Forame Ovale Pervio: chiedo consigli, lo chiudo?
Giuseppe, esperto subacqueo, ci scrive perché ha recentemente scoperto di avere una pervietà del forame ovale (PFO) e chiede se, per continuare con le immersioni, sia necessario chiuderlo.
Questo è il suo messaggio:
Gentilissimo Dott. Longobardi,
sono un subacqueo di 54 anni, mi immergo da 26 anni e sono istruttore C.M.A.S. In tutti questi anni non ho mai avuto incidenti. Di recente ho eseguito accertamenti per frequentare un corso di miscele (Trimix) e con mio stupore, dopo aver fatto il primo accertamento (Ecocardiografia Transesofagea), sono risultato positivo per la presenza del Forame Ovale Pervio (FOP). Su consiglio di un cardiologo emodinamista ho fatto un ulteriore accertamento con Ecodoppler Transcranico: in questo caso sono risultato positivo con passaggio di due microbolle a riposo e sei microbolle con la manovra di Valsalva. Per escludere eventuali Ischemie Silenti ho fatto anche una Risonanza Magnetica Cranica con risultato negativo.
Visto che la mia intenzione è di proseguire in questa meravigliosa attività mi rivolgo a lei, Dottore, per avere un consiglio su questo forame. È da chiudere o posso continuare la mia attività senza correre il rischio di eventuali complicazioni?
Tengo a precisare che in questi anni di mia attività subacquea ho sempre fatto immersioni impegnative oltre i trenta metri.
In attesa di un suo riscontro le porgo distinti saluti. Giuseppe
Risponde qui sotto, nei commenti, il nostro Direttore Sanitario Dott. Pasquale Longobardi, laureato in Medicina e Chirurgia con specializzazione in Medicina del Nuoto e delle Attività Subacquee. Per approfondimenti sui nostri servizi legati alla medicina subacquea clicca qui sotto:
Pasquale Longobardi
02/02/2011, 22:01:08
caro Giuseppe, ti ringrazio per l’attenzione.
L’esperienza ventennale del Centro iperbarico, mi permette di rispondere con competenza al tuo quesito certo che potrai riprendere le tue immersioni in sicurezza. Sulla banda destra del blog, nella finestra di ricerca, cerca Forame Ovale Pervio (FOP) e troverai diversi articoli su questo argomento.
Ogni settimana visito tre-quattro subacquei affetti da questo problema, provenienti da tutta l’Italia.
Il Forame Ovale Pervio – che in inglese è detto Patent Foramen Ovale o PFO – è un canale di un paio di centimetri che è normalmente presente in tutti noi mentre siamo nella pancia della mamma. Alla nascita l’ingresso del canale viene coperto da una membrana che nella prima infanzia si rafforza e non permette il passaggio di sangue (o bolle).
Spesso (30-40% delle persone), sin dalla nascita o nel corso della vita, può capitare che la membrana si sollevi e faccia passare il sangue (e coaguli o bolle) dalla parte destra alla parte sinistra del cuore (shunt destro sinistro). Una ricerca (dr. Peter Germonprè, Belgio) ha evidenziato che seguendo dei subacquei per sette anni il FOP nel corso degli anni poteva aprirsi o anche, più raramente, chiudersi. La causa dell’apertura del FOP può essere l’ipertensione arteriosa, un invecchiamento del cuore (facilitato dal sovrappeso, fumo, sedentarietà, stress), ecc.
Quando il Forame Ovale sia Pervio affinchè il sangue passi dalla parte destra del cuore (pressione media più bassa) alla parte sinistra (pressione media più alta) è necessario uno sforzo (tipo contrazione addominale forzata come quando si sale sulla barca indossando l’attrezzatura).
Comunque, indipendentemente dalla causa e nonostante non si sia mai manifestato, tu hai il FOP che, quando hai eseguito l’ecodoppler transcranico (se hai contratto efficacemente l’addome), era poco aperto.
E’ importante verificare quanti “buchi” hai, dove siano (cuore, polmone, ecc.) e se quanto siano aperti.
