Diabete e necrobiosi lipoidea: trattabile con la terapia iperbarica?
Marilena, diabetica, ci scrive perché soffre di necrobiosi lipoidea, pur con macchie di dimensioni ridotte.
Nel messaggio inviato, chiede se l’ossigenoterapia iperbarica possa lenire il problema:
Buonasera Dott. Longobardi, sono una ragazza di 19 anni, diabetica dall’età di 2 anni. L’anno passato mi sono stati diagnosticati tramite esame istologico due lesioni di necrobiosi lipoidea, uno nella coscia sx e l’altro nella zona interna del polpaccio sx. Per ora le dimensioni sono relativamente ridotte, circa 1cm di diametro ma avendo visto varie foto su internet sono piuttosto preoccupata! Ho letto un articolo riguardante alcuni casi trattati da voi mediante l’utilizzo della camera iperbarica e Le sarei molto grata se mi potesse fornire informazioni sugli sviluppi di questo trattamento!
Grazie mille! Distinti saluti. Marilena
Leggi qui sotto la risposta del nostro Direttore Sanitario Dott. Pasquale Longobardi e poi approfondisci le patologie trattabili con l’Ossigenoterapia Iperbarica cliccando qui:
Pasquale Longobardi
12/01/2011, 21:12:41
cara Marilena, ti ringrazio per l’attenzione e la stima. Comprendo il tuo disagio per un disturbo che potrebbe alterare la vita sociale. Sono felice che le tue lesioni siano piccole e non c’è nessuna evidenza in letteratura che siano destinate a peggiorare (cioè potrebbero anche sparire).
La necrobiosi lipoidea è rara (0,3% dei diabetici). E’ stata descritta per la prima volta negli anni ’30 dai dermatologi Moriz Oppenheim (Vienna, 1930) e Erich Urbach (Praga, 1932).
Causa del disturbo: le proteine della pelle (come il collagene) vengono coperte da una specie di zucchero filato (in medichese: glicosilazione non enzimatica delle proteine tipica della microangiopatia diabetica).
Ne consegue una atrofia delle ghiandole sebacee (assenza delle ghiandole che normalmente producono il sebo, una sostanza grassa che protegge la pelle). La pelle diventa secca (in “medichese”: xerosi cutanea) e questo causa il danno (necrobiosi lipoidea, prurito, ecc.).
Il trattamento è spesso insoddisfacente e si basa sull’uso di prodotti idratanti della pelle.
E’ stata trattata (senza grande successo) con infiltrazione, per breve periodo, di cortisone; con innesto di cute artificiale (tipo Integra); con farmaci come la pentossifillina, l’acido acetilsalicilico; con la fototerapia; con applicazioni locali di tacrolimus.
Nelle giovani pazienti che sono state trattate al Centro iperbarico Ravenna il diabete non era ben controllato: avevano una emoglobina glicata superiore al 9% (valore normale: 4,3-5,9%).
L’ossigenoterapia iperbarica è considerata appropriata (con costo a carico del Servizio Sanitario Nazionale) solo in caso di ulcera al piede (piede diabetico).
Non c’è evidenza in letteratura sull’efficacia della ossigenoterapia iperbarica nella necrobiosi lipoidea.
Come ipotesi, l’ossigenoterapia iperbarica potrebbe essere utile perchè, attraverso la sintesi di monossido di azoto, induce la formazione di nuovi vasi sanguigni sia dai bordi della lesione che stimolando l’attivazione di cellule staminali vasogenetiche. Inoltre la terapia iperbarica aumenta l’attività dei fibroblasti (le cellule che producono il collagene).
Nel tuo caso si protebbe valutare l’utilizzo della terapia iperbarica qualora, nonostante il compenso della glicemia, le lesioni non migliorassero con l’utilizzo di creme idratanti.
In tal caso contatta la segreteria del Centro iperbarico Ravenna, tel. 0544-500152, per una visita. Ciao, Pasquale
aurora
05/06/2011, 11:04:10
Salve dott. Longobardi.
