Ulcera da trauma alla caviglia: la curo con estratto di pompelmo?
Giuseppe si è procurato un’ulcera alla caviglia, già colpita da un vecchio incidente, urtando la stessa contro un pezzo di legno. Adesso non accenna a guarire e chiede se può essere curata con una soluzione di acqua fisiologica e estratto di semi di pompelmo:
Gentile dottore, sono capitato per caso su questo sito e mi ha subito attratto l’argomento riguardante il trattamento delle ferite infette con estratto di semi di pompelmo.
Le chiedo gentilmente un consiglio: ho una piccola ulcera (grande quanto una lenticchia) che mi sta un po’ preoccupando. Me la sono procurata urtando contro un pezzetto di legno, non direttamente ma attraverso i pantaloni e la calza. Purtroppo in quel punto, la parte interna della caviglia destra, vi è il postumo di un vecchio incidente e li la pelle è rimasta molto sottile. In pratica si è trattato di una piccola escoriazione che ho subito disinfettato e coperto con un cerotto dopo aver messo anche un po di streptosil in polvere.
Sembrava che tutto andasse bene ma dopo una settimana si è arrossata tutto intorno e ora è passato quasi un mese. L’ho medicata con Betadine gel, connettivina, Gentalin beta ecc. ma di guarire non ne vuole sapere. Oggi sono stato da un chirurgo e mi ha subito detto che potrebbe essere infettata da un germe difficile (pseudomonas) e quindi mi ha consigliato un tampone. Ora al di la di ciò che mi è stato prescritto, volevo sapere se mi può essere utile usare una soluzione con acqua fisiologica ed estratto di semi di pompelmo GSE, quante gocce per litro o in quale percentuale? La ringrazio per tutti i consigli che mi vorrà dare. Giuseppe
Leggi qui sotto, nei commenti, la risposta del nostro Direttore Sanitario Dott. Pasquale Longobardi e poi approfondisci i nostri percorsi di cura dedicati alle ferite difficili cliccando qui:
Pasquale Longobardi
18/02/2011, 23:14:37
caro Giuseppe, grazie per l’attenzione e benvenuto a bordo del blog del Centro iperbarico Ravenna.
Il pompelmo ha un nome botanico che è tutto un programma: Citrus Paradisi. Insomma, il pompelmo fa star bene e ci fa sentire un po’ “in Paradiso”.
Lo deve alle eccezionali qualità dei suoi principi attivi. La buccia contiene i flavonoidi (pigmenti che danno il tipico colore giallo al frutto). I semi contengono soprattutto bioflavonoidi, naringina, quercetina, esperidina, canferolo e alcune
proteine. In generale il pompelmo contiene vitamina B e C1, Pinene, Limonene, Limalolo – un alcool, Citrale e un contenuto in oli del 21%) attivi nel liberare l’organismo da tanti intrusi indesiderati e agenti patogeni.
Diversi istituti come il Pasteur in Francia, hanno scoperto che i semi di pompelmo hanno uno spettro di azione contro i germi inaspettatamente ampio: neutralizzano virus, batteri, lieviti, funghi e parassiti
Assunto per bocca – i semi di pompelmo hanno un’azione antidepressiva, stimolante, attivante la circolazione e una notevole azione antisettica generale.
Per curare la tua ferita prova a utilizzarli diluendo dieci gocce di estratto di pompelmo in un bicchiere di acqua, bagna una garza sterile ed esegui un lavaggio della ferita poi copri con una garza imbevuta della stessa soluzione e strizzata bene. Rimuovila quando si sia completamente asciugata (per facilitare la rimozione, puoi bagnarla).
Se questo rimedio non funzionasse in massimo quattro settimane, prova con l’applicazione di garze medicate imbevute di zinco e ittiolo (le trovi in farmacia).
