Piede diabetico, osteomielite, ischemia: si può evitare l’amputazione?
Paola ci scrive perché al padre, diabetico e affetto da osteomielite cronica, è stato amputato un dito del piede dopo un’infezione. Oggi, con il trattamento iperbarico sospeso a causa di affaticamento del cuore, la situazione è notevolmente peggiorata e tutte le dita del piede sono viola, con un fortissimo dolore.
Per questo, Paola chiede cosa sia possibile fare per evitare che venga amputato l’intero piede:
Buongiorno, chiedo se è possibile curare un’ulcera al piede (paziente diabetico, di 85 anni, in cura da 12 mesi presso un centro del piede diabetico) con camera iperbarica.
Il mio papà è affetto da 75 anni da osteomielite cronica (con infezione da stafilococco) alla gamba destra, con una cicatrice enorme che parte da sotto al ginocchio fino ad arrivare al collo del piede tenuta positivamente sotto controllo dal 1991 al 2005 con 2 cicli annuali di 10-15 di sedute di camera iperbarica.
Vista la situazione di affaticamento del cuore il centro iperbarico non ha più accettato il papà come paziente.
Negli ultimi 2 anni la situazione è peggiorata: la gamba fistolizzata è ritornata a sporcarsi e negli ultimi 12 mesi una infezione da escherichia coli al piede destro ha portato all’amputazione del 2° dito nel mese di agosto 2010. Ora, la cicatrizzazione dell’amputazione non è ancora avvenuta (non hanno mai chiuso la ferita e periodicamente va medicata) e in tutto questo periodo si sono susseguite continue infezioni sia al dito che alla gamba. Oltre alla cura con antibiotici, nel maggio 2010 è stata effettuata una pulizia della arteria femorale profonda senza bypass (per via dell’osteomielite alla gamba).
Nel mese di dicembre sono state effettuate 5 sedute di ossigeno-ozono terapie locali che hanno portato alla situazione molto critica di oggi. Vale a dire: tutte le dita del piede tranne il mignolo sono viola (la dottoressa dice che è tipico di un piede ischemico ma io che sono ignorante, chiedo: non potrebbe essere segnale di necrosi?), la ferita dell’amputazione sanguina ed è infetta, le fistole attive della gamba sono infette, il piede è freddo gelido e da 10 giorni il mio papà non deambula più dal dolore. Con la cura attuale di Bactrim, la sua temperatura è sempre 37°.
È vero che non si può più far niente? Ringrazio e mi scuso per i termini non precisi. Paola Fioretti
Leggi qui sotto, nei commenti, la risposta del nostro Direttore Sanitario Dott. Pasquale Longobardi e poi approfondisci i nostri percorsi di cura dedicati a ulcere e lesioni cliccando qui:
Pasquale Longobardi
24/01/2011, 20:08:49
cara Paola, ti ringrazio per l’attenzione e mi dispiace per la grave situazione di tuo padre.
Le ulcere del papà alla gamba e al piede sono dovute alla arteriopatia ostruttiva periferica (ischemia) e sono complicate dalla presenza, a livello generale, del diabete e dei disturbi al cuore; a livello locale, dalla osteomielite cronica refrattaria.
La terapia è il ripristino della circolazione (il papà ha già eseguito l’angioplastica), il controllo del diabete (la glicemia deve essere costante e l’emoglobina glicata tra il 4,9 e il 6,3%), l’eventuale pulizia dell’osso (solo quando si sia certi che la circolazione del sangue nella gamba sia sufficiente).
Presso il Centro iperbarico Ravenna, per il tuo papà, il primo passo sarebbe controllare quanto sangue arriva al piede tramite:
– ossimetria transcutanea. Devono esserci più di 40 millimetri di mercurio di ossigeno);
– doppler velocimetria. La pressione arteriosa alla caviglia deve essere almeno il 45% di quella misurata al braccio (indice ABI superiore a 0,45)
– laser doppler flussimetria. Misura la pressione al primo dito del piede, il rapporto con la pressione arteriosa misurata al braccio, la risposta a vari test (riscaldamento, variazione della posizione del piede).
Definita l’entità dell’ischemia (e se i vasi sanguigni siano ancora aperti dopo la pulizia già effettuata), si procede in maniera mirata.
In caso di ischemia, il papà sarebbe visitato (eventualmente ricoverato) dal dr. Elio Piccinini (primario della chirurgia vascolare dell’Ospedale civile di Ravenna e coordinatore del Centro Cura Ferite Difficili della Ausl Ravenna) per valutare l’oportunità di portare più sangue alla gamba e al piede.
Quando ci sia sangue sufficiente, verrebbe eseguita eventuale pulizia dell’osso e antibioticoterapia mirata. Collaboriamo con il dr. Giovanni Gualdrini e con il Mario Argazzi, ortopedici esperti in infezioni dell’osso (www.gistio.it; vedi anche il sito dell’Associazione Nazionale per le Infezioni Osteo-articolari www.anio.it).
E’ essenziale che il diabete sia controllato. Per questo, collaboriamo con il Centro diabetologico dell’Ospedale di Ravenna (dr. Paolo Di Bartolo).