Io sono una ragazza di 21 anni,diabetica da 9 anni. Presento varie necrobiosi lipoidee da entrambe le gambe, dal ginocchio in giù. La più grande è lunga 9cm e larga 6cm. Questa è esattamente sopra al perone ed è così scavata da sentire l’osso per 180°. Le scrivo perchè sono disperata. Oltre a dolore, prurito, fastidio e altissimo rischio di sanguinamento (x le numerosissime ulcere), queste “piaghe” mi portano a uno stato d’animo pessimo. Ora arriva l’estate e non potrò scoprire le gambe per paura d’infezioni e per evitare sguardi frustranti. Ho letto la risposta che lei ha dato a Marilena ma volevo solo chiederle se in questi ultimi mesi vi sono novità positive riguardo al trapianto d’innesti cutanei.
La ringrazio in anticipo per la risposta.
Cordiali saluti, Aurora
Pasquale Longobardi
06/08/2011, 12:58:47
cara Aurora, ti ringrazio per l’attenzione. E’ assurdo che una qualsiasi malattia, per quanto terribile, debba condannare una ragazza di 21 anni a privarsi della gioia di una tranquilla estate con gli amici.
Presso il Centro iperbarico Ravenna, nell’ultimo anno, abbiamo trattato tre ragazze della tua età affette da necrosi lipoidea. Sono state contente dei risultati ottenuti e tornano periodicamente per un ciclo di richiamo.
Il percorso terapeutico prevede la valutazione del compenso glicemico (è importante che l’emoglobina glicata sia inferiore a 9%); la consulenza del nostro chirurgo plastico (dr. Andrea Carboni) per decidere sulla appropriatezza dell’innesto (e di quale tipo eterologo o omologo) o del lembo; l’ossigenoterapia iperbarica per facilitare la detersione e la preparazione del letto delle ferite; la corretta gestione delle ulcere secondo i criteri della riparazione tissutale (TIME-care).
Per una eventuale visita contatta Claudia Ferreira, mia assistente, al Centro iperbarico Ravenna (tel. 0544-500152). Ciao, Pasquale
Stefania
17/01/2012, 10:33:16
Salve dott. Longobardi, sono Stefania ho 20 anni e sono diabetica dall’età di 11 anni. Circa quattro anni fa mi è comparsa una macchia sulla tibia destra, grande circa tre cm. Successivamente sono comparse altre quattro macchie tutte ravvicinate di circa un cm l’una, sulla tibia sinistra. Ho fatto delle cure a base di cortisone per uso cutaneo e successivamente sospesa tale terapia ho provato ad usare delle creme a base vitaminica, ma entrambi i risultati sono stati negativi. Poiché le macchie presenti sulla tibia sinistra si stanno allargando cosa potrei fare per bloccare la loro crescita?
La ringrazio anticipatamente, distinti saluti Stefania.
sara castagnola
17/04/2012, 16:16:29
all’età di undici anni mi è stato diagnosticato il diabete e dopo due mesi sono comparse delle macchie: necrobiosi. ora dopo 30 anni, la macchia più grande agli arti inferiori si è infiammata e aperta. la sto facendo tattare con mdicazioni avanzate dal mio chirurgo di fiducia ma sono molto preoccupata. ho contattato il dott. Brambilla di Monza e il professore Uccioli di Tor Vergata che è pure diabetologo. Ormai è diventato urgente scegliere la strada giusta perchè la ferita è aperta da quattro mesi. qual’è la scelta più opportuna? credo che la camera iperbarica sia da affrontare in un secondo momento o no?
Attendo la sua preziosa risposta, grazie
Redazione
21/04/2012, 16:48:34
Gentili Stefania e Sara,
grazie per la vostra attenzione e per l’interesse mostrato nel blog,
Vi suggeriamo di rifare la vostra richiesta di supporto direttamente nella sezione “Risponde il Dr. Longobardi” (in alto a destra). In questo modo la vostra richiesta potrà essere pubblicata come post e ricevere la risposta del dottore. Le richieste che arrivano sono diverse decine ogni giorno pertanto se avete molta urgenza vi invitiamo a contattare il Centro Iperbarico di Ravenna chiamando allo 0544500152.
Grazie
Lidia,
Redazione blog
Pasquale Longobardi
30/04/2012, 12:35:19
care Stefania e Sara, vi ringrazio per l’attenzione. Lidia (redattrice del blog) ha ragione: le richieste di informazioni sono tante ma il disagio di una giovane ragazza per un problema che altera il senso di sé merita la priorità.