Contemporaneamente all’utilizzo dell’estratto di pompelmo, fai prescrivere dal tuo medico di famiglia una duplice antibioticoterapia tipo Augmentin una compressa per tre volte al giorno per sette giorni + Levoxacin 500 una compressa al giorno per sette giorni + fermenti lattici.
Visto il pregresso trauma, ti consiglio una radiografia o meglio una Risonanza magnetica della caviglia interessata e un ecocolordoppler venoso dell’arto inferiore. Meglio essere certi che non vi sia una infezione dei tessuti profondi o dell’osso facilita da una insufficienza venosa.
Fammi sapere, ciao. Pasquale
Ercole Giuseppe
19/02/2011, 20:11:49
Gentile dottore, grazie per la celerissima risposta, conoscevo già le proprietà del pompelmo (ne ho già fatto uso in più occasioni con eccellenti risultati) ma non ero al corrente del suo impiego sulle ferite.
La mia piccola ferita non è proprio alla caviglia ma un po più sopra, sulla tibia proprio in corrispondenza del trauma da frattura pregressa. Essa si presenta asciutta con una patina bianca dura che copre tutto il forellino (ripeto quanto una lenticchia) e intorno un area quanto una moneta arrossata , non gonfia con dolore/bruciore trascurabile. Più dolorante è invece la tibia fino al ginocchio e un po al polpaccio. Non vi è pus neppure alla pressione ne fuoriuscita di altro. La patina bianca dura sull’ulcera credo che sia l’effetto della connettivina che ho sempre messo durante le medicazioni, l’ho fatta togliere da un mio amico infermiere fino a fare sanguinare ma ora si è riformata.
Ho gia iniziato da qualche giorno le medicazioni con soluzione di GSE e fisiologica, solo che io aggiungevo anche un quadratino di connettivina garza non va bene?
Al momento la soluzione ha una funzione solo di impacco, poiché la ferita risulta chiusa da quel tappo duro di cui dicevo sopra. Eventualmente viste le condizioni della ferita è forse più indicata l’altra medicazione con Ittiolo e Zinco?
L’Augmentin l’ho presa per sei giorni 2 al di (magari continuerò per qualche altro giorno). Levoxacin mi è controindicata per una pregressa tendinite da fluorochinoloni (Ciproxin): che fare?
C’è qualche altro antibiotico che non appartenga a questa famiglia?
Seguirò senz’altro il consiglio di ulteriori indagini e speriamo bene. Ancora grazie e un cordiale saluto, Giuseppe.
Pasquale Longobardi
19/02/2011, 20:36:34
caro Giuseppe, è un piacere esserti utile.
Visto che sei competente in medicina, ti informo su come ragiono rispetto a quanto hai segnalato in modo che tu possa valutare da solo l’evoluzione della tua ferita.
Principalmente seguo l’acronimo TIME (marchio registrato) che sta per:
– Tessuto: rimuovere la necrosi (materiale nero) e la fibrina (materiale giallo o bianco). Quindi nel tuo caso, la ferita è da pulire chirurgicamente di nuovo (al Centro iperbarico Ravenna utilizziamo con successo gli ultrasuoni per micronizzare la soluzione fisiologica – una sorta di idropulitrice);
– Infezione: si manifesta con un’area di rossore intorno alla lesione. Fino a un centimetro di diametro, puliamo la ferita. Da due a cinque centimetri, utilizziamo due antibiotici per via sistemica (bocca o puntura, mai a livello locale). Oltre cinque centimetri di rossore, apriamo chirurgicamente tutta l’area infiammata per evitare il progredire dell’infezione in profondità. Quindi la tua situazione, a distanza, mi preoccupa. Esegui rapidamente la ecografia dei tessuti molli, la radiografia o Risonanza Magnetica della gamba.Quando avrai i referti, si potrà decidere come agire.
– Macerazione: è da evitare la macerazione dei bordi della lesione. Non mi pare sia il tuo caso.
