Dopo 8 mesi di cure possiamo sperare nella guarigione completa della spondilodiscite?
ll padre di Daniela in seguito ad una caduta si è dovuto sottoporre per otto mesi a cure per la spondilodiscite.
Daniela scrive:
Spett.le dott. Longobardi buongiorno,
mio padre il 25 gennaio 2015 cade di sedere. Portato al pronto soccorso più vicino e fatte le rx del caso ci rimandano a casa accertandoci che non ci fosse nulla di anomalo. Dopo circa 10 giorni mio padre non sta più in piedi. Facciamo una risonanza magnetica e viene fuori una frattura. L’ortopedico ci raccomanda 25 giorni circa a letto e poi in piedi indossando il busto, così facciamo ma dopo circa una settimana ricominciano dolori forti e papà è di nuovo a letto. Altra risonanza magnetica, visita neuro-chirurgica in ospedale romano e intervento chirurgico di cifoplastica.
Siamo intanto al 1 aprile, dopo questa operazione papà non migliora: i dolori sono lancinanti, addirittura da ricorrere agli oppioidi, nuovo ricovero e qui diagnosticano la spondilodiscite.
Isolano con una biopsia tac guidata lo stafilococco Aureus ed iniziano le cure mirate (Vancomicina x 24 ore e ciprofloxacina kabi 400mg/200ml x 3 volte al di).
lo dimettono dopo circa 20 giorni di trattamento, sostituiscono il farmaco con dalacin c 150mg x 12 capsule al giorno; papà però invece di continuare a migliorare torna a peggiorare di nuovo.
Gli infettivologi e neurochirurghi dell’ospedale romano sono sempre meno rintracciabili al che andiamo in visita da un infettivologo ricercatore in clinica privata.
Intanto un’altra risonanza magnetica accerta una nuova frattura ed un’ernia. Siamo al 4agosto, nuova cura: levoxacin 500+250mg ,rifadin300mg x 2 e minocin100mg x 2.
Papà non tollera minocin e dopo 15 giorni si sospende continuando il resto. Ora siamo al 15 settembre, dobbiamo fare una tac pet di controllo, facciamo le analisi tutte le settimane (e grazie a Dio vanno bene), papà ha inappetenza, beve poco e i dolori non lo abbandonano, con il busto cammina pochissimo.
Sta fuori dal letto per circa 1 ora in totale sulle 24 ore.
p.s.IMPORTANTE: è affetto da artrite psoriasica curata per anni con metotrexate (sospeso dopo una trombosi cerebrale del seno sigmoideo di sn 2anni fa), ed enbrel (sospeso dopo questa infezione).
Ora: possiamo, dopo 8 mesi di cure, sperare in una guarigione?
Secondo lei l’ossigenoterapia iperbarica può essergli utile?
grazie
Daniela
Leggi qui sotto la risposta del nostro staff medico infermieristico e poi approfondisci le patologie trattabili con l’Ossigenoterapia Iperbarica cliccando qui:
Claudia Rastelli
Gentile Signora Daniela,
sono dispiaciuta nel sentire quanto stia passando suo papà e da quanti giorni combattete la battaglia contro il dolore e la spondilodiscite.
Purtroppo tale malattia è una patologia che spesso ha un lungo tempo di guarigione.
La spondilodiscite è un’infiammazione localizzata a livello delle vertebre (spondilite) e dei dischi intervertebrali (discite) che può essere provocata da varie malattie infiammatorie o infettive, spesso secondaria a una infezione in un’altra sede, che successivamente si diffonde per via ematogena alla colonna vertebrale. Oppure, può essere secondaria a chirurgia vertebrale o diffondersi per contiguità dai tessuti molli adiacenti, nel 58% dei casi è colpito il tratto lombare.
Da quello che mi racconta la patologia mi sembra ben gestita, con esami diagnostici mirati quale la RMN e la biopsia e con terapie mirate al patogeno isolato. Una buona notizia è la normalizzazione degli indici di flogosi dagli esami ematici.
La terapia Iperbarica potrebbe essere di aiuto grazie al fatto che l’ossigenoterapia potenzia gli effetti dell’antibioticoterapia specifica, in quanto permette l’arrivo del farmaco nella sede malata in maggior concentrazione.
Inoltre l’OTI facilita la detersione del focolaio settico, riduce l’edema del tessuto malato, inibisce i processi infiammatori cronici e stimola la deposizione di nuovo osso sano al posto di quello “rovinato”. Un altro beneficio è il miglioramento dello stato generale dell’organismo.
Al centro Iperbarico di Ravenna consigliamo un percorso integrato basato oltre che sul ciclo di terapia iperbarica da una valutazione fisiatrica che permette, tramite la teletermografia, di diagnosticare una eventuale raticolopatia ( infiammazione delle radici nervose) che possono essere la causa del dolore provato dal paziente. Una Terapia riabilitativa per potenziare i muscoli posturali ( una volta guarite le fratture nel vostro caso), un’adeguata terapia antalgica e l’utilizzo della FREMS, un’apparecchiatura a frequenza modulata che attraverso la neurostimolazione riduce il dolore.
Se vuole procedere a prenotare una visita o vuole avere altre informazioni contatti pure la segreteria del Centro Iperbarico Ravenna 0544- 500152, scrivici@iperbaricoravenna.it
Sperando in una pronta guarigione di suo padre le porgo i miei più cari saluti.
Dott.ssa Claudia Rastelli
Laurea in Medicina e Chirurgia all’Università di Ferrara
Ordine dei Medici Chirurghi di Rimini n. 2074
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