Come posso aiutare il mio ragazzo, sofferente per ulcere vasculitiche?
Vanessa ci contatta per conto del fidanzato Marco che, dopo tanto tempo dall’ultima volta, ha riscontrato la comparsa di ulcere vasculitiche, con piccole vescicole sugli arti inferiori.
Nel messaggio che ci ha scritto, chiede consiglio su come poter aiutare il ragazzo che ama, ipotizzando possa trattarsi di una vasculite psicosomatica, come nel caso della signora Maria, nostra precedente paziente:
Gentili dottori,
scrivo a nome del mio fidanzato Marco, che all’età di 7 anni, in seguito a un incidente, dovette subire un intervento per ematoma alla testa e altre svariate operazioni chirurgiche per la frattura di una gamba.
Dopo l’ultimo intervento per la rimozione delle cambre gli venne fuori una specie di vasculite. Dico “specie” perché allora non furono pienamente in grado di diagnosticare queste macchie, che comparivano fino a scoppiare e diventare necrotiche. Questo gli succedeva prevalentemente nel periodo primaverile e durò per diversi anni. Trovò poi sollievo con l’ozonoterapia.
Oggi, dopo parecchi anni che non veniva fuori più nulla, sono scoppiate nuovamente queste vescicole in entrambi gli arti inferiori (dal ginocchio in giù, fino alle caviglie). Mi piacerebbe poter mandare delle foto, così da comprendere a pieno la situazione.
La biopsia che gli è stata fatta qualche giorno fa ha diagnosticato la vasculite, ma non siamo molto felici in quanto dicono che la maggior parte delle vasculiti sono idiopatiche.
Ho letto con estremo interesse il caso della signora Maria, che parla della vasculite psicosomatica, e sono fermamente convinta che possa trattarsi del nostro caso. Non sono un medico e per questo mi rivolgo a voi, chiedendo un consiglio.
Marco ha 29 anni e molte cicatrici ‘necrotiche’ nei piedi. A parte le cicatrici, fa male vedere la persona che ami soffrire e non poter fare niente per dargli sollievo. È possibile avere un vostro parere? Grazie mille
Saluti, Vanessa
Risponde qui sotto, nei commenti, il nostro Direttore Sanitario Dott. Pasquale Longobardi, laureato in Medicina e Chirurgia con specializzazione in Medicina del Nuoto e delle Attività Subacquee. Per saperne di più sul trattamento delle ulcere e delle lesioni clicca qui:
gentile Vanessa, ti ringrazio per l’attenzione e per la stima. Mi dispiace molto per la sofferenza di Marco. Adoro il tuo amore verso di lui che ti ha spinto a cercare informazioni per aiutarlo.
Sono contento che tu abbia trovato interessante l’articolo pubblicato dalla Redazione del blog Centro iperbarico Ravenna (http://tinyurl.com/kbl67o7) sulla importanza dell’ascolto competente nel facilitare il recupero dell’equilibrio del sistema immunitario, essenziale per guarire e prevenire la vasculite.
Puoi inviare le foto delle gambe di Marco all’indirizzo: scrivici@iperbaricoravenna.it (attenzione dr. Pasquale Longobardi, Direzione sanitaria). Saranno importanti per capire meglio il problema.
Leggendo il tuo racconto, pare ci siano state due fasi distinte.
La prima ondata di vescicole e ulcere è stata immediatamente successiva alla rimozione delle cambre (fissatori metallici). Potrebbe esserci stata una intolleranza al metallo delle cambre o una infezione dell’osso o dei tessuti molli della gamba. La rimozione del metallo e la ozonoterapia aveva risolto il problema.
Nella foto sottostante riporto l’immagine della cambre utilizzate per la fissazione delle fratture (rimossa in Marco)
Adesso, a distanza di anni dalla prima fase, c’è il ritorno delle vescicole dolorose. Il fatto che siano localizzate su entrambe le gambe e che la biopsia confermi la diagnosi di vasculite fa pensare che il sistema immunitario sia in difficoltà. Nel nostro sangue c’è una polverina (citochine) che serve per stimolare le cellule della difesa a eliminare le cellule tumorali che, inevitabilmente, produciamo tutti i giorni. Quando la polvere diventa polverone, per qualsiasi motivo, i globuli bianchi (difesa) si “arrabbiano” e si trasformano da palline da golf in polipi. I tentacoli si attaccano alla parete dei vasi sanguigni e parte l’infiammazione (rossore, calore, gonfiore, dolore, alterata funzionalità).
Dire “vasculite” è come dire “cielo stellato”. Ogni sintomo è una stella. Solo un astronomo sa riconoscere le costellazioni, solo un reumatologo sa dare nome e cognome al tipo di vasculite. L’aggettivo “idiopatico” significa che i medici non hanno capito, finora, di quale tipo di vasculite si tratti.
Il percorso del Centro iperbarico Ravenna prevede i seguenti passi. Oltre alla biopsia, è necessario controllare i seguenti esami del sangue: emocromo con formula e piastrine, aptoglobina, protidemia totale, sideremia, creatininemia, glicemia, GPT, VES, PCR, fibrinogeno, ANA, ENA, fattore reumatoide, anti DNA, ANCA, crioglobulinemia, Ig G e IgM anticardiolipina, markers epatite.
Consiglio anche una consulenza angiologica con capillaroscopia (è l’analisi al computer del microcircolo delle dita della mano, serve per vedere se ci fosse una ostruzione dei piccoli vasi con conseguente emorragia).
Siccome mi incuriosisce il rapporto tra la pregressa frattura alla gamba e la successiva esplosione del problema, consiglio una scintigrafia con leucociti marcati delle gambe per escludere un processo infiammatorio a carico delle ossa o dei tessuti molli.
Quando Marco avrà acquisito queste informazioni, contatta la segreteria del Centro iperbarico Ravenna (0544-500152) per un appuntamento con il Centro Cura Ferite Difficili, segnalando che abbiamo già iniziato a valutare il caso nel blog.
Presso il Centro eseguiremo diverse indagini (valutazione della circolazione, della ossigenazione dei tessuti, del dolore) e decideremo se proseguire con le nostre terapie per la cura delle ulcere reumatiche o se indirizzare Marco al reumatologo con il quale collaboriamo attivamente.
Nel frattempo, ti suggerisco di trattare il dolore con il paracetamolo (1000 milligrammi anche tre volte al giorno) che è la terapia di base del dolore secondo il protocollo della European Wound Management Association (EWMA). Le terapie più specifiche potranno essere indicate dopo la visita medica. Evita di sovraccaricarlo di antidolorifici e antinfiammatori perché si rischia di aumentare il polverone e di far arrabbiare ulteriormente i globuli bianchi con il peggioramento del dolore e delle vescicole.
Certamente continua ad amarlo, è una prescrizione medica!
Un caro saluto, dr. Pasquale Longobardi
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