Diabete e grave arteriopatia: a rischio l’amputazione del piede?
Cinzia ci contatta perché il padre, cardiopatico e diabetico, soffre di ulcere conseguenti a una frattura scomposta di tibia e perone.
Nel tentativo di alleviare la sofferenza dell’anziano genitore, ci ha scritto questo messaggio:
Egregio Dr. Longobardi,
mi rivolgo a Lei per un consiglio sulla situazione di mio padre, 83 anni affetto da cardiopatia (nel 2008 ha subito un intervento per la sostituzione della valvola aortica con una biologica), diabete tipo 2, vasculopatia grave agli arti inferiori.
In seguito a una caduta (settembre 2010), ha riportato una frattura scomposta alla tibia e al malleolo della gamba destra. È stato operato e ingessato, tolto il gesso però sono comparse le ulcere. Queste da allora sono peggiorate tantissimo, al punto che hanno dovuto rimuovere gran parte del tendine della gamba, ormai scoperto e, oggi, si parla di amputazione. È presente una brutta infezione, prima di Escherichia coli e poi di Pseudomonas. Purtroppo forti antibiotici lo stanno debilitando tantissimo ma con il problema della vasculopatia non riescono a risolvere l’infezione. Ulteriore rischio è dato dalla possibilità che da un’ulcera al lato del piede dx, l’osso possa essere stato attaccato dalla seria infezione e questa possa aver camminato nel midollo, dentro cui c’è l’impianto inserito per l’intervento alla tibia.
Vorrei tanto avere da Lei un parere e sapere se e come (viviamo a Roma) possiamo avere un consulto.
La ringrazio tanto per la disponibilità. Cinzia.
Risponde qui sotto, nei commenti, il nostro Direttore Sanitario Dott. Pasquale Longobardi. Per saperne di più sul trattamento delle ulcere e delle lesioni clicca qui:
cara Cinzia, ti ringrazio per l’attenzione. Sono molto preoccupato per la situazione di tuo padre.
L’unica possibilità che hai è di consultare un bravo chirurgo vascolare (come quelli della Scuola del prof. Gossetti del Policlinico Umberto I di Roma) che, attraverso ecocolordoppler e angiografia o angioRisonanza, possano valutare se sia possibile ripristinare il flusso ematico.
Se ciò fosse possibile, in sala operatoria, sarebbe da pulire chirurgicamente le ferite e l’osso infetto per poi ricoprirlo con un innesto omologo (da donatore) o eterologo (bioingegneria tessutale).
E’ essenziale che il diabete sia tenuto in compenso.
Se quanto sopra si realizzasse, consiglio vivamente un ciclo di ossigenoterapia iperbarica per favorire la formazione di nuovi vasi sanguigni, l’attecchimento dell’innesto e la cicatrizzazione della lesione. Difatti la terapia iperbarica trova indicazione elettiva proprio in pazienti con fattori di compromissione che rendano difficile la guarigione, come nel caso del tuo papà.
Presso il Centro iperbarico Ravenna, attraverso l’ossimetria transcutanea e la LaserDopplerFlussimetria, riusciamo a predirre la possibilità di evitare l’amputazione ma per il tuo papà è preferibile che sia gestito in Roma.
In bocca al lupo e tienimi aggiornato. Pasquale
Cinzia De Paolis
Caro Dr. Longobardi,
la ringrazio tantissimo per la tempestività e soprattutto chiarezza con cui mi ha risposto.
Mio padre attualmente è in cura (3 volte a settimana) presso l’ambulatorio di chirurgia vascolare dell’Ospedale San Camillo, dove peraltro è in lista dallo scorso Gennaio per un bypass dietro al ginocchio della gamba dx. Proprio alla luce di quanto mi hanno anticipato ieri, domani mattina andrò per discuterne con le idee molto più chiare grazie a lei. Quanto letto infatti, mi dà coraggio nel credere che non tutto è perduto soprattutto per mio padre che nonostante le sofferenze non ha mai smesso di lottare, è assolutamente lucido e controllato. Nei prossimi giorni contatterò (ho già i numeri) un chirurgo vascolare del Policlinico per una prima visita e poi spero tanto si possa intraprendere la strada risolutiva al meglio. Grazie ancora di cuore per quanto ha già fatto e appena avrò notizie sarà mia cura aggiornarla.
… crepi il lupo!
Cinzia
carmela
salve dottore, le scrivo per avere un aiuto. Il mio papà ha 67 anni, è in dialisi da 12, è stato accanito fumatore per 40 anni, ha smesso da 6. Ha avuto una pleurite 9 anni fa e ha un polmone collassato. 3 mesi fa ha avuto un emorragia allo stomaco e l’hanno salvato per il rotto della cuffia. Gli esami sono in regola.
Due giorni dopo le trasfusioni (per un totale di 6 sacche di sangue) ha cominciato ad avere i piedi gonfi. Siccome uno di loro è peggiorato, è stato disteso a lungo e adesso non riesce a camminare per piu di 5 minuti. Sul lato del tallone è comparsa una ferita tondeggiante che lui ha curato per un lungo periodo..senza che si cicatrizzasse mai..si formava la crosta, cadeva e si riformava. Sembra quasi che scavi: ha dolori improvvisi.
L’abbiamo portato in ospedale e là, dopo tanti esami e – finalmente – l’angiografia – ci hanno detto che è affetto da arteriopatia al piede e che se non operata rischia l’amputazione del piede.
Noi viviamo in Basilicata e il medico ci ha consigliato solo 2 centri che curano il piede diabetico arteriopatico e con il quadro clinico generale del mio papà: uno a Milano, l’altro a Padova. Lei pensa che ce ne siano altri nelle nostre vicinanze ben preparati ad affrontare questo problema, soprattutto considerando che il mio papà é in dialisi e ha il polmone collassato? Mi aiuti a capire.
Pasquale Longobardi
cara Carmela, ti ringrazio per l’attenzione. La situazione del papà è grave ma, se non altro, è chiara la diagnosi: piede diabetico arteriopatico. I diversi fattori di compromissione (in particolare la dialisi), hanno facilitato l’insorgenza e aggravano l’arteriopatia. Concordo che l’ulcera al tallone dipenda dalla arteriopatia e che non guarirà fino a quando non sia ripristinata la circolazione del sangue al piede.
Ci sono, in Italia, diversi Centri per la cura del piede diabetico. Ti consiglio di contattare il dr. Antimo Aiello, coordinatore del Gruppo di studio per il piede diabetico e chiedergli il Centro più vicino alla Basilicata dove curare il tuo papà. il dr. Aiello è il primario della Diabetologia dell’Ospedale CARDARELLI di Campobasso (tel. 0874-4091).
In caso di difficoltà sappi che in Ravenna, il piede diabetico arteriopatico è ben curato dall’equipe di chirurgia vascolare dell’Ospedale Civile “S. Maria delle Croci” diretta dal bravo dr. Elio Piccinini; c’è una ottima equipe di diabetologia coordinata dal dr. Paolo Di Bartolo e l’emodialisi. Inoltre c’è una buon Centro per il piede diabetico nella Casa di Cura “Villa Maria” in Cotignola (Lugo, Ravenna) diretta dal dr. Luca Della Paola.
Un caro saluto, Pasquale
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