Spondilodiscite in paziente dializzato. La terapia iperbarica è utile?
Anna ci chiede aiuto perché il padre, già soggetto a dialisi, è affetto da spondilodiscite aspecifica e soffre di dolori molto forti, con una regressione rispetto ai benefici avuti dalle cure passate nel periodo più recente.
Ecco il messaggio:
Salve, le vorrei chiedere una cortesia: mio padre è affetto da spondilodiscite aspecifica da diversi mesi e sta continuando ad assumere gli antibiotici specifici. Si sono avuti nel tempo dei risultati molto lenti in quanto mio padre dializza e la malattia è stata causata da quest’ultima; ora il soggetto non riesce nuovamente a deambulare e continua ad avere dolori molto forti da impedirgli qualsiasi movimento. C’è stato un regresso, cosa si può fare? Vorremmo contattare il Centro Iperbarico di Ravenna perché il caso è urgente. Confido in una vostra sollecita risposta.
Distinti saluti.
Risponde, nei messaggi, il nostro Direttore Sanitario Dott. Pasquale Longobardi. Poi, approfondisci le patologie trattabili con l’Ossigenoterapia Iperbarica cliccando qui:
Pasquale Longobardi
cara Anna, grazie per l’attenzione e la stima. Mi dispiace per la grave patologia che affligge il tuo babbo.
La spondilodiscite è un processo patologico che interessa il disco intervertebrale ed il tessuto osseo adiacente. L’insorgenza è più facile in persone fisicamente indebolite (come il tuo babbo soggetto alla dialisi). La diagnosi di spondilodiscite è stabilita dalla triade sintomatologica classica: febbre, dolore e deficit neurologici.
Il peggioramento attuale della condizione clinica (“non cammina più”) significa che c’è una riattivazione dell’infezione. E’ necessario controllare la positività degli indici di infiammazione (VES, PCR, fibrinogeno); eventualmente ripetere una ecografia dei tessuti molli perivertebrali e/o RM o TC ; ne caso che gli antibiotici non funzionassero è utile la conferma microbiologica attraverso l’isolamento del patogeno.
La probabilità di guarigione dipende dal ritardo della diagnosi. Un ritardo superiore a otto settimane rende più probabili le conseguenze a distanza come deficit neurologici (nel 33% dei casi, gravi nel 3% dei casi) che insorgono, in media, dopo 5.4 anni dal trattamento.
Presso il Centro iperbarico Ravenna (tel. 0544-500152, email: scrivici@iperbaricoravenna.it) otteniamo ottimi risultati nella cura della spondilodiscite associando:
– ossigenoterapia iperbarica per favorire la detersione del focolaio settico e il riassorbimento dell’edema. Ha un’azione batteriostatica o battericida (a secondo del germe). Favorisce la neoangiogenesi, stimola l’attività degli osteoclasti e successivamente quella degli osteoblasti nella formazione di osso sano. Inibisce il processo infiammatorio cronico impedendo la diapedesi dei leucociti. L’ossigenoterapia iperbarica, infine, sinergizza con gli altri trattamenti. Soprattutto ha un’azione diretta positiva sulla farmacocinetica di alcuni antibiotici.
– immunoterapia aspecifica (detto anche “vaccino”) quando la causa sia lo Stafilococco;
– riabilitazione in acqua e terapia fisica per mantenere attivo il tono muscolare;
L’impegno in Ravenna è di due – tre settimane (a secondo della gravità del caso), dal lunedì al venerdì (ci sono convenzioni per agevolare i quattro pernottamenti settimanali). Il programma prevede due sedute al giorno di ossigenoterapia iperbarica con la somministrazione della immunoterapia aspecifica (da ordinare separatamente, se necessaria), intervallate dalla riabilitazione in acqua e dalla massofisioterapia.
Prima di decidere per il trattamento in Ravenna, per piacere, invia una sintesi della documentazione (chiedi di Claudia Ferreira, mia assistente) e informati sui costi. Per l’alloggio ci sono delle convenzioni con agriturismo, albergo e casa di cura privata (dipende dalle condizioni cliniche del babbo).
Nel 2010 il Centro iperbarico Ravenna (dr. Moreno Pozza e io) abbiamo presentato al Congresso della Società Europea di Medicina Iperbarica uno studio su 27 pazienti affetti da spondilodiscite trattati presso il nostro Centro dal 1 gennaio 1999 al 1 giugno 2010.
Al termine dell’ossigenoterapia iperbarica (OTI) 21 pazienti (95,5%) avevano ottenuto un miglioramento clinico soggettivo. Questi pazienti hanno riportato una riduzione del dolore: la Visual Analogic Scale (VAS) è migliorata passando da una media di 7 (prima dell’OTI) a una media di 1 (a fine ciclo OTI). Erano migliorate la mobilità e la deambulazione.
In 8 pazienti (36,4%) c’è stato un miglioramento del quadro radiologico (RMN e scintigrafia) e in 7 pazienti (31,8%) si è avuto un miglioramento con la normalizzazione degli indici di flogosi ematici (VES, PCR, Fibrinogeno). In 2 casi (9,09%) c’è stato un miglioramento sia radiologico che degli indici di flogosi. Inoltre la media dei giorni del trattamento antibiotico (97.7 giorni, range 40-210) è risultata essere inferiore rispetto ai dati della letteratura.
Troverai maggiori informazioni nell’articolo: http://tinyurl.com/9e4yju8
Spero che queste informazioni ti possano essere utile per assistere il tuo babbo. Resto a tua disposizione per ogni chiarimento. Ciao, Pasquale
anna
Grazie mille Dott.Pasquale per la sua disponibilità gliene sono grata;al più presto ci metteremo in contatto col Centro.Spero per mio padre nella completa guarigione visto che da mesi combatte contro questa malattia con scarsi e utopici risultati.Se necessario non mancherò nel contattarla 🙂
Distinti Saluti…Anna
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