Rischio amputazione dopo grave frattura: quali cure per prevenirla?
Emanuele è attualmente in cura presso il nostro centro, dove sta effettuando le sedute di terapia iperbarica successive a una frattura esposta riportata dopo un incidente in moto. Nonostante tutto, permane il rischio amputazione: per questo Anna, mamma di Emanuele, ci scrive alla ricerca di consigli.
Egr. Dott. Longobardi, sono Anna.
Proprio oggi l’ho vista al Centro mentre aspettavo mio figlio, in terapia nella camera iperbarica da tre giorni per una ferita molto grave riportata alla gamba sinistra in seguito a un incidente con lo scooter avvenuto sabato scorso. Non sapevo fosse lei, altrimenti ciò che le sto per scrivere glielo avrei chiesto di persona.
Dunque: Emanuele, questo è il nome di mio figlio, è stato accolto presso di voi giovedì 12/08 con ingresso effettuato dal Dott. Marco Merli e su richiesta del dott. Marco Trono, ortopedico dell’ospedale degli Infermi di Rimini. Il dr. Merli ha prescritto 25 sedute di terapia iperbarica, oggi Emanuele ha effettuato la terza. Il dott. Trono (che ha effettuato immediatamente l’intervento subito dopo l’entrata al pronto soccorso su di una ferita molto contaminata e dichiarata in sub amputazione) sperava in una risposta migliore che tutt’oggi ancora non ha ottenuto, pertanto la prossima settimana interverrà una seconda volta per effettuare in intervento di pulizia e lavaggio della ferita.
Premesso che Emanuele oggi ha avuto una terribile crisi di pianto e sconforto perché dall’espressione preoccupata del medico aveva dedotto che gli volesse amputare la gamba (ha poi però parlato con il medico stesso che lo ha tranquillizzato). La possibilità di una necrosi seria rimane. Le chiedo gentilmente di dedicare un po’ del suo prezioso sapere e tempo a questo caso in particolare: quali conseguenze ci possono essere in questo caso specifico nell’interrompere una terapia già avviata? Gli antibiotici che vengono utilizzati a tutt’oggi sono quelli che meglio possono interagire con l’ossigeno iperbarico? Che consigli si sente di dare in merito? Può confrontarsi con la caposala Patrizia Baroni e con il Dott. Merli che hanno visto e medicato Emanuele?
Rimango in attesa di un Suo gentile riscontro; se Le è possibile mi contatti telefonicamente. Grazie fin d’ora della Sua attenzione. Cordiali saluti, Anna.
Risponde qui sotto, nei commenti, il nostro Direttore Sanitario Dott. Pasquale Longobardi. Per saperne di più sulle patologie trattabili con l’Ossigenoterapia Iperbarica clicca qui:
Pasquale Longobardi
gentile sig. Anna, grazie per il contatto e la stima. Ho ritenuto opportuno chiamarla direttamente e resto in attesa di parlare con il dr. Marco Trono, appena sarà terminato l’intervento di revisione della gamba. Utilizzo il blog per dare informazioni che possano essere utili ad altri pazienti affetti dallo stesso problema di Emanuele. Nelle fratture esposte – specialmente se vi sia sub-amputazione, distacco dell’arto, sindrome da schiacciamento – presso il Centro iperbarico Ravenna viene misurato quanto ossigeno arriva nella ferita (ossimetria transcutanea). Questo dato, insieme all’ecodoppler delle arterie, alla angiografia o alla angio Risonanza Magnetica permette di valutare se vi sia un danno vascolare. Inoltre viene valutata la compromissione dei sistema nervoso periferico e la presenza di infezione dei tessuti molli. Il dr. Marco Merli e la caposala Patrizia Baroni conoscono perfettamente il percorso diagnostico e terapeutico ottimale per queste patologie. Appena contatterò il dr. Marco Trono, valuteremo insieme l’opportunità di eseguire due trattamenti iperbarici al giorno per garantire l’ossigenazione prolungata dei tessuti sofferenti. Questo permetterà di controllare l’infezione, di delimitare la parte salvabile da quella necrotica (da rimuovere). Inoltre l’ossigeno iperbarico stimola la mobilizzazione dal midollo delle cellule staminali (si possono considerare come degli operai tuttofare). Questo, insieme all’azione della rivascolarizzazione (laddove sia necessaria e possibile), favorisce la formazione di nuovi vasi sanguigni nella zona della lesione. Ciò è importante per portare in sede gli antibiotici.
Le sono vicino nella speranza e mi impegno a fare il meglio per superare l’attuale fase critica, scongiurare l’amputazione e provvedere, quanto prima, a passare nella fase (più facile da gestire) della riparazione tessutale. Utilizzi il mio cellulare per rimanere in costante contatto con me.
Cordiali saluti, Pasquale Longobardi
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