Ulcera traumatica e infezione all’alluce: come risolvere il problema?
Silvia ci scrive perché il figlioletto Marco, celiaco, ha riportato una frattura della falange dell’alluce con infezione della ferita (ulcera) traumatica. Per questo, ci ha scritto chiedendo cosa fare per migliorare la situazione:
Buongiorno Professor Longobardi, sono la mamma di Marco, un ragazzino celiaco di 12 anni che attualmente ha un alluce con infezione estesa da circa 10 giorni.
Il 12 agosto un amico, giocando, ha urtato l’alluce destro sul lato sinistro dell’unghia a metà altezza, procurando un piccolo livido. Mio figlio non ha lamentato particolare dolore: dai primi di settembre Marco ha iniziato regolarmente gli allenamenti di calcio. L’unico fastidio era dato dalla scarpa piccola, che ha usato più di una volta. Poi, domenica 26 settembre, l’alluce sembrava avesse un “giradito” e il padre gli ha somministrato Zimox soluzione: dal giorno successivo la pediatra ha sostituito l’antibiotico con amoxicillina gr 1 perchè il dito era molto gonfio, arrossato e presentava una buona parte di infezione sottounghiale.
Nel pomeriggio del 27 settembre al Pronto Soccorso ortopedico gli hanno riscontrato una frattura composta dell’epifisi prossimale falange distale 1° raggio piede e gli hanno eseguito decompressione ungueale, medicazione e steccatura di zimmer 1 dito. Due giorni dopo, alla prima medicazione del PS ortopedico, gli è stato nuovamente drenata l’infezione perché l’alluce era ancora peggiorato.
Sabato 2 ottobre l’alluce si presentava come prima dell’ultimo drenaggio, ovvero infezione di 2/3 dell’unghia, gli hanno solo cambiato la medicazione, non l’hanno più steccato ed è stato nuovamente cambiato l’antibiotico con Ciproxin 500, 2 volta al gg. perché l’ortopedico ha ipotizzato che l’infezione possa partire dall’osso e ha consigliato di non trascurare la situazione perché potrebbe degenerare in cancrena.
Nel pomeriggio il padre lo ha portato in chirurgia d’urgenza e il dr. Fogacci riscontra fuoriuscita di materiale purulento dal letto ungueale e previa AL esegue onicectomia parziale con toelette della cavità. consiglia posologia solo 1 Ciproxin al gg. Dopo 2 giorni, come richiesto, Marco si è ripresentato in Chirurgia d’urgenza dove gli hanno solo medicato la ferita, ma l’ha visto un altro chirurgo.
La prego di consigliarmi a chi devo rivolgermi, oggi sono 10 giorni che assume antibiotici, Grazie.
Leggi qui sotto, nei commenti, la risposta del nostro Direttore Sanitario Dott. Pasquale Longobardi e poi approfondisci i nostri percorsi di cura dedicati alle ferite difficili cliccando qui:
Pasquale Longobardi
06/10/2010, 09:14:04
cara Silvia, ti ringrazio per l’attenzione e comprendo la preoccupazione per l’infezione di Marco. In base alla tua descrizione l’infezione in medicina è definita “dermoipodermite batterica” e agendo correttamente si può curare evitando che si aggravi.
I segni di infezione della ferita sono quelli da te descritti: dolore, calore, rossore perilesionale, aumento prrogressivo della dimensione della lesione, eventualmente febbre.
E’ necessario valutare immediatamente la situazione dell’osso con una TAC (per adesso che l’infezione è all’inizio, va bene) o una Risonanza magnetica (utile se non si riuscisse a risolvere il problema). La radiografia non è sufficiente perchè mostra le alterazioni dell’osso solo quando siano già in fase avanzata.
Necessari gli esami del sangue: emocromo con formula, aptoglobina, VES, PCR, fibrinogeno, creatininemia.
La terapia antibiotica andrebbe mirata in base all’esame culturale con antibiogramma. In geenrale prevede l’utilizzo contemporaneo di due antibiotici (l’utilizzo di uno solo spesso è inefficace). Fai vedere quanto segue al medico di famiglia in modo che possa prescrivere i nomi commerciali dei farmaci.
In caso di infezione da stafilococco metricllino sensibile si utilizza oxacillina + rifampicina mentre se lo stafiloccocco fosse meticillino resistente si consiglia teicoplanina + rifampicina. In attesa dell’esito dell’esame culturale proseguirei con il Ciproxin in atto (una compressa al giorno è sufficiente) associando la rifampicina (tipo Rifadin 600, una compressa al giorno).
Va bene la pulizia chirurgica che è stata eseguita.
E’da effettuare accuratamente e oculatamente (la celiachia è un fattore di compromissione del sistema immunitario).
La medicazione deve mantenere la superficie della ferita umida e non bagnata; controllare l’essudato; essere impermeabile ai liquidi; permettere lo scambio dei gas; favorire l’isolamento termico; non lasciare residui nella lesione; ridurre il trauma e il dolore al cambio della medicazione; evitare cambi frequenti.
Presso il Centro Cura Ferite Difficili della Ausl Ravenna, in casi simili a quello di Marco, utilizziamo con successo bende medicate all’ittiolo (medicazione antinfiammatoria).
E’ importante che Marco non utilizzi scarpe chiuse e strette.
Per maggiore precisione, invia una foto del piede (magari anche una copia del referto della TAC, dell’esame culturale con antibiogramma, degli esami ematochimici) all’email scrivici@iperbaricoravenna.it
Sono certo che, seguendo quanto sopra, si riuscirà presto a risolvere l’infezione di Marco.
Cordialmente, Pasquale Longobardi
Emiliano
12/10/2010, 14:46:32
Cara Silvia comprendo la Vs preoccupazione, anche io ho 2 figlie e le auguro che il suo ragazzo si rimetta al più presto.
Il dott. Longobardi le ha dato degli ottimi consigli e una volta fatti gli esami a suo figlio le consiglio di armarsi di coraggio e almeno una volta di andare a fare una visita a Ravenna.
Le dico questo perchè anche io ho avuto una grave infezione alle gambe e o girovagato inutilmente presso specialisti e ospedali senza successo.
Molto spesso gli ospedali si limitano a fare medicazioni “standard” che in casi come quello di suo figlio hanno scarso successo.
A Ravenna le faranno un protocollo da seguire, ma soprattutto vedrà con i suoi occhi le tecniche ed i materiali che vengono usati all’ atto pratico così da poter far eseguire la medicazione in maniera appropriata anche dagli infermieri nella sua zona, o magari di farla lei stessa.
IL dottor. Longobardi non solo è un medico molto qualificato in questo campo, ma dispone anche di uno staff molto preparato che utilizza tecniche all’avanguardia per la cura delle ferite e delle infezioni.
Una branca della medicina che molto spesso manca nei nostri ospedali, per questo nei casi come il suo (e come il mio) si è costretti molto spesso a improvvisare rischiando di non avere risultati o addirittura di peggiorare la situazione.
Con il giusto trattamento invece i miglioramenti si possono vedere sin dal primo cambio di bende.
Le assicuro che vale la pena mettersi in viaggio e andare, almeno per la prima medicazione io mi sono messo in viaggio con entrambe le gambe letteralmente massacrate quasi infermo con svariate ferite molto profonde di oltre 10 cm. di diametro, sono uscito dal Centro con le mie gambe e ho rincominciato a camminare già dal primo giorno di medicazione.
Un sincero in bocca al lupo. Emiliano
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