Infezione periprotesica del ginocchio
Donato scrive per sua madre che soffre a causa di un’infezione periprotesica del ginocchio, dopo un percorso lungo e difficile non sa come poterla aiutare.
Caro Dott. Longobardi,
grazie intanto per la sua disponibilità che le fa grande onore. Il caso riguarda mia madre di quasi 87 anni che dal 2006 a causa della protesi di ginocchio ha trascorso 10 anni di calvario.
La storia clinica:
- il 18/10/2006 immunoscintigrafia con granulociti marcati con esito positivo;
- 14/05/2007 dopo terapia antibiotica con ciproxin 1000mg die, ripete la scintigrafia con lieve riduzione della area di iper-accumulo;
- 20/06/2007 artrocentesi con es colturale del materiale biologico con esito negativo;
- 3/08/2007 intervento di debridment con sinevectomia esito neg.materiale biologico;
- 10/09/2007 formazione di fistola chirurgica con guarigione dopo circa un mese;
- 27/03/2008 scintigrafia ossea con netta riduzione della captazione rispetto alle precedenti; 30/11/2009 intervento di exeresi chirurgica di grossa formazione cistica pluriconcamerata al polpaccio estro di derivazione retroarticolare di 20 cm di diametro, con conseguente infezione necrosante progressiva del polpaccio: esegue per questo 21 sedute di terapia iperbarica all’Ospedale S. Paolo di Bari con intervento di plastica successivo.
- Segue un periodo di relativo benessere sintomatologico, sino alla ricomparsa, a luglio 2016 di dolore, calore, rossore impotenza funzionale e instabilità del ginocchio.
- Il 16/09/2016 scintigrafia globale corporea con cellule autologhe e il 26/09/2016 scintigrafia midollare con esito marcatamente positivo per intenso iper-accumulo.
Ortopedici più interventisti consigliano intervento di espianto seguendo la procedura classica per arrivare all’artrodesi finale oppure alla amputazione. - Il 5/10/2016 decidiamo di intraprendere terapia conservativa antibiotica con CUBICIN 500mg ev +RIFADIN 600mg per 35 giorni e a seguire levoxacin 750 mg +cefixoral 400 mg per 30 giorni.
Dopo averla tediata abbastanza, le chiedo se l’ossigenoterapia iperbarica alla luce di tutto questo potrebbe essere utile per contenere l’infezione.
Mi consenta di ringraziarla anticipatamente per aver dato ascolto a questa storia di sofferenza.
Leggi qui sotto la risposta del nostro staff medico infermieristico e poi approfondisci le patologie trattabili con l’Ossigenoterapia Iperbarica cliccando qui:
Andrea Galvani
Buongiorno signor Donato,
grazie per averci scritto.
Mi dispiace molto per il lungo e sofferente problema che sta affrontando sua madre.
Il percorso per questi pazienti passa per una valutazione ortopedica iniziale che serve per valutare tutte le eventuali possibilità ed opzioni terapeutiche.
In questo caso l’ossigenoterapia iperbarica può entrare nella terapia grazie all’effetto sinergico che ha con diversi antibiotici.
Sono comunque situazioni cliniche che devono essere valutate bene sia con un’accurata visita medica sia con un’analisi della documentazione disponibile e, non in ultima, in maniera collegiale con il parere di consulenti (ortopedico e ovviamente infettivologo).
Se vuole può inviarci la documentazione via fax o via mail, in questo modo potremo darle qualche suggerimento in più.
I contatti della nostra segreteria sono: 0544 500152 scrivici@iperbaricoravenna.it
Rimaniamo a sua completa disposizione!
Le faccio un grande in bocca al lupo.
Auguri per un sereno Natale ed un felice 2017
Dott. Andrea Galvani
Laurea in Medicina e Chirurgia all’Università Alma Mater Studiorum di Bologna, n. ordine dei Medici Chirurghi di Rimini: 02337
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