– Epitelizzazione: è la formazione della nuova pelle. Non mi pare il tuo caso. Comunque per favorirla evita di utilizzare disinfettanti di qualsiasi tipo e la stessa medicazione (garza grassa) in maniera prolungata.
In definitiva, per il tuo caso:
– accelera l’esecuzione delle indagini che ti ho suggerito. La posizione dell’ulcera fa sospettare anche una insufficienza vascolare quindi è utile un ecocolordoppler venoso e arterioso degli arti inferiori.
– Fai pulire la lesione di nuovo,
– medica con la garza con zinco e ittiolo
– sostituisci la Levoxacina (chinolonico) con un antibiotico (previo parere del tuo medico di medicina generale) tipo Rifadin 600 una compressa al giorno o Minocin 100 due compresse insieme il primo giorno poi una compressa al giorno (da assumere lontano dai pasti e in particolare dai latticini).
Potresti anche inviare una foto della ferita al Centro iperbarico Ravenna (email: scrivici@iperbaricoravenna.it) o prenotare una valutazione accurata (telefono 0544-500152).
Ciao, Pasquale
Giuseppe
31/03/2011, 20:00:43
Carissimo Pasquale, sono tornato, ti ringrazio di cuore per i consigli che mi hai dato e che ho seguito per quanto possibile.Questa la situazione attuale: l’ulcera risulta notevolmente ridotta e detersa; rimane un forellino di circa 3 mm, che medico (una volta al giorno) con della connettivina e un pezzettino di garza “SILVERCELL Hydro-Alginate” – il tutto coperto da garza sterile e fasciato. Purtroppo intorno alla ferita vi è sempre un aureola rossastra di circa 1 cm (prima era molto di più). La radiografia non ha rilevato nulla di sospetto, così come 2 tamponi cutanei con prelievo sono negativi; sono andato da un chirurgo vascolare che ha trovato una vena perforante, appena sotto il trauma pregresso, incontinente. Mi ha prescritto un gambaletto elastico che al momento non posso usare perchè comprime sull’ulcera e mi provoca dolore e irritazione; mi ha prescritto inoltre Vessel 250 x2 al di per un mese.
Credevo di avere risolto il problema e che tutto andasse a buon fine ma anche se la ferita si presenta bene ora comincia a farmi male con dolore che si irradia anche in profondità e verso il piede, cosa succede? Non vorrei che, anche se esternamente sembra che si stia per chiudere, sotto sotto covi qualche brutta sorpresa. Mi conviene fare un altro ciclo di antibiotico o prenotare un controllo più accurato li a Ravenna. Aspetto un tuo prezioso consiglio. Un saluto cordiale Giuseppe.
Pasquale Longobardi
31/03/2011, 21:02:02
caro Giuseppe, ti ringrazio per l’attenzione. Sono felice che l’ulcera stia migliorando. Effettivamente è da chiarire la causa del dolore.
Se c’è una vena perforante aperta sarebbe necessario escludere la possibilità di chiuderla con un mini intervento poco invasivo oppure, in subordine, andrebbe applicato un bendaggio medicato con zinco e ittiolo o cumarina. Con l’arrivo del caldo, in assenza di corretta terapia, l’ulcera potrebbe peggiorare.
Il Centro Cura Ferite Difficili della Ausl Ravenna (tel 0544-500152) è in grado di valutare il corretto percorso terapeutico per la cura della tua ferita.