Al Centro iperbarico Ravenna eseguiamo come primo passaggio l’ecodoppler transcranico e il “test ossigeno”. Quest’ultimo prevede due emogasanalisi (mentre respiri aria e dopo respirazione di ossigeno ad alto flusso): se il valore della pressione parziale dell’ossigeno nel sangue dopo respirazione in ossigeno fosse inferiore a 400 mmHg sarebbe confermata la presenza di un importante shunt destro sinistro (un “buco” o più “buchi”).
Si passa poi alle indagini di secondo livello: prima una scintigrafia polmonare perfusionale con valutazione delle statistiche al cranio e al rene. Se questa indagine escludesse la presenza di uno shunt extracardiaco (al polmone o altrove) solo allora, al Centro iperbarico Ravenna, chiediamo l’ecocardiografia transesofagea, certi di trovare il “buco” nel cuore e procedere alla chiusura.
Nel tuo caso, hai fatto un percorso incompleto, finalizzato solo alla ricerca del “buco” nel cuore. Il risultato è che – sperando che non ci siano altri buchi e che l’ecodoppler transcranico sia stato eseguito correttamente – il buco è piccolo. Quindi, in teoria, potresti scegliere di fare immersioni semplici (una immersione al giorno in curva di sicurezza, senza sforzi all’emersione) ed evitare di chiudere il FOP.
Non mi pare che sia quanto tu desideri. Quindi, chiama il Centro iperbarico Ravenna (tel. 0544-500152)e chiedi informazioni sul “test ossigeno” (costo, tempi di attesa) e il contatto della dr.sa Elisabetta Varani, cardiologa emodinamista dell’Ospedale di Ravenna che gode della mia completa fiducia per la decisione sulla eventuale necessità di chiusura del FOP.
Fai, dove vivi, una scintigrafia polmonare perfusionale con valutazione delle statistiche al cranio e al rene.
Il giorno del “test ossigeno”, prevedi anche la consulenza della dr.sa Varani e la mia.
Se il “buco” fosse solo nel cuore, ti spiegheremo bene cosa significa chiuderlo, avrai un programma di ripresa graduale delle immersioni (“riabilitazione”) nei sei mesi successivi all’intervento e poi potrai praticare con sicurezza le immersioni tecniche (anzi più sicuro di chi ha il FOP e non sa di averlo).
Ti aspetto, Pasquale
LARA
26/06/2011, 09:28:35
Buongiorno, ne approfitto per chiedere un chiarimento sull’argomento.
Ci è stato insegnato che l’EGA è una embolizzazione del sangue arterioso dovuta alla rottura della parete degli alveoli e del conseguente passaggio di ARIA nelle arterie con tutte le conseguenze note. Distinguendola così dall’MDD che riguarda la presenza di bolle di AZOTO nel circolo VENOSO. Ma leggendo articoli in materia mi chiedevo questo. Quando l’Ega è provocata dalla presenza di PFO, le bolle che dovrebbero passare dalla parte destra alla parte sinistra del cuore sono le bolle di azoto scaturite dalla decompressione? quindi non parliamo più di aria ma di azoto…
Grazie
Pasquale Longobardi
04/08/2011, 18:02:52
cara Lara, ti ringrazio per l’attenzione.
L’unico errore nel tuo ragionamento è che la Pervietà del Forame Ovale (PFO) sia correlata con l’Embolia Gassosa Arteriosa (EGA) che è, invece, una delle manifestazioni della sovradistensione polmonare (scoppio del polmone per risalita rapida).
Qualsiasi “buco” (il PFO nel cuore, così come altri buchi a livello polmonare o altrove) facilita il travaso di bolle di gas inerte (azoto) dal sangue venoso (sporco) al sangue arterioso (pulito) aumentando la probabilità dell’incidente da decompressione (quello che tu chiami, con un vecchio termine, MDD).
Un subacqueo può avere dei “buchi” (PFO incluso) e non subire l’incidente da decompressione (ex MDD) qualora esegua correttamente una immersione a basso stress decompressivo (entro i 30 metri di profondità, una sola nella giornata, senza sforzi durante la risalita nella barca).
Così come un subacqueo con o senza buchi potrà subire la sovradistensione polmonare (EGA inclusa) se risalisse rapidamente in superficie senza espirare correttamente.
Resto a tua disposizione per ulteriori chiarimenti. Ciao, Pasquale
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