Ischemia ossea e terapia iperbarica: quale protocollo seguire?
Roberto soffre di ischemia ossea al ginocchio, patologia per la quale ha recentemente iniziato con la terapia iperbarica. Per questo, ci scrive alla ricerca di alcuni chiarimenti sulla terapia da seguire:
Ieri ho iniziato la terapia iperbarica e desideravo avere alcuni chiarimenti:
- Da quando devo iniziare l’uso delle stampelle e per quanto tempo?
- Il fisioterapista alcuni mesi fa mi ha consigliato l’uso di pesi (2,5 Kg per gamba per 15 minuti per giorno) da applicarsi alle caviglie, con l’obiettivo di favorire la decompressione dell’articolazione del ginocchio: posso continuare?
- Recentemente seguo un corso di ginnastica in acqua termale, con l’obiettivo del mantenimento del tono muscolare: durante il corso, fra i vari esercizi, viene simulata anche la corsa e saltelli in acqua. Posso continuare?
Grazie di tutto, Roberto
Risponde qui sotto, nei commenti, il nostro Direttore Sanitario Dott. Pasquale Longobardi. Per saperne di più sulle patologie trattabili con l’Ossigenoterapia Iperbarica clicca qui:
Pasquale Longobardi
caro Roberto, visto che sei esperto in comunicazione, ti ringrazio vivamente per aver utilizzato il blog: significa che ti è piace e ne sono orgoglioso.
Ne caso della ischemia mediale dell’epifisi distale del femore (necrosi ossea del ginocchio), sulla base dell’esperienza ventennale e della competenza acquisita presso il Centro iperbarico Ravenna, il percorso terapeutico che assicura il miglior risultato per salvaguardare il menisco e favorire la rivascolarizzazione dell’osso ischemico prevede:
– ossigenoterapia iperbarica
– scarico ponderale: è da iniziare immediatamente per ridurre il peso sulla parte mediale dell’articolazione. Lo scarico deve proseguire fino al termine della terapia iperbarica (un mese circa) o fino al parere del fisiatra. Eviterei assolutamente, per il momento, di caricare l’articolazione con l’uso dei pesi (sospendi l’esercizio con 2,5 Kg per gamba per 15 minuti). Lo scarico, se complicato da gestire, potrebbe essere sostituito (meglio se affiancato) dalla:
– riabilitazione in acqua ( eviterei, in questa fase, la corsa e i saltelli in acqua). Il dr. Francesco Fontana, fisiatra esperto nella riabilitazione in acqua, applica una tecnica che prevede il nuoto contro un getto di acqua nella parte alta della piscina (si indossa un giubbotto di galleggiamento). L’acqua deve quindi essere utilizzata per scaricare il peso, il nuoto contro corrente serve per rafforzare il tono muscolare;
– terapia fisica: alla terapia iperbarica si associa bene la SIT idroelettroforesi che veicola nell’articolazione l’acido ialuronico ed, eventualmente, farmaci antinfiammatori (FANS). L’obiettivo è idratare il menisco per salvaguardarlo (fondamentale per evitare la protesizzazione);
– terapia farmacologica per controllare il rimaneggiamento dell’osso (come ti ho prescritto all’atto della presa in carico).
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