Spondilodiscite in paziente trapiantato: la camera iperbarica può aiutarlo?
Francesca chiede un consiglio per suo padre, il quale ha riscontrato gravi conseguenze dovute al batterio di Klebsiella, annesso a spondiloscindite. Ecco il suo racconto:
Salve Dottor Longobardi,
le scrivo per chiederle un consiglio in merito alla situazione di mio padre, 56 anni, trapiantato di fegato per epatite B ed epatocarcinomi nel 2011.
Nel 2013, il mio papà è finito in rianimazione per uno shock settico dovuto al batterio Klebsiella, che gli ha causato gravi ascessi epatici.
Da allora, non prende più i farmaci immunosoppressori. È andato tutto bene per circa 2 anni ma dal 2015 è iniziato nuovamente il calvario degli ospedali.
La Klebsiella si è ripresenta e gli hanno diagnostico anche una spondilodiscite.
Attualmente mio padre è ricoverato presso il policlinico di Bari ed è trattato con terapia antibiotica da 60 giorni (colistina e bactrim). Ha un drenaggio epatico salvavita che impedisce la formazione di ascessi. È a riposo e indossa un busto.
Resta, purtroppo, il dolore: con quello convive notte e giorno, ma mi rendo conto che è davvero insopportabile.
Ho cercato di spiegarle al meglio la storia di mio padre per chiederle se ritiene opportuno un trattamento in camera iperbarica.
La ringrazio anticipatamente,
Francesca
Risponde il nostro dottore Andrea Galvani
Laurea in Medicina e Chirurgia all’Università Alma Mater Studiorum di Bologna,
n. ordine dei Medici Chirurghi di Rimini: 02337
Buongiorno Francesca,
grazie per averci scritto.Ci dispiace molto per la situazione di suo papà.
In situazioni così delicate è necessaria una valutazione collegiale molto approfondita e un’attenta analisi di tutta la documentazione clinica disponile per potere esprimere un parere oggettivo.
Se ha piacere può mandarci un po’ della documentazione via mail a: scrivici@iperbaricoravenna.it
In linea generale comunque la informo che in casi di spondilodiscite si segue un approccio multi-specialistico:
– Prima di tutto è necessaria una valutazione chirurgica, per verificare se c’è possibilità di bonifica
– Successivamente è necessaria una consulenza infettivologica per impostare la terapia antibiotica più indicata, a cui contemporaneamente può essere associato un ciclo di ossigenoterapia iperbarica (solitamente 30/40 sedute a 2,5 ATA di pressione, due sedute al giorno per la durata di 90 minuti per cinque/sei giorni a settimana).
Se ha bisogno di altre informazioni non esiti a contattarci al numero: 0544 500152
Un grande in bocca a lupo,
Per saperne invece di più sulle patologie trattabili con l’ossigenoterapia iperbarica:
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