Ulcera da trauma: come posso evitare o trattare le micosi?
Graziella ci scrive per chiederci un consiglio su una lesione da trauma che le ha provocato un’ulcera alla gamba, che stenta a rimarginarsi per una malattia pregressa, la polimiosite. Il rimedio tentato, però, causa l’insorgere di fastidiose micosi.
Questo è il messaggio:
Egr. Dott. Longobardi,
Le scrivo per chiederLe un consiglio a proposito di un’ulcera da trauma che ho nella regione tibiale della gamba sinistra.
Premetto che sono affetta da malattia autoimmune (polimiosite) da quando avevo 17 anni (ora ne ho 48) e l’ulcera in questione stenta a rimarginarsi in parte per un’insufficienza venosa, ma anche per la presenza di calcinosi cutanea causata dalla polimiosite stessa
Originariamente la ferita era circa 3×3 cm: l’infermiera che la medicava ha eliminato l’escara e la fibrina ma, dietro suggerimento della dermatologa, insisteva nel rosicchiare sempre i bordi perché, a suo dire, era un modo per tenere vivo il margine. Ma così facendo la ferita è diventata 5×5 cm!!
Attualmente ho riportato l’ulcera alle dimensioni originarie, ossia 3×3 cm, adottando la tecnica della doppia calza a compressione graduata per migliorare la circolazione e applicando sull’ulcera vulnamin pomata.
I risultati potrebbero anche essere migliori, se solo non incorressi spesso nelle micosi. Il tampone ha evidenziato la presenza di candida e ho utilizzato la tintura di eosina e batrafen crema a livello locale più Itraconazolo per bocca.
Siccome vulnamin crema si assorbe molto velocemente, succede che la garza finisce per aderire come una morsa sulla ferita e per questo, dopo l’applicazione della pomata, applico una garza grassa oppure una garza di fitostimoline. Ora, non vorrei che siano proprio queste ultime a facilitare la ricomparsa della micosi. Ovviamente ogni volta devo sospendere vulnamin e quindi il processo di cicatrizzazione rallenta o addirittura, a causa della micosi stessa, faccio un piccolo passo indietro!
Vorrei cortesemente un suggerimento in merito, come comportarmi per evitare il ripetersi delle micosi o, in presenza di queste, come è meglio trattarle.
La ringrazio fin d’ora per la sua attenzione.
Saluti
Graziella
Qui sotto, la risposta della nostra coordinatrice infermieristica Klarida. Per ulteriori approfondimenti sui percorsi di cura dedicati alle ferite difficili, clicca qui:
Klarida Hoxha
Cara Graziella,
grazie per averci scritto e mi dispiace per la situazione di saluta in cui si trova. Non è facile convivere con una malattia autoimmune, e tanto più in età giovanissima.
Lei è davvero la paziente disciplinata che vorremmo tutti visto che si conosce bene e cerca di eseguire tutto il necessario per stare meglio e per poter guarire.
Per l’ insufficienza venosa è importante che lei continui a portare il gambaletto elastico e non mi dilungo su questo perché si vede che lei è esperta.
Tornando alla sua preoccupazione: un’ulcera affetta da micosi andrebbe trattata con medicazioni all’ argento e/o al carbone attivo, ma constatando che la sua ulcera è di origine vasculitica, questo ragionamento non vale. L’ approccio utilizzato deve essere molto soft: non usare medicazioni ‘’aggressive’’ o troppo interattive (come quelle all’ argento o carbone attivo); la pulizia del fondo non deve essere cruenta poiché la lesione si ‘’arrabbia’’ e risponde con ulteriori processi infiammatori. Il sistema immunitario (già arrabbiato di suo per la polimiosite) si attiva ancora di più dando luogo a un peggioramento. In questo modo otteniamo il contrario di quello che ci aspettiamo, e questo spiega perché la sua lesione si è allargata quando si tentava di tenere vivo il margine. La teoria è corretta, ma in pratica le lesioni sono differenti fra loro: bisogna essere delicati più che mai, considerando che lei ha anche multiple calcificazioni sottocute, che potrebbero evolversi in possibili ulcerine.
Le darò qualche consiglio basandomi sul modo di affrontare le vasculiti al nostro centro. Esistono dei detergenti antimicotici che prevengono e/o aiutano a combattere la Candida, bisogna applicarli e lasciarli agire per qualche minuto prima di sciacquarli con acqua abbondante. Spesso utilizziamo anche gli impacchi di argilla e abbiamo notato che su questo tipo di ferita ha una funzione antinfiammatoria molto immediata. Le sue proprietà ci sono tornate utili in molteplici aspetti: rinnova le cellule, apporta i sali minerali all’organismo, assorbe le tossine, calma l’acidità normalizzando il fattore PH, ha azione antinfiammatoria e antidolorifica, antisettica e battericida, nutriente e infine cicatrizzante (favorisce la coagulazione del sangue e la rigenerazione della pelle).
Per quanto riguarda le medicazioni è importante usare rimedi naturali e che aiutino a tenere la ferita disinfettata ma allo stesso tempo aiutino la guarigione. Un tipo di medicazione che usiamo in questi casi è l’Holoil, un estratto di piante (albero di Neem e iperico, entrambi usati sin dall’ antichità, noti per la loro potente azione antinfiamatoria, antimicotica e cicatrizzante) la cui formulazione è in olio, gel o pomata. Se utilizza l’Holoil può continuare a utilizzare le garze grasse come supporto.
Anche Azexin, composto da olio ozonizato che libera ossigeno attivo, è un efficace antimicotico e di semplice utilizzo a formulazione spray. In più contiene anche una sostanza chiamata bisabolo, olio essenziale della camomilla, che svolge un azione lenitiva.
Nel trattamento delle lesioni è invece sconsigliato in tutte le linee guida l’ uso delle tinture in generale (quindi anche eosina) poiché seccano la pelle, sono molto aggressive e soprattutto colorano e rendono illeggibile la lesione. Questo è solo un esempio, ma valutando il caso specifico ci sono altre numerose alternative, che ovviamente è opportuno prendere in considerazione solo durante una prima visita (ad esempio Vulnamin è un prodotto molto valido (aminoacidi), che usiamo in altre situazioni, ma su vasculiti non abbiamo riscontri).
Spero di essere stata utile nella risposta e se desidera fare una visita e valutare insieme un percorso specifico per il suo caso la invito a contattare il centro Iperbarico al numero 0544/500152 o all’ idirizzo e-mail scrivici@iperbaricoravenna.it
Un caro saluto,
Klarida Hoxha
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