Diabete, immersione e dubbi sul caso di embolia di Luca
Luca ci chiede se con il diabete e una glicemia alta, è possibile che sia più facile il trasporto di bolle? E se abbiamo qualche consiglio da dare a chi soffre di diabete per prevenire problemi di immersione.
Ecco cosa scrive:
Buongiorno Dott. Longobardi.
Le scrivo per chiederle informazioni riguardo la mia patologia, ovvero il diabete che mi hanno diagnosticato nel 1999. Faccio immersioni dal 2011 e per ora non ho mai riscontrato problemi con il diabete.
Il mio dubbio è: con il diabete e una glicemia alta, è possibile che sia più facile il trasporto di bolle ?
Esistono pericoli concreti per noi diabetici che facciamo immersioni?
Esistono due scuole di pensiero: una che dice che noi diabetici non dovremmo praticare la subacquea e quella di diabete sommerso 🙂
Anche la mia dottoressa non ha mai riscontrato nessun disappunto nel farmi praticare la subacquea, ma ora che sto iniziando ad avvicinarmi alle immersioni tecniche vorrei approfondire maggiormente questo punto.
Inoltre ha qualche consiglio da dare a noi diabetici per prevenire problemi in immersione?
Io porto sempre del glucosio in gel durante le immersioni in caso di ipoglicemia poiché è abbastanza facile da ingerire anche in acqua. Controllo prima delle immersioni la glicemia e mi assicuro che sia superiore ai 150 se è inferiore cerco di compensare con un po di carboidrati e poi controllo della glicemia a fine immersione.
La ringrazio in anticipo, Luca
Risponde qui sotto, nei commenti, il nostro Direttore Sanitario Dott. Pasquale Longobardi, laureato in Medicina e Chirurgia con specializzazione in Medicina del Nuoto e delle Attività Subacquee.
Per approfondimenti sui nostri servizi legati alla medicina subacquea clicca qui sotto:
Luigi Santarella
Caro Luca,
grazie per l’attenzione e la stima,
ti voglio tranquillizzare, ormai i massimi enti nell’ambito della medicina subacquea ed iperbarica insieme agli specialisti diabetologi concordano che le persone con diabete possono immergersi e conseguire il relativo brevetto seguendo scrupolosamente queste raccomandazioni con rivalutazione annuale.
Devono essere in possesso di:
• idoneità fisica rilasciata dal medico sportivo/medico specialista in medicina subacquea e iperbarica,
• certificato rilasciato dal diabetologo che dichiari:
o la presenza di una adeguata educazione sanitaria;
o la conoscenza del protocollo di immersione per i diabetici;
o la presenza di un buon controllo glicemico;
o l’assenza di complicanze micro e macroangiopatiche correlate al diabete;
o l’assenza di ipoglicemie maggiori nell’anno precedente;
o l’assenza di ipoglicemia asintomatica.
La letteratura scientifica riporta che, in soggetti diabetici in buon compenso e senza complicanze, non vi sia evidenza di un aumentato rischio di incidenti da decompressione rispetto al soggetti sani.
Fondamentale quindi risulta una corretta educazione e preparazione della persona con diabete che pratica la subacquea e particolare attenzione deve essere posta all’alimentazione, alla terapia insulinica/ipoglicemizzante e al profilo di immersione.
La prevenzione della disidratazione, che è accentuata nel subacqueo diabetico, e il rischio di ipoglicemia i cui sintomi potrebbero confondersi con la narcosi di azoto durante l’immersione e a distanza come incidente da decompressione, sono da tenere in massima considerazione.
Per quanto riguarda l’alimentazione e la terapia da seguire nei giorni vicini a quando hai programmato le immersioni, il mio consiglio è di sottoporti annualmente a visita presso centro diabetologico di fiducia dove sarai valutato per questi aspetti.
Troverai in questa presentazione (http://www.iperbaricoravenna.it/wp-content/uploads/2010/12/Di-Bartolo-DIVING-1.pdf) tenuta dal Dott. Di Bartolo diabetologo e subacqueo presso l’Ospedale Civile di Ravenna, un vademecum su tutte le precauzioni e la preparazione che deve seguire il subacqueo diabetico.
Quello qui riportato è puramente a titolo informativo e non sostituisce in nessun modo la vista presso lo specialista diabetologo e subacqueo-iperbarico.
Per quanto riguarda il profilo di immersione il DAN e il consenso di esperti raccomandano:
• Mai a profondità maggiore di 18-20 metri, (il DAN è più permissivo con 30 metri di limite)
• Durata massima dell’immersione 1 ora (DAN, motivato come periodo massimo per il quale non venga controllata la glicemia)
• Mai immersioni fuori dalla curva di sicurezza, evitando così la necessità di pause da decompressione obbligate (durante le quali sarebbe molto problematico gestire una crisi ipoglicemica)
• Applicazione “conservativa” delle tabelle di immersione (diabetico a maggior rischio di deidratazione).
• Pianificare sempre l’immersione come in “situazioni di Freddo e Fatica”, quindi calcolando una profondità 4 metri maggiore di quella reale
• Aggiungere soste di sicurezza: (Prima sosta di 2’30’’ a 9-10 metri , Seconda sosta di 5’ a 5 metri
• Mantenere una velocità di risalita fra le soste di 9-10 metri al minuto
• Vestizione adeguata (rischio freddo)
Il mio consiglio quindi è questo: una volta verificate le tue condizioni relative alla patologia diabetica presso un centro diabetologico di tua fiducia, completa il percorso presso un centro specializzato in medicina iperbarica e subacquea in modo da avere un controllo a 360° sulle tue condizioni fisiche e poterti immergere in sicurezza.
Se ti servissero altre informazioni contattaci pure, il numero della segreteria del Centro Iperbarico è 0544- 500152, la mail (scrivici@iperbaricoravenna.it).
Un caro saluto,
Dott. Luigi Santarella
Laurea in Medicina e Chirurgia all’Università Alma Mater Studiorum di Bologna, n. ordine dei Medici Chirurghi di Ravenna: 3151
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