Ulcere agli arti inferiori da trombofilia genetica: cosa fare?
Loredana chiede consiglio su come affrontare la situazione di sua mamma, la quale è affetta da ulcere trofiche AAII safenectomia, trombofilia genetica, doppia eterozigosi G 1691A e H1299 (R2) fattoreV e doppia eterozigosi C677T e A1298C e MTHFR.
Loredana scrive:
Buongiorno le scrivo perché ho bisogno di aiuto per mia mamma.
Dall’età di anni 19 ha problemi di ulcere trofiche AAII safenectomia, trombofilia genetica, doppia eterozigosi G 1691A e H1299 (R2) fattoreV e doppia eterozigosi C677T e A1298C e MTHFR.
Arto sinistro nel 1985 e arto destro nel 1996: ha sempre continuato la vita con questo problema, da otto anni è seguita da un dottore di Torino e le sono stati fatti vari innesti, quello che è durato di più è rimasto circa un anno e poi siamo tornati a non aver risolto il problema e con un dolore assurdo.
Maggio 2013 diagnosticato mieloma multiplo IgGK ed è stata seguita presso l’ospedale di Cuneo in reparto ematologia.
Il 14/11/2013 raccolta delle cellule staminali, il 22/11/2013 primo auto trapianto ma senza risultato, in data 04/03/2015 trovato il donatore ed effettuato il trapianto delle cellule staminali.
La situazione alla data odierna del mieloma è stabile.
Il problema più grande oggi sono le ulcere che provocano un dolore allucinate.
È stato effettuato un ultimo innesto il 28/01/2016 ma a tutt’ora la ferita non si è rimarginata anche se stiamo continuando a fare varie medicazioni. Purtroppo si è formata un’altra ulcere alla gamba destra che richiede un altro innesto la cui prenotazione è stata fissata per il 29/06/2016.
A questo punto non vedo risultati, ho letto il vostro blog che è molto interessante e volevo sentire un vostro parere con un’eventuale visita presso il vostro Centro.
In attesa di una vostra risposta vi porgo i cordiali saluti.
Loredana
Leggi qui sotto, nei commenti, la risposta del nostro staff medico infermieristico e poi approfondisci i nostri percorsi di cura dedicati alle ferite difficili cliccando qui:
Klarida Hoxha
Gentile Loredana,
grazie per averci contattato.
Mi dispiace per tutto quello che negli anni sua mamma ha dovuto passare e che tuttora non trova rimedio.
Conosciamo e stimiamo moltissimo il professionista che ha seguito sua madre.
La trombofilia genetica è un’alterazione dei fattori di coagulazione che le persone hanno sin dalla nascita e purtroppo non è possibile trovare una cura.
Quello che si può fare conoscendo il problema è senza dubbio effettuare una buona prevenzione attraverso la correzione dello stile di vita.
Come ad esempio: evitare di fumare, non aumentare di peso, attività fisica (anche solo passeggiare), dieta idonea.
Riguardo la dieta voglio essere un po’ più specifica:
• verdura e frutta ricche di acido folico. Questa vitamina contenuta soprattutto in lattuga, spinaci, fragole, kiwi, sembra essere in grado di ridurre nel sangue la quantità di omocisteina, aminoacido catalogato tra le sostanze proinfiammatorie che aumentano il rischio di trombi.
• pesce azzurro che contiene acidi grassi omega-3, che esercitano effetti positivi sulla funzione delle piastrine evitando i coaguli.
• cioccolato fondente: possiede un’azione antinfiammatoria, esplicando attività positiva sulla parete del vaso sanguigno, e sarebbe anche in grado di aumentare l’effetto antiaggregante dell’acido acetilsalicilico (l’aspirina per intenderci).
La cosa più importante è poi l’utilizzo di bendaggi (terapia compressiva) in fase ulcerativa, o calze elastiche terapeutiche come prevenzione e mantenimento.
Esistono moltissimi tipi di bende e anche diversi metodi di applicazione.
Al Centro Iperbarico di Ravenna per problematiche di questo tipo utilizziamo un bendaggio multistrato che comprende: bende medicate alla cumarina che hanno un effetto antiedemigeno (sgonfiano l’arto), benda di cotone per evitare che la cumarina venga assorbita dal bendaggio stesso ma che faccia il suo massimo effetto sulla cute della gamba, cotone di Germania per uniformare l’arto in modo da poter esercitare una pressione decrescente (spesso la caviglia è più sottile e il polpaccio si presenta come la forma di bottiglia rovesciata).
Infine la benda che effettivamente esegue la compressione (anche questa può essere di moltissimi tipi, dipende se il paziente è attivo o poco attivo) e una benda di fissaggio.
Questo tipo di bendaggio deve essere eseguito da personale esperto perché se non eseguito con le pressioni giuste, potrebbe causare ulteriori danni.
Il dolore è frequente in questi tipi di ulcere e la paziente necessita di un’attenta valutazione della terapia del dolore. Le ulcere che presentano dolore hanno un ritardo di guarigione.
Considerando anche le altre complicanze che la signora ha avuto nel frattempo (il mieloma multiplo), potrebbe essere necessario, se il medico lo ritiene opportuno, effettuare una biopsia per escludere ipotesi peggiori anche se rare.
Noi rimaniamo disponibili per qualsiasi chiarimento ed eventuale visita e ci può contattare al numero della segreteria 0544/500152 per prendere un appuntamento.
Un carissimo saluto,
Klarida Hoxha
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