Evitare l’intervento per l’osteonecrosi alla testa del femore
Adamo ha 37 anni e gli è stata diagnosticata l’osteonecrosi alla testa del femore e vorrebbe sapere se è possibile evitare l’intervento chirurgico.
Adamo scrive:
Buongiorno Dr. Longobardi,
sono un ragazzo di 37 anni che da qualche anno soffre di forti mal di schiena.
Quattordici mesi fa il mio problema si è aggravato e oltre a soffrire del solito mal di schiena non sono più riuscito a camminare bene.
Mi sono state diagnosticate due ernie e una stenosi lombare e dopo vari esami (fra cui lastre, risonanze magnetiche e visite specialistiche) l’unica soluzione che mi è stata prospettata era quella di operarmi.
Non convinto della soluzione chirurgica mi sono affidato a un chiropratico che ha risolto il problema del mal di schiena ma non il dolore alle anche e all’interno coscia. Dopo mesi di attesa e terapie varie, una nuova consulenza ortopedica mi ha portato a fare le lastre alle anche e mi è stata diagnosticata un’osteonecrosi alla testa del femore. A questo punto quasi tutte le soluzioni prospettatemi sono di intervenire per via chirurgica. Le riporto la dicitura dei referti delle lastre eseguite in data 22/01/2014:
ADDENSAMENTO OSSEO STRUTTURALE DELLE TESTE FEMORALI CON LACUNE LITICHE NEL CONTESTO E CON DEFORMAZIONE DEL PROFILO SUPERO-ESTERNO SOPRATTUTTO A SN.
IL QUADRO RX E’ RIFERIBILE AD OSTEONECROSI BILATERALE DA VALUTARE EVENTUALMENTE CON RM.
NECESSARIA CONSULENZA SPECIALISTICA ORTOPEDICA.
Lei pensa che sia possibile provare misure alternative all’intervento?
Distinti saluti,
Adamo Fini
Leggi qui sotto la risposta del nostro staff medico infermieristico e approfondisci con ulteriori informazioni legate all’osteonecrosi cliccando qui:
Nedjoua Belkacem
Gentile Adamo,
grazie per l’attenzione e l’interesse che ci dimostra. Provo a darle una risposta che spero chiara.
L’ernia discale lombare può essere trattata in modo conservativo, oppure in maniera chirurgica. La scelta del tipo di trattamento dipende, in generale, da due elementi: l’entità o la persistenza del dolore (sciatica) acuto e la presenza di un danno funzionale della radice nervosa schiacciata dall’ernia del disco.
Il trattamento conservativo dell’ernia discale, basato fondamentalmente sull’uso di farmaci anti-infiammatori e miorilassanti, permette di superare la fase del dolore. L’assunzione orale o le iniezioni di anti-infiammatori o di morfina riescono a ridurre l’intensità del dolore nel breve periodo, ma non agiscono per risolvere il problema.
In fase non acuta si possono seguire vari tipi di trattamenti che vanno dalla Mesoterapia, ozonoterapia, alle terapie con ultrasuoni e infiltrazioni locoregionali, con particolare attenzione a due principi fondamentali
1- Corretta igiene di vita con buona idratazione; i dischi vertebrali sani contengono un alto contenuto di acqua soprattutto nel nucleo centrale. Se non riceve acqua a sufficienza, il disco cede, si secca e si deteriora rapidamente. Pertanto un’idratazione corretta è fondamentale
– 2- kinesiterapia che riesce a generare un miglioramento a lungo termine. . Questa cura permette la correzione di alcuni squilibri o debolezze muscolari, in parte responsabili dello sviluppo dell’ernia e delle pressioni decentrate sul disco e sul nervo.
Diciamo che l’intervento chirurgico si lascia come “ultima spiaggia”, infatti lo scopo dell’operazione è di eliminare tutto quello che esercita una pressione sul nervo ma non di correggere le cause che hanno portato a questa patologia, con il rischio di vedere ricomparire l’ernia qualche tempo dopo.
Pertanto le consiglio di affidarsi al parere specialistico dell’ortopedico o del neurochirurgo.
Per quello che riguarda l’osteonecrosi, sospettata alla radiografia ma non ancora confermata alla RMN, potrei proporle l’ossigenoterapia iperbarica in caso di conferma della diagnosi e in assenza di deformazione del profilo dell’osso. Se l’osso fosse deformato infatti temo di non vedere alternative alla protesi dell’anca.
Tenga presente che l’osteonecrosi è la morte di un frammento di tessuto osseo dovuta a un’interruzione della circolazione sanguigna. Questo da luogo a un infarto dell’osso: le trabecole ossee del tessuto morto non si rinnovano più e finiscono per cedere.
L’ossigenoterapia iperbarica può dare buoni risultati se praticata assieme a una fisioterapia adeguata, magnetoterapia e alla terapia farmacologica che attiva il metabolismo necessario per la riparazione del tessuto osseo. Inoltre è necessario camminare per alcuni mesi con il bastone/stampella in modo da scaricare dal peso l’arto colpito.
Pertanto le consiglio di consultare il suo ortopedico per una diagnosi il più possibile precisa. Dopo di che le suggerisco di contattare per un appuntamento la nostra segreteria al numero 0544 500148 oppure via mail all’indirizzo.
In attesa di notizie le faccio gli auguri per una rapida guarigione.
Dott.ssa
Nedjoua Belckacem
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