Per la ossigenoterapia iperbarica, presso il Centro iperbarico di Ravenna, si verifica, per i pazienti cardiopatici, il punteggio sulla scala di rischio cardiaco di Detzsky in base a una serie di parametri (età, pregresso infarto del cuore, edema polmonare, angina, aritmia e altro). I pazienti:
– in classe 1 (0-15 punti, rischio inferiore al 15%) possono fare la terapia iperbarica;
– in classe 2 (16-30 punti, rischio del 15-30%) necessitano di ulteriori accertamenti (come l’ecocardiografia);
– in classe 3 (più di 30 punti, rischio superiore al 30%) la terapia iperbarica è controindicata.
Per eventuale visita contatta la segreteria del Centro iperbarico Ravenna (0544-500152). E’ giusto che tu faccia quanto possibile per capire, almeno, se l’amputazione sia veramente necessaria.
Un caro saluto, Pasquale
Antonella
31/05/2011, 12:19:50
Caro professore
da gennaio a mio padre è stata riscontrata una arteriopatia obliterante agli arti inferiori. Ci siamo rivolti a una casa di cura della nostra città (Pescara) ma non ho capito per quale ragione ci rimandano le visite di quindici giorni in quindici giorni e intanto la situazione peggiora. Ci siamo rivolti ad altri dottori ma tutti hanno dato pareri contrastanti. Ora si prospetta l’amputazione della gamba in quanto il secondo dito del piede e’ andato in gangrena. Siamo molto preoccupati poichè non sappiamo se le sue condizioni fisiche (cardiopatico ed emiplegico a causa di un ictus) gli permettono di affrontare l’intervento. Siamo oltresi indignati per l eccessiva incuria con cui questi dottori hanno trattato e continuano a trattare il caso, visto che la prossima visita l’hanno fissata tra un mese quando forse sarà gia morto di setticemia. La prego ci dia un consiglio e se è il caso di metterci in contatto al piu presto per valutare il caso.
La ringrazio anticipatamente
Pasquale Longobardi
01/06/2011, 18:30:58
cara Antonella, ti ringrazio per l’attenzione e mi dispiace per la grave situazione del papà.
Presso il Centro Cura Ferite Difficili di Ravenna il percorso per i pazienti affetti da patologia arteriosa è chiaro:
– consulenza chirurgia vascolare con ecocolordoppler arterioso e, nel caso del tuo papà, angiografia (o angioRisonanza Magnetica, qualora non sia possibile l’angiografia). Questa valutazione viene eseguita presso la Unità Operativa di Chirurgia Vascolare dell’Ospedale di Ravenna (primario: dr. Elio Piccinini)
– doppler velocimetria per valutare l’Ankle Brachial Index; ossimetria transcutanea al dorso del piede e alla gamba durante respirazione in aria e in ossigeno puro; laser doppler flussimetria per la valutazione del Toe Brachial Index e per valutare la risposta vasomotoria (sintesi del monossido di azoto)
Se l’angiografia e le altre indagini evidenziassero la possibilità di una rivascolarizzazione con angioplastica o bypass,il papà verrebbe trattato per migliorare il flusso del sangue e, se utile, con ossigenoterapia iperbarica per evitare i danni da ripristino del flusso (ischemia – riperfusione) e per prevenire la chiusura dell’angioplastica o del bypass. Le indagini permettono anche di controllare nel tempo il risultato della procedura terapeutica applicata.
Purtroppo il fatto che il papà sia cardiopatico ed emiplegico per il pregresso ictus, complicano la prognosi perché nella decisione sul percorso terapeutico si valuta anche la possibilità o meno di recuperare il paziente alla vita sociale. La cultura medica ritiene che se il papà fosse sempre in carrozzina o a letto, potrebbe essere poco utile sottoporlo a interventi chirurgici per ripristinare la deambulazione. Ne parleremo, ritengo che se si possa salvare la gamba valga la pena fare tutto ciò che sia possibile indipendentemente che il papà cammini o meno.
Per informazioni contatta la segreteria del Centro iperbarico Ravenna (tel. 0544-500152, segnala questo contatto nel blog e che ritengo sia necessaria una valutazione presso il Centro Cura Ferite Difficili e, nella stessa giornata, da parte del dr. Massimo Argnani dell’Unità Operativa di Chirurgia vascolare dell’Ospedale di Ravenna).
Ciao, Pasquale
Salvatore
30/11/2019, 12:01:08
Sono un individuo di anni 59.Mi è stato prescritto un ciclo di camera iperbarica per osteonecrosi asettica testa del femore. Tre anni orsono ho subito un intervento di triplice bypass coronarico senza infarto cardiaco. I controlli ecografici cardiaci sono nella norma.
Con questa condizione ci sono controindicazioni all’uso della terapia iperbarica?
Centro Iperbarico Ravenna
02/12/2019, 11:52:26
Ciao Salvatore, grazie per aver riposto fiducia in noi chiedendoci un consiglio. Abbiamo trasmesso la tua richiesta al reparto di competenza e ti risponderemo all’indirizzo email da te fornito.
A presto,
Lo Staff del Centro Iperbarico di Ravenna
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