Un caro saluto, Pasquale
Francesca Bartolacci
17/06/2011, 14:20:21
Gentile dottore le scrivo per mio padre. Da circa 6 mesi ha un’ulcera sulla caviglia che non riusciamo a curare. Purtroppo avverte un forte bruciore che non gli permette di riposare da molto tempo (il dolore si acuisce quando è disteso). Ha già fatto tutte le analisi per scongiurare alcune cause classiche come il diabete e successivamente ha fatto l’ecodoppler e la risonanza magnetica con angioplastica. Secondo il dottore, che ha fatto questi esami e l’intervento, il problema venoso può rappresentare una concausa (ha le gambe molto gonfie soprattutto in questo periodo che si muove poco e non può fare sport come faceva prima) ma non può giustificare totalmente l’ulcera che non guarisce. A seguito di un tampone aveva verificato la presenza di un’infezione piuttosto antipatica (non ricordo il nome ma del gruppo coli) per questo sta facendo anche una cura antibiotica (non la prima). E’ passato molto tempo e il suo stile di vita ha subito un grosso declino. Non immaginavo che la ferita difficile fosse una patologia tanto devastante e deprimente per una persona. Secondo lei ci sono altre possibili cause che abbiamo trascurato? La ringrazio infinitamente e la saluto.
Pasquale Longobardi
05/08/2011, 18:31:41
cara Francesca, ti ringrazio per l’attenzione. Mi dispiace per la sofferenza del papà. Le ferite difficili sono una patologia che altera la vita della persona e il suo rapporto con il mondo esterno. Il termine “piaga” è spesso usato per indicare malessere in senso generico: “piaga sociale”, ecc.
La localizzazione alla caviglia dell’ulcera fa sospettare una delle seguenti cinque patologie: ulcera vascolare (arteriosa, venosa, mista); ulcera traumatica; ulcera neuropatica; ulcera reumatica (vasculite); ulcera neoplastica. Il danno vascolare é presente ed è stato trattato, sarà da verificare se la cura sia stata efficace (il Centro Cura Ferite Difficili di Ravenna si avvale per la diagnosi di ecocolordoppler, ossimetria transcutanea, laserdopplerflussimetria, teletermografia). Mancano informazioni su un possibile danno traumatico o una lesione neuropatica. La diagnosi delle ulcere reumatiche (molto dolorose: il dolore è un bruciore continuo con degli attacchi acuti come un cane che morda) e neoplastiche nel Centro è effettuata tramite biopsia che è valutata dalla dr.sa Mirella Aldi, esperta in dermopatologia.
La diagnosi corretta è fondamentale per impostare un appropriato piano terapeutico e risolvere il dolore del papà.
Il Centro Cura Ferite Difficili di Ravenna (tel 0544-500152, email: scrivici@iperbaricoravenna.it) è a tua disposizione: puoi inviare una foto della ferita o concordare una visita (il costo è a carico del Servizio Sanitario Nazionale). Ciao, Pasquale
Daniela
13/09/2011, 17:04:07
Gentile Dottore, Le scrivo per un problema alla caviglia. E’ da circa 4 mesi che ho un’ulcera alla caviglia che non vuole saperne di guarire. Il dottore di famiglia mi ha fatto fare ecodoppler, esame per diabete (in entrambi era tutto nella norma, nessun problema). Ho assunto vari medicinali che tuttora sto prendendo (Clarema 120 mg, Furosemide DOC 25 mg, Venolen plus compresse) senza nessun risultato: continuo a sentire dolore e bruciore.
Questa mattina sono andata dal dottore che ha preferito bendarmi da sotto al ginocchio fino al piede. Purtroppo continuo a sentire un forte dolore, più di prima forse a causa del bendaggio.
L’ulcera alla caviglia si presenta come un “buco” grosso quanto una nocciolina circa, internamente bianca (non ha pus fortunatamente) e intorno è di colore rosso/violaceo. Sono anche molto gonfia intorno alla caviglia e in tutto il piede. Ho provato a tenere il piede sollevato ma sembra non servire a nulla.
Il dottore dice di non preoccuparmi ma dopo tutto questo tempo sinceramente sto iniziando a farlo, dal momento che non noto nessun miglioramento. Ha qualche consiglio da darmi? C’è qualcosa che possa farmi andare via il gonfiore e curarmi finalmente la caviglia?
La ringrazio tantissimo, un caro saluto. Daniela.
