Allattamento al seno e attività subacquea: come devo comportarmi?
Stefania è diventata mamma da poco tempo, sta allattando al seno e le è sorto il dubbio relativo alla regolare pratica dell’attività subacquea.
Per questo, ha scritto un messaggio al Centro Iperbarico chiedendo come comportarsi:
Gent.mo Dott. Longobardi, sono un’amica/alunna di Vanes Bullini il quale mi ha consigliato di rivolgermi a Lei per un quesito.
Mio marito ed io siamo subacquei, in gennaio 2012 siamo diventati genitori e in maggio/giugno 2012 vorremmo andare in vacanza scegliendo una meta subacquea. Ovviamente per mio marito il problema non si pone ma a me è sorto un dubbio: se al momento della partenza io allattassi ancora, potrò ugualmente fare immersioni? Se si dovrò adottare particolari attenzioni (ad esempio prima allattare e poi immergermi?) oppure potrò essere libera?
Grazie della Sua attenzione. In attesa di una Sua gradita risposta colgo l’occasione per un cordiale saluto. Stefania Federico
Risponde, nei commenti, il nostro Direttore Sanitario Dott. Pasquale Longobardi, laureato in Medicina e Chirurgia con specializzazione in Medicina del Nuoto e delle Attività Subacquee. Per approfondimenti sui nostri servizi legati alla medicina subacquea clicca qui sotto:
Pasquale Longobardi
cara Stefania, ti ringrazio per l’attenzione e auguri per la meravigliosa maternità.
Nostro figlio Lorenzo è nato il 24 dicembre 2011. Domani (23 maggio 2012) Klarida e io andremo a Gioiosa Jonica per lavoro (docenza al corso istruttori FIAS) e per immersioni. Klarida che allatta Lorenzo al seno, si immergerà.
Non sono note controindicazioni per l’allattamento al seno dopo le immersioni. L’azoto presente nel latte materno è insignificante, simile al bere una bevanda gassata.
E’ importante che tu prenda precauzioni contro la disidratazione. L’assunzione di liquidi per via orale giornaliera dovrà aumentare per compensare le perdite di fluido attraverso l’allattamento. La disidratazione aumenta la probabilità di incidente da decompressione per te e potrebbe ridurre la quantità di latte prodotto. In quest’ultimo caso saresti costretta ad aumentare l’integrazione della nutrizione di tuo figlio con quanto ti è consigliato dal pediatra.
Siccome, durante il periodo dell’immersione (penso anche alla preparazione delle attrezzature e al viaggio in mare), il bambino non verrà allattato per diverse ore potrebbe verificarsi ingorgo mammario. Si consiglia una muta comoda (quella abituale potrebbe stringerti troppo il seno) e cinghiaggi del GAV aggiustati alle nuove misure del torace.
I cambiamenti nella pressione nell’immersione non incidono sull’ingorgo nel seno. Magari si potrebbe utilizzare una pompa per il seno, prima dell’immerisone, per recuperare il latte e conservarlo, per il neonato, nel frigorifero.
C’è qualche segnalazione, in letteratura, circa la possibilità di trasmissione di agenti patogeni marini dal capezzolo al bambino che potrebbe causare una diarrea infettiva particolarmente ostinata. Questi batteri potrebbero causare anche una grave mastite, se i dotti del capezzolo e la pelle abbiano irritazioni o ulcerazioni. Però non ho mai visto casi simili nella pratica clinica (che è iniziata nel 1984).
In base a queste informazioni, scegli in maniera consapevole se immergerti o attendere la fine dell’allattamento. Klarida è determinata: si immergerà e per me sarà bello attenderla con Lorenzo. Ciao, Pasquale
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