Ulcere da pressione o da decubito
Che cosa sono le ulcere da decubito?
Le ulcere da decubito sono lesioni localizzate nella cute e/o nel tessuto sottostante, in cui i tessuti sono compressi tra prominenze ossee e superfici dure. Le ulcere da pressione sono causate da elevata/prolungata compressione, o da forze di taglio o stiramento, le quali determinano uno stress meccanico ai tessuti e la strozzatura dei vasi sanguigni.
Inizialmente, si può osservare un lieve rossore nell’area colpita, che rappresenta il primo segno di danno tissutale. Il tessuto sottostante si deteriora a causa di una scarsa affluenza di sangue. Vengono colpiti diversi strati cutanei, i muscoli e infine le ossa.
Chiunque può sviluppare un’ulcera da pressione, ma sono a rischio più elevato gli anziani, le persone allettate, affette da paralisi e i pazienti denutriti. Le aree particolarmente a rischio sono tutte le prominenze ossee tra cui i talloni, l’osso sacro, i gomiti, le ginocchia e le scapole.
Le ulcere da pressione possono essere evitate nella maggior parte dei casi attraverso misure preventive e cioè riducendo la pressione, curando la pelle e contenendo il più possibile i fattori di rischio. Identificare il giusto trattamento di un’ulcera da decubito può fare la differenza per evitare l’aumento del rischio di infezione.
Sintomi delle ulcere da pressione o da decubito
Le parti del corpo più a rischio di piaghe da decubito sono quelle non protette dal grasso corporeo e in contatto diretto con una superficie di sostegno, come il letto o la carrozzina.
Secondo l’EPUAP (European Pressure Ulcer Advisory Panel, Organizzazione Europea per le piaghe da decubito), in base al danno tissutale e alla profondità interessata, si può classificare la gravità di queste ulcere:
Categoria I: Eritema non sbiancabile
- Cute rimane integra, ma può essere dolente o pruriginosa
- Eritema non reversibile alla digitopressione
- Cute può risultare calda e dura
Categoria II: Perdita Cutanea a Spessore Parziale
- Perdita di spessore parziale del derma che si presenta come un’ulcera aperta superficiale
- Può anche presentarsi come una vescica intatta o aperta/rotta piena di siero
- Si presenta come un’ulcera superficiale
Categoria IV: Perdita di Tessuto a Spessore Totale
- Pelle gravemente lesionata
- Tessuto intorno inizia a morire (necrosi del tessuto)
- Perdita di tessuto a spessore totale con esposizione ossea, tendinea o muscolare
- Spesso sono presenti lo scollamento e la tunnelizzazione dei tessuti
Non studiabili: Profondità Sconosciuta
- Perdita di tessuto a spessore totale
- Il letto della lesione è coperto interamente da tessuto non vitale (slough o necrosi), che non permette di valutare la perdita
- Fino al momento in cui lo slough e/o l’escara non vengono rimossi per rendere visibile la base dell’ulcera, la vera profondità e pertanto la Categoria/Stadio non può essere determinata
Sospetto Danno Profondo del Tessuto: Profondità Sconosciuta
- Area localizzata di colore viola o marrone di cute intatta scolorita o flittene
- L’area può essere preceduta dalla presenza di tessuto doloroso, solido, pastoso, melmoso, più caldo o più freddo rispetto al tessuto adiacente
- La ferita può evolvere ulteriormente coprendosi con un’escara sottile
- L’evoluzione può essere rapida esponendo strati aggiuntivi di tessuto anche in presenza di un trattamento ottimale, proprio perché potrebbe trattarsi di un danno profondo
Il nostro percorso di cura per le da pressione o da decubito
Presso il Centro Iperbarico di Ravenna ha sede il Centro Cura Ferite Difficili (CCFD), una struttura di eccellenza per il trattamento di ulcere con difficoltà di cicatrizzazione attiva dal 2004, con personale altamente specializzato nella cura delle ulcere e con tecnologie all’avanguardia.
L’approccio elaborato dal CCFD del Centro Iperbarico di Ravenna si basa su un’esperienza acquisita in oltre 15 anni di attività; prevede un percorso di diagnosi e cura di tipo multispecialistico e multidisciplinare a cui, oltre alle medicazioni avanzate, può essere abbinata anche l’Ossigenoterapia Iperbarica (OTI).
Innanzitutto, si procede con la valutazione dei fattori predisponenti allo sviluppo delle lesioni, cercando di correggerli in un’ottica multidisciplinare. È necessario collaborare con più professionisti e soprattutto con i caregiver per arrivare a raggiungere un obiettivo ottimale. Ad esempio, è necessario correggere l’aspetto nutrizionale, soprattutto proteico e di micronutrienti, maggiore rispetto a un normale stato in assenza di ulcerazioni. Il corpo ha bisogno di maggiore energia per fare fronte a un “attacco” come è quello rappresentato dall’ulcera da pressione.
L’utilizzo dei presidi anti decubito è altrettanto fondamentale, in quanto la pressione è la principale causa dell’insorgenza dell’ulcera da decubito. Rimuovere la causa quindi è fondamentale attraverso lo scarico della zona usando i presidi idonei. Quello che il personale sanitario fa in questo caso, non è solo l’identificazione dei presidi idonei, ma anche l’educazione dei caregiver la cui collaborazione risulta fondamentale per il raggiungimento degli obiettivi condivisi.
Nei casi più complicati, il paziente dovrà sottoporsi a esami specifici che servono a identificare la presenza di eventuali infezioni, soprattutto se c’è l’interessamento osseo. Se così fosse, il percorso chirurgico, dovrà essere abbinato al ciclo di OTI, che lavora in sinergia con la terapia antibiotica. Lo scopo dell’OTI è quello di combattere infezione e infiammazione e facilitare la riparazione tissutale.