Pasquale Longobardi
08/10/2011, 10:48:27
cara Daniela, ti ringrazio per l’attenzione e mi dispiace per il dolore. Il fatto che l’ecodoppler venoso sia nella norma non è coerente con i farmaci che stai assumendo che servono per la cura dell’insufficienza venosa. La descrizione dell’ulcera fa pensare a un’ulcera vasculitica (dovuta all’infiammazione, cioè ai globuli bianchi arrabbiati per qualche motivo che è da scoprire e curare), probabilmente infetta. Se questa fosse la diagnosi (è necessario verificarla con esami del sangue specifici e con una piccola biopsia), la cura sarebbe basata sul cortisone e i farmaci per il controllo del dolore. La medicazione dovrebbe essere eseguita con materiale neutro che non faccia arrabbiare ulteriormente i globuli bianchi.
Per eventuali chiarimenti contatta il Centro Cura Ferite Difficili di Ravenna (tel. 0544-500152, email scrivici@iperbaricoravenna.it).
Ciao, Pasquale
Luca
08/02/2013, 17:52:12
Buon giorno, le scrivo per chiedere un consiglio, mio padre che ha 79 anni a sempre sofferto di flebite e a dei problemi di circolazione non indifferenti. E’ da circa un anno che si trova con una caviglia molto gonfia e con una grossa ulcera che non si rimargina mai, ha molto dolore e stamani mia mamma gli ha fatto un pò di pressione sulla ferita, gli è subito fuoriuscito una grossa quantità di pus. Sta facendo da tempo delle medicazioni in un centro apposito, ma io credo visto i risultati, che non hanno centrato il vero problema, ieri il suo medico gli ha detto che deve intervenire chirurgicamente per asportare il di più che ha nella caviglia. Ho paura per lui, perchè dal momento che uno dei problemi è che le ferite non si rimarginano, non vorrei che un intervento potrebbe essere più dannoso che altro.
Resto in attesa di una sua risposta
Saluti
Luca
Pasquale Longobardi
16/02/2013, 12:26:13
caro Luca, grazie per l’attenzione. Mi dispiace per la sofferenza di tuo padre. Credo che, sulla base delle tue informazioni, sia necessario pulire chirurgicamente la ferita.
Mi convince poco il fatto che l’ulcera fosse aperta da un anno con la caviglia gonfia. Depone per una errata diagnosi o terapia.
Nel caso si tratti di una ulcera causata da insufficienza del circolo sanguigno venoso e/o ristagno di linfa (ulcera flebolinfostatica), con la appropriata terapia compressiva, farmacologica, riabilitativa “deve” guarire in tre mesi dalla presa in carico presso un Centro o Ambulatorio per la cura delle ulcere della pelle (o ferite difficili).
Se lo desideri, il Centro Cura Ferite Difficili del Centro iperbarico Ravenna (0544-500152, scrivici@iperbaricoravenna.it) è a tua disposizione per chiarimenti o una valutazione (i costi sono a carico del Servizio Sanitario Nazionale).
Ciao, Pasquale
Maria
15/06/2014, 13:09:13
Salve, le scrivo per un consiglio da molti anni ho una macchia scura sulla caviglia è mi hanno diagnosticato una vasculite, che ho curato con delle infiltrazioni locali di artosilene, dopo cinque mesi di questo trattamento (un infiltrazione a settimana) si è creata sulla caviglia una bolla che subito dopo ha creato un ulcera che man mano si è iniziata ad allargare, ho smesso di fare questo trattamento e ho intrapreso una terapia antibiotica per via orale, e localmente una crema chiamata iruxole e disinfetto con acqua e amuchina, i risultati non sono cambiati e c’è un gonfiore al piede, e si è presentata un altra ulcera sempre nella zona sottostante, il dermatologo che mi ha in cura mi ha consigliato un amalgama di piastrine prelevate dal mio sangue. Vorrei un consiglio al riguardo la ringrazio anticipatamente cordiali saluti.
