Ulcere venose in paziente dializzato: la terapia iperbarica può essere utile per mio suocero?
Lorenza è preoccupata per suo suocero, dializzato da qualche anno e che è affetto da ulcere venose su entrambe le gambe.
Ecco il messaggio:
Salve Prof. Longobardi . Mio suocero, dializzato da due anni e mezzo, soffre da quattro mesi di ulcere venose su entrambe le gambe.
Sono state fatte medicazioni prima con ossido di mercurio, poi con nitrato di argento ed adesso con antibiotico (Amikacina) sciolto in soluzione fisiologica ed applicato sotto al bendaggio compressivo.
I miglioramenti fino ad oggi sono stati scarsi. Un mese fa ha eseguito la biopsia per sospetta calcifilassi ma siamo ancora in attesa di risposta.
Mi domandavo se può essere indicata nel suo caso una terapia iperbarica e dove posso rivolgermi.
Grazie e cordiali saluti
Qui sotto, la risposta della nostra coordinatrice infermieristica Klarida.
Per saperne di più sul trattamento delle ulcere e delle lesioni clicca qui:
Klarida Hoxha
Cara Lorenza, grazie per aver scelto noi come struttura di riferimento alla quale chiedere informazioni sulla gestione delle ferite di suo suocero. Mi dispiace per il disagio che state passando a causa di queste ulcere molto dolorose: conosciamo bene la sofferenza che provocano a chi ne soffre e di conseguenza a tutta la famiglia. Cercherò dunque di darle un consiglio per far fronte a questa situazione nel migliore dei modi.
Per quanto le ulcere possano essere di origine venosa, la patologia di suo suocero ai reni è una grossa complicanza che rende difficile la loro guarigione. La dialisi sostituisce l’attività dei reni solo parzialmente, infatti si tratta di un trattamento intermittente che non può garantire lo stesso equilibrio vitale dato dai reni che in condizioni normali lavorano 24 ore su 24.
Le persone che fanno la dialisi faticano a guarire dalle ferite per diversi motivi:
• i cataboliti che il nostro fisico scarta normalmente attraverso i reni sono delle sostanze tossiche e rallentano i processi di guarigione
• l’utilizzo di anticoagulanti durante la dialisi è utile per la procedura ma spesso causa emorragie a livello lesionale
Anche la malnutrizione, che può essere dovuta a patologie concomitanti, ad uno stato di intossicazione, a una precedente dieta a-proteica o a uno stato di inappetenza/anoressia cronica, è determinante nel rallentare il processo di guarigione.
L’approccio che seguiamo al Centro Cura Ferite Difficili è di tipo olistico e multidisciplinare. Per capire al meglio la situazione e le condizioni del paziente, durante la prima visita facciamo una serie di esami che ci permettono di valutare lo stato generale della persona e lo stato circolatorio. Lo stato circolatorio viene valutato attraverso un esame che si chiama LaserDopplerFlussimetria, il quale permette di capire se è possibile eseguire i bendaggi e di studiare la funzionalità dei vasi sanguigni: questa valutazione è molto importante perché con il passare del tempo le arterie delle persone con problemi di questo tipo tendono a calcificarsi. Dopo la prima visita è possibile decidere il percorso più adatto per la persona.
Per quanto riguarda la cura della lesione, le linee guida sulla gestione delle ferite sconsigliano l’uso di tinture perché nascondono arrossamenti e non permettono di valutare la ferita correttamente. Anche l’uso di antibiotici topici è sconsigliato perché stimolano la formazione di ceppi batterici resistenti e possono essere allergizzanti.
Le medicazioni devono quindi essere meno aggressive possibile poiché lo stato dei tessuti, e soprattutto dei piccoli vasi sanguigni, è molto delicato; inoltre devono essere scelte di volta in volta a seconda di come si presenta la ferita.
Per il controllo dello stato di nutrizione della persona, al Centro Iperbarico ci affidiamo a uno specialista nutrizionista che collabora con noi e si impegna a individuare uno schema alimentare corretto e il più vario possibile per il paziente. Lo studio di una dieta bilanciata è molto importante per evitare che sorgano complicanze irreversibili per il sistema cardiocircolatorio e scheletrico dovute a molti anni di dialisi.
Al momento al Centro Iperbarico abbiamo molti pazienti dializzati con situazioni simili a quella di suo suocero e nonostante le complicanze date dalle loro condizioni di salute stiamo ottenendo ottimi risultati.
La terapia iperbarica può essere utile quando i trattamenti standard non portano grossi risultati nei tempi previsti e in presenza di fattori di compromissione che ritardano la guarigione di una ferita(come può essere la dialisi e la calcifilassi in caso fosse confermata dalla biopsia). In Italia esistono molti centri iperbarici, ma per ottenere i risultati desiderati è importante che l’Ossigenoterapia Iperbarica sia inserita in un percorso che prevede anche medicazioni corrette e altri interventi mirati.
Se è interessata ad altre informazioni o a prenotare una prima visita di valutazione al Centro Iperbarico può contattare la nostra segreteria allo 0544 500152. I nostri medici e infermieri specializzati in medicina iperbarica e trattamento delle ferite difficili, saranno lieti di accogliere suo suocero per trovare la soluzione migliore per tutti voi.
Un caro saluto,
Klarida Hoxha
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