Osteonecrosi: l’avventura a lieto fine di Giuseppe
Giuseppe è un signore di 66 anni, che a metà gennaio 2019 lamenta un improvviso dolore all’inguine destro, talmente forte che si propaga anche all’anca. Il dolore intenso gli rende difficile anche camminare. Il suo medico curante, dopo aver visitato Giuseppe, richiede una risonanza magnetica.
L’indagine, eseguita in data 21 febbraio, mette in evidenza come la causa di questo dolore sia dovuta a una necrosi ischemica del femore destro. A Giuseppe, il medico propone l’Ossigenoterapia Iperbarica (OTI), perché questa è una fra le patologie ufficialmente riconosciute dal Servizio Sanitario Nazionale come curabili con la camera iperbarica.
E così Giuseppe si presenta al Centro Iperbarico di Ravenna per una valutazione da parte di uno dei nostri medici, che prende visione della risonanza magnetica e gli propone il protocollo terapeutico che viene applicato nel nostro Centro per la cura dell’osteonecrosi. Il protocollo del Centro consiste in un ciclo di trenta sedute di OTI di cui 15 alla profondità di 2.5 ATA e le successive a 2.2 ATA (https://www.iperbaricoravenna.it/aree-di-intervento/ossigenoterapia-iperbarica/indicazioni-terapeutiche/necrosi-ossea-asettica/).
Inoltre, grazie all’esperienza maturata dal Centro Iperbarico di Ravenna nella cura di questa patologia, il protocollo che utilizziamo prevede l’uso delle stampelle (per sgravare l’osso dal peso corporeo, favorendone così la guarigione) e il consulto con il nostro medico fisiatra, il Dottor Francesco Fontana.
Il ruolo del fisiatra, in collaborazione con il medico iperbarico, è fondamentale nel trattamento di questa patologia, perché spesso le osteonecrosi sono causate o favorite da sovraccarichi funzionali dovuti a vizi e difetti posturali (ad es: caduta della volta plantare, ginocchia fortemente valghe ecc.). Va da sé, che al fine di risolvere la problematica, oltre a trattare la necrosi, sia fondamentale correggere i fattori che ne hanno favorito o causato la formazione.
Al termine del ciclo di terapia iperbarica previsto dal protocollo, l’11 aprile, a Giuseppe si consiglia di continuare con la terapia medica già prescritta e viene fissato un controllo con il medico fisiatra a distanza di 30 giorni.
Dopo due mesi dal termine della terapia OTI, a inizio luglio, rivediamo Giuseppe con il referto della risonanza magnetica eseguita per controllo. Con grande gioia e soddisfazione di Giuseppe, la risonanza rivela la completa guarigione dell’osteonecrosi.
Siamo felici per Giuseppe per la sua battaglia vinta contro l’osteonecrosi.
Infine, vogliamo ricordarvi, come in questo caso, che la diagnosi precoce riveste un ruolo di primaria importanza. Infatti, se trattata in tempo, con associazione terapeutica tra OTI, magnetoterapia, terapia farmacologica e scarico, si può risolvere la problematica senza ricorrere alla chirurgia e alla protesizzazione, che diversamente rappresenterebbero l’opzione terapeutica alternativa.
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