Klarida Hoxha
26/06/2014, 19:14:48
Gentile Maria, grazie per l’attenzione.
La vasculite comporta l’infiammazione delle pareti dei vasi sanguigni. La causa può essere primitiva (cioè dovuta direttamente alla ulcera della pelle) o secondaria ad altre malattie. Per questo è essenziale definire prima la diagnosi precisa, solo dopo sarà possibile individuare la terapia efficace.
L’esperienza del Centro Iperbarico Ravenna ha dimostrato che sono necessarie le seguenti indagini:
– biopsia, per verificare se si tratta realmente di vasculite
– esami del sangue: emocromo con formula e piastrine, aptoglobina, protidemia totale, sideremia, creatininemia, glicemia, GPT, VES, PCR, fibrinogeno, ANA, ENA, fattore reumatoide, anti DNA, ANCA, crioglobulinemia, IgG e IgM anticardiolipina, markers epatite;
– consulenza angiologica con capillaroscopia (è l’analisi al computer del microcircolo della zona interessata, serve per vedere se c’è una ostruzione dei piccoli vasi con conseguente emorragia).
Per la terapia il Centro iperbarico Ravenna prevede:
• medicazioni adeguate: le ulcere vasculitiche sono intolleranti a qualsiasi medicazione che rilasci farmaco o agente antisettico in sede della lesione. Queste sostanze irritano ulteriormente i globuli bianche e peggiorano il dolore. Per questo iruxol, che è un ottimo prodotto ma è composto da collagenasi (serve per sciogliere la fibrina), risulta aggressivo in caso di lesioni così delicate come la sua. Per la cicatrizzazione, un tipo di medicazione che usiamo al Centro iperbarico Ravenna in questi casi è l’Holoil, un estratto di piante (albero di Neem e iperico, entrambi usati sin dall’antichità, noti per la loro potente azione antinfiamatoria, antimicotica e cicatrizzante) la cui formulazione è in olio, gel o pomata. Anche Azexin, composto da olio ozonizato che libera ossigeno attivo, è efficace e di semplice utilizzo a formulazione spray. In più Azexin contiene una sostanza chiamata bisabolo, olio essenziale della camomilla, che svolge un azione lenitiva. Spesso utilizziamo gli impacchi di argilla e abbiamo notato che su questo tipo di ferita ha una funzione antinfiammatoria molto immediata. Le sue proprietà ci sono tornate utili per molteplici aspetti: rinnova le cellule, apporta i sali minerali all’organismo, assorbe le tossine, calma l’acidità normalizzando il fattore pH, ha azione antinfiammatoria e antidolorifica, antisettica e battericida, nutriente e infine cicatrizzante (favorisce la coagulazione del sangue e la rigenerazione della pelle). Per sgonfiare la gamba invece, usiamo delle bende medicate alla cumarina che favoriscono il riassorbimento dell’edema.
– l’ossigenoterapia iperbarica (che innesca la sintesi del monossido di azoto, un potente mediatore della rigenerazione dei tessuti).
– l’amalgama di piastrine al quale Lei si riferisce è il Plasma Ricco di Piastrine (PRP) attivato come gel piastrinico. Il Centro iperbarico Ravenna lo applica in sede con successo, purchè sia associato alle altre terapie proposte.
– neurostimolazione con la Frequency Rhythmic Electrical Modulation System (FREMS), terapia che consiste nell’applicazione di elettrodi attorno alla lesione e nella gamba interessata e stimolazione elettrica per 30 minuti. Uno studio recente (2013) mostra come questa terapia è efficace nell’accelerare la guarigione e nella riduzione del dolore.
Ci chiami volentieri per qualsiasi chiarimento (telefono 0544/500152, segreteria del Centro iperbarico di Ravenna).
Cordiali saluti, Klarida Hoxha (infermiera Centro iperbarico Ravenna)
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