Ulcera vascolare al piede: utile la rivascolarizzazione?
Daniela ci contatta perché il padre, sofferente per un’ulcera vascolare, ha effettuato alcuni esami in seguito ai quali il Centro Iperbarico di Trieste ha suggerito la rivascolarizzazione. Per questo, Daniela chiede se l’iter diagnostico sia corretto. Ecco il messaggio:
Gentilissimo dott. Longobardi, ancora grazie per la sua risposta del 23/11/10 riguardo al problema vascolare di mio padre.
Ho seguito le sue indicazione e, dal momento che a tutt’oggi l’ulcera sul IV dito del piede non è guarita, mi sono rivolta al centro iperbarico di Trieste, città dove vivo.
La visita ha confermato che l’intervento effettuato il 13/10/10 di angioplastica non ha sortito grandi benefici in quanto non è stato effettuato nelle zone periferiche del piede, proprio dove mio padre aveva più bisogno di flusso sanguigno. Di seguito le riporto la diagnosi del centro iperbarico:
Patologia: arteriopatia ostruttiva arti inferiori con ulcera ischemica IV dito piede sinistro.
DITO PIEDE DESTRO: SpO2 97% (basale), frequenza cardiaca 72 battiti/minuto
MONITORAGGIO DELL’OSSIGENO TRANSCUTANEO – TcO2 (posizione elettrodi: piede destro)
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- elettrodo di riferimento: sottoclaveare destro
- elettrodo A: 1.5 cm dalla base I dito
- elettrodo B: 1.5 cm dalla base V dito
referto:
1. Valore basale di Ptc O2 a 1 ata posizione supina (riferimento: 62 mmHg) A: 20 mmHg B: 19 mmHg
2. Ptc O2 a gamba declive (seduto) per 10 min (riferimento: 67 mmHg) A: 38 mmHg B: 38 mmHg
CONCLUSIONI: Si conferma quanto rilevato dall’angiografia del 13 ottobre, ossigenazione periferica seriamente ridotta. Utile, se possibile, rivascolarizzazione dei vasi del piede.
Dal reparto iperbarico siamo stati indirizzati al reparto di chirurgia plastica, sempre del ns. ospedale, dove un medico specializzato nelle ferite difficili ci ha spiegato dell’esistenza di un centro specializzato nella rivascolarizzazione delle zone periferiche, diretto dal prof. Tommaso Lupattelli, a Reggio Emilia, con cui tra l’altro hanno continui contatti per per casi analoghi a quello nostro. Ci hanno fissato un appuntamento per il giorno 12/1/11 nel Centro di Milano per la visita preliminare all’intervento (per rivascolarizzare il piede) che non so se si farà lì o a Reggio Emilia.
Lei cosa ne pensa? Le sembra corretta la diagnosi e faccio bene a portare mio padre a rivascolarizzare in questo posto?
Attendo un suo parere. Ancora grazie di cuore per il disturbo. Arrivederci, Daniela
Risponde qui sotto, nei commenti, il nostro Direttore Sanitario Dott. Pasquale Longobardi. Per ulteriori approfondimenti sui percorsi di cura dedicati alle ferite difficili, clicca qui:
Pasquale Longobardi
cara Daniela, ti ringrazio per l’attenzione e per aver interagito nuovamente con il blog del Centro iperbarico Ravenna.
Approvo completamente il percorso diagnostico e terapeutico adottato dall’amico Adriano Rinaldi, direttore del Centro iperbarico di Trieste.
Il valore dell’ossimetria transcutanea, eseguita in aria ambiente, induce a valutare la possibilità di rivascolarizzazione che, se fosse praticabile, sarebbe la terapia elettiva per tuo padre.
Segui il consiglio dei medici di Trieste di affidare il papà al dr. Lupatelli.
Il passo successivo sarà l’integrazione con la ossigenoterapia iperbarica; i farmaci – inclusi, eventualmente, i prostanoidi (infusione per flebo di sostanze che, semplificando, aprono i vasi sanguigni); la terapia antalgia (elettrostimolazione, blocco nervoso, ecc.).
Per prevedere se ci sia o meno miglioramento dopo la rivascolarizzazione e le altre terapie, presso il Centro iperbarico Ravenna, eseguiamo la ossimetria anche durante respirazione in ossigeno normale e durante una seduta di ossigenoterapia iperbarica. Se la tensione dell’ossigeno aumentasse già durante la respirazione di ossigeno normale e, meglio ancora, se aumentasse oltre 100-200 millimetri di mercurio durante la respirazione di ossigeno in camera iperbarica, sarebbe sicura la guarigione della ferita del tuo papà.
Dopo la rivascolarizzazione (noi affidiamo i pazienti al bravissimo dr. Elio Piccinini, primario della chirurgia vascolare dell’Ospedale di Ravenna), viene ripetuta l’ossimetria transcutanea (in aria ambiente, ossigeno normale, ossigeno in camera iperbarica) per verificare che l’intervento abbia sortito l’effetto desiderato.
Pur essendo le ulcere vascolari in anziano tra le più difficili da trattare, abbiamo ottimi risultati (guarigione in circa il 70% dei casi)
Sereno, sapendo che tuo padre è nelle buone mani di Adriano Rinaldi, ti saluto cordialmente.
Pasquale
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