Per curare la necrobiosi lipoidea è importante che la vostra emoglobina glicata sia (molto) sotto i 9 grammi per decilitro (g/dl) altrimenti nulla può esservi utile.
Presso il Centro iperbarico Ravenna (tel. 0544-500152; email scrivici@iperbaricoravenna.it) eseguiamo una consulenza di medicina riabilitativa (dr. Francesco Fontana) con ecografia dei tessuti molli e teletermografia computerizzata per valutare l’estensione reale del danno. Poi utilizziamo la ossigenoterapia iperbarica, il linfodrenaggio con tecnica Vodder e terapie fisiche strumentali per curare il danno. I risultati sono buoni anche se periodicamente (ogni 3-4 mesi, dipende dal livello della emoglobina glicata) è necessario un breve ciclo di richiamo (dieci sedute di ossigenoterapia iperbarica).
La permanenza in Ravenna per il primo ciclo terapeutico è di due o tre settimane (dipende dalla gravità del problema). Ci sono delle convenzioni per ridurre il costo dei quattro pernottamenti per settimana.
Nota x Sara: il dr. Roberto Brambilla è mio caro amico e stimo profondamente la sua professionalità. Lui dirige un Centro di eccellenza per la riparazione tessutale presso gli Istituti Clinici Zucchi in Monza e conosce i benefici della ossigenoterapia iperbarica. Puoi fidarti dei suoi consigli.
Ciao, Pasquale
Cristian Mura
11/05/2015, 02:45:17
Gentile dottore, salve.
Le scrivo dalla Germania. Ho seguito da poco la conversazione riguardo la necrobiosi diabetica, le spiego brevemente la mia situazione sperando che possa aiutare chi si è trovato nella mia condizione.
Ho 35 anni e sono diabetico dall’età di 2 anni. Nel 2001 mi sono ferito in spiaggia con lo sfregamento di un pedalò sul basso polpaccio destro, la ferita ha impiegato un po’ di tempo a guarire, ma si è rimarginata con successo. Poi nel 2008 è comparsa una macchia nel punto in cui mi ero ferito. Ho sempre avuto valori di glicata molto altalenanti e il controllo dismetabolico era sempre deludente nonostante io ce la mettessi tutta…
Ho fatto vedere la macchia a molti dottori, ma nessuno ha riconosciuto la necrobiosi, che nel tempo si è ingrossata un po’. Io vedevo la pelle che si esfoliava e mettevo delle crema pensando di idratarla. Nel dettagli era la crema nivea, quella classica nel barattolino blu.
Circa tre anni fa mi sono trasferito in Germania e ho trovato un dottore che mi ha sistemato le glicemie anche grazie all’utilizzo sperimentale dell’insulina Tresiba degludec che ha portato la mia emoglobina a 7.0. Dopo che ha visto la macchia mi ha mandato da un dermatologo che ha proposto una cura di pomata a base di cortisone, la quale ha bloccato il degenerare della complicanza, ma senza guarirla. Dopo un anno ho cambiato dermatologo perché la situazione stava peggiorando drasticamente e a inizio febbraio la necrobiosi si era infiammata e quasi infettata (ho le foto, mi fanno gelare il sangue quando le rivedo…)
I nuovi dottori mi hanno prescritto una pomata che qui si chiama “Protopic 0,1” e una calza compressiva, ovviamente tutto pagato dal SSN tedesco… Subito la pomata sola nan ha dato grandi risultati, anche perché la calza compressiva fatta su misura ha impiegato 2 settimane ad arrivare. Ma dal momento in cui ho usato la calza, la necrobiosi è guarita nel giro di 5-6 giorni, lasciando solo la pelle un po più scura nei punti in cui prima era quasi infettata.
Spero che la mia testimonianza possa portare beneficio e conforto a chi, come me, ha sofferto di questa brutta cosa….
Cordiali saluti
Cristian Mura
11/05/2015, 02:51:38
Ho appena riletto il mio post…mi scuso per gli errori di battitura ma scrivo dal cellulare è ho la correzione automatica delle parole sia in lingua Italiana che in lingua tedesca. Ovviamente sono diabetico, non diabolico….mi scuso per gli errori.
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