbarico (0544-500152)per l’esecuzione presso il Centro di un test ossigeno (emogasanalisi durante respirazione di ossigeno ad alto flusso); fatti dare i riferimenti degli specialisti di nostra fiducia per l’esecuzione di ecodoppler transcranico con contrasto sonografico; fai prescrivere dal tuo medico di medicina generale (di famiglia) una scintigrafia polmonare perfusionale con valutazione delle statistiche al cranio e reni (per escludere shunt destro sinistro polmonare).
Visto che segnali un deficit della coagulazione, chiedi, cortesemente, al medico di famiglia che ti prescriva i seguenti esami (stampa questo post): esame delle urine, emocromo con formula e piastrine, aptoglobina, protidemia totale, sideremia, creatininemia, glicemia, GPT, GOT, colesterolo totale, colesterolo HDL, trigliceridi, uricemia, VES, PCR, fibrinogeno,Ig G e IgM anticardiolipina, IgG e IgM anti β2 glicoproteina, lupus anticoagulant, ANA, AMA, ANCA, crioglobulinemia, anticorpi antifosfolipidi, anti ENA, anti DNA, C3, C4, proteina S, antitrombina III, resistenza proteina C attivata, omocisteina, lipoproteina A, Waaler Rose, anti CCP, PTH, CEA, GICA, Ca 125, Ca 15-3, Ca 19-9, markers epatite, fattore reumatoide,PT, PTT, INR.
Ci vedremo quando prenoterai il test ossigeno per la valutazione e la condivisione delle decisioni.
Un caro saluto, Pasquale
Raffaele Fassi
13/11/2010, 02:13:58
Sono anestesista e ho lavorato nell’ospedale dove Tina lavora e mi ha confidato oltre 2 anni fa il problema di cui sopra. Da sommozzatore di vecchia data non ho avuto difficoltà a capire che si trattasse di embolie cutanee di n.d.d. nonostante fosse convinta di avere avuto una condotta corretta. Il quesito è: perchè tutto questo? Perchè mai prima? Sono contento che si rimetta alla vostra competenza in materia. Il metabolismo sotto certi aspetti serba ancora molti misteri. Mi permetto di suggerire una gradualità negli accertamenti diagnostici perchè potrebbe emergere la diagnosi già dai primi passi sebbene sia più gestibile una malattia da autoanticorpi o una trombofilia..Complimenti per il vostro lavoro. R. Fassi
Pasquale Longobardi
23/11/2010, 23:37:13
caro Raffaele, ti ringrazio vivamente per l’attenzione e per i graditi complimenti.
“Perché tutto questo?” La causa reale dell’incidente da decompressione è la quantità e dimensione delle bolle (quindi lo stress decompressivo correlato con il profilo dell’immersione, immersioni ripetitive ed effettuate per più giorni), non è lo shunt destro sinistro di per sé.
La presenza di shunt destro sinistro è solo una concausa che facilita la manifestazione del danno infiammatorio causato dalle bolle.
“Perché mai prima?” E’ stato dimostrato che seguendo per sette anni un gruppo di 33 subacquei affetti da forame ovale pervio, vi è stato un progressivo aumento nel tempo del numero di bolle (aumento dell’intensità del segnale ecografico)che passava attraverso il forame.
Hai ragione sulla necessità di essere graduali nella richiesta degli esami. Nel caso di Tina, ho immaginato che la ricerca dello shunt destro sinistro sarà positiva (verosimilmente per una pervietà del forame ovale) e desideravo indagare meglio le alterazioni della coagulazione che ha riferito nel messaggio. Visto che Tina lavora in ambito sanitario, sono felice se si affidasse a un collega esperto in ematologia o del Centro trasfusionale per decidere quali esami siano effettivamente necessari.
Ti saluto cordialmente. Pasquale Longobardi
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