Guarire a 84 anni da un’ulcera alla gamba
Jhonny Campos, infermiere del Centro Cura Ferite Difficili (CCFD) del Centro Iperbarico di Ravenna, ci racconta la storia di G. una signora di 84 anni, che è finalmente riuscita a guarire da una brutta ferita alla gamba, che la tormentava da più di un anno.
Nel corso dei mesi G. non si è mai arresa ai problemi e ha continuato a lottare con forza e determinazione per raggiungere il suo obiettivo: la guarigione!
Non vi anticipiamo troppo però e vi lasciamo all’emozionante racconto di Jhonny:
Questa è la storia di G. una signora di 84 anni che, da diverso tempo, soffre per la presenza di un’ulcera nel versante mediale distale della gamba destra. È inoltre affetta da insufficienza venosa e presenta un quadro clinico abbastanza complesso.
Nonostante indossi il gambaletto e segua con scrupolo le cure prescritte dal suo medico curante, la ferita non accenna a guarire.
G. non si perde d’animo e ci contatta per un consulto.
Dopo la prima visita, le viene consigliato di deambulare per 30 minuti al giorno e di tenere gli arti in scarico a riposo, per facilitare il circolo sanguigno. Le prescriviamo un’antibioticoterapia scelta con cura che tenga conto della sua allergia ad alcuni antibiotici ed esami di routine. Inoltre, noi dello staff del CCFD le confezioniamo un bendaggio compressivo di prima classe e procediamo alla programmazione di medicazioni con cadenza settimanale.
Purtroppo, dopo un mese dalla presa in carico al CCFD, la paziente viene ricoverata in ospedale per cellulite. Quando torna da noi la ferita è peggiorata e presenta una nuova lesione ad eziologia mista nel terzo distale esterno della stessa gamba.
Noi non ci demoralizziamo e cerchiamo di infondere anche a G. lo stesso nostro ottimismo. G. viene sottoposta a una nuova serie di esami, biopsie ed esami colturali. Gli esami confermano la presenza di un’infezione da un batterio resistente a una serie di antibiotici e un sospetto di malattia autoimmune.
Vista la gravità della situazione, decidiamo di sottoporre G. a una serie di terapie specifiche per il suo caso. Per prima cosa, si procede alla pulizia chirurgica della ferita (debridement) con il Laser SmartXide2 CO2 di DEKA, un innovativo laser chirurgico che rimuove il tessuto necrotico e abbassa la carica batterica presente nella lesione. Si passa poi alla Terapia a Pressione Negativa (TPN), un dispositivo che accelera il processo di guarigione delle ferite. A queste terapie vengono affiancate medicazioni avanzate.
Dopo il laser eseguiamo l’esame colturale sul tessuto e la biopsia. Entrambi sono negativi.
Finalmente i primi di giugno G. può essere dimessa dal CCFD. Avere impostato un percorso multidisciplinare per la sua ferita ci ha permesso di ottenere la corretta traiettoria di guarigione.
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