Ferite da corallo: come riconoscerle e come curarle
Le ferite da corallo possono sembrare un argomento un po’ particolare per molti, ma di certo non lo sono per tutti gli appassionati di subacquea che amano immergersi nei mari caldi dei paesi tropicali e subtropicali.
I coralli hanno uno scheletro rigido calcareo esterno che può essere molto tagliente e a volte capita che i subacquei in un contatto accidentale con il corallo si feriscano. Questi tagli, apparentemente piccoli e innocui, si possono facilmente infettare perché all’interno delle ferite si insinuano proteine animali e materiale calcareo depositato sui coralli oppure altri agenti patogeni presenti nell’acqua.
Le ferite da corallo si riconoscono facilmente perché la pelle si infiamma e diventa rossa e gonfia, se la ferita si infetta la piaga può anche diventare purulenta e con secrezione pustolosa. Se la zona di rossore si espande è importante fare subito un controllo medico perché probabilmente la ferita si è infettata. In particolare se le striature rosse si espandono verso l’alto e si formano delle bolle secernenti pus, soprattutto in persone con patologie che compromettono il sistema immunitario o dedite all’assunzione di alcool, è fondamentale rivolgersi immediatamente al medico perché potrebbe trattarsi di un’emergenza medica (in alcuni casi pericolo di vita) che richiede la somministrazione di antibiotico in endovena.
Per i subacquei che sono venuti a contatto con un corallo è importante detergere la ferita il prima possibile con acqua salata e sapone da sciacquare poi con acqua dolce.
In caso di ferite urticanti, il consiglio è quello di sciacquare con aceto o alcool isopropilico per cercare di ridurre l’effetto di eventuali tossine irritanti. Per la maggior parte dei tagli di corallo non urticanti o abrasioni invece è sufficiente lavare la ferita o l’abrasione con una miscela fatta per il 50% di acqua e per il 50% di acqua ossigenata per rimuovere la polvere di corallo, sciacquando poi con acqua dolce.
Dopo il lavaggio della ferita, quando la lesione da corallo è chiusa e non infetta, è possibile utilizzare una pomata cortisonica (come Diprosone, Elocon) per alleviare il prurito per un breve periodo di tempo (alcuni giorni). In caso di infezione locale invece la ferita va risciacquata 3-4 volte al giorno e va applicato un antibiotico locale come gentamicina (Gentalyn) o simili unguenti topici per ridurre l’infezione.
Gli antibiotici orali sono di solito raccomandati quando si sviluppa un’infezione sistemica e in questo caso è necessario continuare a prendere l’antibiotico per almeno cinque giorni, anche in caso di risoluzione dei segni di infezione. Prima di iniziare una terapia antibiotica è importante informare il medico di eventuali allergie ai farmaci.
Se la lesione è fastidiosa, il dolore può essere alleviato con paracetamolo (Tachipirina) ogni otto ore, oppure ibuprofene ogni 6 ore oppure naprossene ogni 8 ore. Chi assume il paracetamolo non deve superare i 3 grammi per un periodo di 24 ore.
In caso di tagli gravi con infezione o ferite che non guariscono nonostante le terapie è importante rivolgersi subito al medico. Il medico deve essere consultato anche per la terapia con farmaci in quanto è possibile che possano insorgere infezioni a lungo termine.
Di questo argomento il Dott. Longobardi ha parlato anche in occasione del Convegno sulle infezioni a livello dell’apparato locomotore che si è svolto l’11 e 12 dicembre a Modena, per saperne di più scarica l’abstract del Dott. Longobardi. Qui di seguito le slide presentate durante il suo intervento.
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