La storia di Andrea, affetto da arteriopatia periferica cronica ostruttiva
Dolore improvviso, costrizione, crampi, fastidio, affaticamento a carico degli arti inferiori, che si verificano durante il cammino e regrediscono con il riposo possono essere i classici sintomi dell’arteriopatia periferica cronica ostruttiva. Quando l’arteriopatia interessa i vasi che portano il sangue alle gambe, a volte, si hanno una serie di disturbi, più o meno invalidanti. Questi problemi provocano una riduzione del flusso del sangue lungo le arterie malate, che possono essere parzialmente o completamente ostruite. Ne consegue che le arterie malate possono creare gravi danni alle gambe e ai piedi. L’arteriopatia colpisce prevalentemente i maschi e la sua frequenza aumenta con l’età, specie dopo i 60 anni, mentre le donne sono relativamente protette, almeno sino ai 70 anni. In seguito, il rischio tra i due sessi tende a pareggiarsi.
Purtroppo, l’arteriopatia periferica cronica ostruttiva è la malattia con cui da anni convive Andrea e che è entrata a far parte della sua vita quando era molto giovane.
Andrea manifesta i primi sintomi nel lontano 1994; insorgono con una piccola ischemia al V dito del piede destro che fortunatamente guarisce rapidamente.
Negli anni successivi gli episodi ischemici si ripresentano in maniera più importante interessando tutto l’avampiede. Nel 1997, i medici che seguono Andrea gli suggeriscono l’impianto di un elettrostimolatore midollare. Sanno che l’elettrostimolatore può essere un valido aiuto per migliorare il quadro generale, e così avviene.
Ad Andrea, purtroppo, un giorno capita di lesionarsi il tendine d’Achille, lesione che gli provoca anche una piccola ferita. Per risolvere questa ennesima disavventura i medici optano per un intervento di by-pass femoro-tibiale.
Per circa due anni, dopo il by-pass, Andrea non ha più problemi, poi di nuovo si ripresenta la stessa ferita al tendine. Questa volta la soluzione è applicare un innesto cutaneo sulla ferita che, in breve tempo, aiuta la chiusura della stessa.
In tutti questi anni, Andrea viene sempre seguito dal servizio domiciliare della sua città. Un’adeguata assistenza è necessaria per non fare degenerare il quadro generale, poiché, in chi soffre di arteriopatia periferica cronica ostruttiva, periodicamente si possono ripresentare lesioni, come quelle di Andrea, al tendine e all’avampiede.
Fortunatamente il quadro clinico generale di Andrea rimane stazionario fino al 2015. Poi in quell’anno, si ripresenta un’ischemia che, questa volta, colpisce prima il mignolo, per poi estendersi rapidamente a tutto l’avampiede sinistro. Purtroppo, in questo caso, non rimane che amputare. Le amputazioni, seppur necessarie, sono interventi invasivi e, su persone a rischio, possono aggravare il quadro generale di salute. Così capita ad Andrea. Dopo l’amputazione del piede la ferita si infetta e per molto tempo e Andrea è costretto a rimanere in ospedale. Anche dopo la dimissione le ulcere permangono rendendo necessaria una continua assistenza domiciliare.
Visto che le ulcere di Andrea non migliorano, i medici optano per una la rivascolarizzazione che però non avrà successo. I ricoveri ospedalieri si susseguono. Nel 2015 viene sostituito l’elettrostimolatore che svolge un ruolo importante nella gestione del dolore. Un nuovo elettrostimolatore viene reimpiantato nel 2019, che associato alla Terapia a Pressione Negativa (TPN) finalmente porta a un netto miglioramento delle lesioni.
Poi, Andrea viene a conoscenza del Centro Iperbarico di Ravenna e chiede al medico che ha seguito negli anni l’evoluzione della sua malattia di poter effettuare un ciclo di Ossigenoterapia Iperbarica (OTI). Questo perché la Terapia Iperbarica non arresta lo sviluppo dell’arteriopatia periferica, ma essendoci ipossia delle estremità e presenza di eventuali lesioni cutanee, è indicata (previa valutazione medica) per migliorare l’apporto di Ossigeno ai tessuti sofferenti e migliorare la condizione del microcircolo.
Durante la visita iniziale con i nostri medici per valutare l’idoneità all’OTI, vengono richiesti ad Andrea alcuni esami di laboratorio ed esami diagnostici, al fine di approfondire il suo quadro generale e individuare il migliore percorso di cura. Il nostro personale medico e infermieristico sottopone Andrea a: ABI (Ankle Brachial Index), un esame che si basa sulla misurazione della pressione arteriosa alla caviglia e al braccio, Ossimetria Transcutanea (TcoO2) e Laser Doppler. Questi esami ci permettono di capire la quantità di ossigeno che si diffonde dai capillari ai tessuti e la gravità dell’ipossia tissutale periferica e di conseguenza agire al meglio sul paziente.
A fine settembre Andrea inizia un primo ciclo di terapia iperbarica e medicazioni avanzate.
Finalmente, dopo 30 sedute di OTI e le medicazioni, Andrea ritorna a casa con un miglioramento delle lesioni, ma la sua patologia è cronica e richiede anche molta attenzione allo stile di vita. Andrea deve impegnarsi ad abolire il fumo, seguire una dieta appropriata, tenere monitorati i valori pressori e il peso; abitudini fondamentali per una migliore gestione della patologia. Inoltre, è bene che Andrea sia sempre seguito da personale sanitario qualificato. Mai tralasciare i piccoli avvertimenti che il nostro corpo ci dà, specialmente quando si convive con malattie croniche; segnali che un occhio esperto sa subito cogliere e gestire con le migliori cure disponibili.
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