Immersione tecnica: utile la miscela fase 50/20/30 a 21 metri?
Il nostro Direttore Sanitario Dott. Pasquale Longobardi, laureato in Medicina e Chirurgia con specializzazione in Medicina del Nuoto e delle Attività Subacquee, risponde al seguente quesito posto da Giovanni, un nostro lettore:
Ciao Pasquale, nell’immersione tecnica qual è il tuo parere in merito all’utilizzo della miscela di fase 50/20-30/20-30 a 21 metri?
Leggi qui sotto la risposta e poi approfondisci sui nostri servizi legati alla medicina subacquea cliccando qui:
Pasquale Longobardi
caro Giovanni, ti ringrazio per l’attenzione.
In merito alla miscela di fase ossigeno al 50%/ elio tra il 20 e il 30%/ azoto tra il 30 e il 20% da respirare a 21 metri, non vi sono dati in letteratura per poter rispondere con evidenza scientifica al quesito.
L’amico Jean Pierre Imbert (esperto nella sicurezza delle immersioni industriali e competente subacqueo tecnico) ritiene che l’introduzione dell’elio nella miscela di fase da respirare a 21 metri sia controversa ma che possa essere efficace per accelerare la desaturazione dell’azoto.
La scelta di utilizzarla dipende da quanto sia stata impegnativa l’immersione e dalla miscela di fondo.
Lo stesso Buhlmann aveva introdotto il concetto di facilitare la desaturazione del gas inerte passando progressivamente da gas più leggeri (anche idrogeno nelle immersioni molto profonde) a gas più pesanti (anche l’argon negli ultimi cinque metri di decompressione).
Simone Nicolini (Argentario Divers) mi segnala che è consuetudine utilizzare la miscela di fase 50/20/30 (elio tra il 20 e il 30%), qualora la miscela di fondo contenga oltre il 50% di elio (a partire da una miscela di fondo 15/55/30) per favorire una graduale progressione nel passaggio dei gas verso l’ossigeno puro da respirare a sei metri.
Inoltre quando la bombola di fase è caricata con miscela contenente elio, si avverte meno la differenza di peso tra bombola piena e bombola vuota (rispetto alla miscela di fase in aria arricchita in ossigeno al 50% detto “nitrox 5o”). Questo facilita l’assetto e il trim point in immersione.
ciao, Pasquale
Fiorella
Caro Pasquale,
ti scrivo per chiederti delucidazioni.
Sono istruttore di didattica FIAS per chi non lo sapesse, e come tale sai quali sono e cosa prevedono i nostri standard per le immersion tecniche. Sai che usiamo per la programmazione vplanner ed eventualmente un mix decoplanner+vplanner. Ho comprato da poco l’IPHONE 4 della APPLE ed ho acquistato l’applicazione fatta appositamente per lui del vplanner.
Purtroppo per me è tutto in inglese, ma il problema non è nemmeno quelklo. Tu hai già avuto modo di vederlo? Posso reperire da qualche parte spiegazioni dettagliate delle varie stringhe da settare nella configurazione? Puoi ben immaginare che prima di scrivere cavolate devo essere ben sicura di sapere quello che mi stanno chiedendo!
Scusa la banalità della richiesta!
un abbraccio e con sempre tanta stima!
Fiorella
Pasquale Longobardi
cara Fiorella, ti ringrazio per l’attenzione. L’utilizzo delle applicazioni su telefono cellulare per il calcolo della decompressione si sta rapidamente diffondendo. L’ultima immersione tecnica con gli amici dell’Argentario Divers è stata calcolata in barca attraverso una di queste applicazione su telefonino. Potremmo chiedere a Gianni Escuriale (Direttore del Centro Tecnico Nazionale FIAS) di organizzare un workshop di aggiornamento sull’utilizzo di tali applicazioni, con gli stessi docenti dei precedenti corsi sull’utilizzo dei software per computer: Corrado Bonuccelli, Fabio Faralli, Alberto Petronio e me.
Alberto Petronio (che è il mio riferimento quale tecnico informatico esperto in software per il calcolo della decompressione) e io abbiamo esperienza su sistema Android e precedenti IPHONE. l’IPHONE 4 ha una sistema operativo nuovo. Contatta Alberto Petronio all’email: albinet@gmail.com e chiedigli informazioni (è stato avvisato e attende tuo contatto). Poi inviatemi quanto avrete concordato in modo che possa pubblicarlo nel blog, essendo argomento di interesse comune.
Un caro saluto, Pasquale
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