Sono affetta da sindrome di Raynaud e Sclerodermia. La terapia iperbarica può servire?
Ho 55 anni e due anni or sono mi è stata diagnosticata una sclorodermia limitata (MCV 100 Ana 1:2560 Cenp) con impegno articolare e microcircolo con aspetto puffy delle mani.
Grazie per le informazioni che potrete darmi,
Nedjoua Belkacem
Cara Alessandra,
grazie per l’interesse che ci dimostra, cercherò di essere il più chiara possibile nel risponderle.
Lei ci pone un duplice quesito: l’effetto della terapia iperbarica in caso di sclerodermia e in caso di insufficienza venosa.
La Sclerodermia è una malattia infiammatoria cronica su base autoimmunitaria del tessuto connettivo cioè il tessuto che collega le parti del nostro corpo. Come la tela di un ragno, le fibre di questo tessuto mettono in collegamento le cellule per formare i vari tessuti e organi ed è presente in tutto l’organismo. Il collagene è una delle proteine che lo costituiscono.
L’aumento di produzione di collagene indotto da questa malattia provoca principalmente l’ispessimento della pelle in forma limitata (come lo è nel suo caso) o in forma estesa (sclerosi sistemica
Il fenomeno di Raynaud è una delle manifestazione della sclerodermia ed è dovuto ad un processo infiammatorio che interessa il rivestimento dei piccoli vasi sanguinei con conseguente alterazione della funzione e della struttura di capillari e arteriole. Si esprime con uno spasmo dei piccoli vasi e l’interruzione momentanea dell’apporto di sangue che, come lei ben sa, genera la comparsa di episodi reversibili di pallore cutaneo delle dita delle mani (meno frequentemente dei piedi) dopo l’esposizione al freddo e/o a seguito di uno stress emotivo.
La terapia iperbarica non ha ancora dimostrato la sua efficacia nelle malattie autoimmuni, in questo caso la sclerodermia. Attualmente sono però in corso numerose ricerche scientifiche per verificarne gli effetti.
Ad oggi non esiste ancora una cura radicale della malattia e la terapia di fondo che aspira alla normalizzazione dei fenomeni immunitari è di natura antinfiammatoria ed immunosoppressiva.
Tuttavia, la terapia iperbarica potrebbe migliorare il fenomeno di Raynaud aumentando il flusso sanguigno capillare cutaneo con lo scopo di diminuire il vasospasmo persistente, il numero e l’intensità degli episodi e prevenire l’evoluzione verso le ulcerazioni alle nocche e alla punta dei polpastrelli delle dita.
La terapia iperbarica deve essere accostata alla terapia farmacologica che dilata i vasi detti vasodilatatori [per via orale (Nifedipina- amlodipina..) o per via infusionale, in particolare infusioni di prostanoidi (Iloprost)].
Inoltre deve essere accompagnata dalla terapia anti-aggregante a base di aspirina in piccole dosi che previene le microtrombosi.
Le consiglio anche di abbinare alle sedute in camera iperbarica un ciclo di terapia FREMS, un tipo di elettrostimolazione in grado di aumentare il rilascio di monossido d’azoto da parte dell’endotelio dei vasi sanguigni. Il monossido d’azoto è un importante vasodilatatore e quindi anch’esso può aiutarla ad alleviare i sintomi, soprattutto durante il periodo in cui ha maggiori episodi e riacutizzazioni.
Non sono da sottovalutare le corrette abitudini di vita: prevenire l’esposizione a sbalzi di temperatura, l’abolizione del fumo di sigarette e evitare stress emotivi. Durante un episodio di Raynaud il consiglio è quello di mantenere la calma e portarsi in un ambiente caldo, strofinare le dita, roteare le braccia per aumentare la circolazione e far scorrere acqua tiepida (non bollente) sulle parti affette.
Per quanto riguarda l’insufficienza venosa, l’ossigenoterapia iperbarica interviene in caso di ulcere conseguenti (nella maggior parte a livello delle gambe) per velocizzare i tempi di guarigione e trattare le complicazioni infettive.
Le consiglio pertanto di affidarsi alle competenza dell’angiologo o del flebologo.
Sperando di aver fatto un po’ di chiarezza sui suoi dubbi, mi sento di consigliarle di avvicinarsi a queste terapie prendendo contatti presso la nostra segreteria (Tel: 0544 500152) che la guiderà in tutte le procedure amministrative ai fini di un’eventuale presa in carico, sia in forma privata sia a carico del sistema sanitario nazionale.
Cordiali saluti,
Dott. Nedjua Belkacem
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