Rischio infezioni: al Centro Iperbarico di Ravenna lo evitiamo così
I pazienti del Centro Iperbarico prima di entrare in camera iperbarica ricevono una sacca di tela con dentro tutto ciò che serve per entrare in camera iperbarica, oltre alla mascherina per respirare l’ossigeno durante il trattamento, perfettamente chiusa in un’apposita bustina. Ma che segreto c’è in quella semplice mascherina da poggiare su naso e bocca?
C’è un segreto che la rende sicura e pulita, tanto da proteggere i pazienti da ogni rischio di infezione. Infatti al Centro Iperbarico di Ravenna abbiamo studiato una procedura di sanificazione e igienizzazione unica in Italia!
Del resto, con oltre 17.000 trattamenti l’anno l’igiene diventa un fatto di straordinaria importanza e qui al Centro Iperbarico lo abbiamo affrontato affinando la tecnica di anno in anno. Così, dietro a una semplice mascherina, si nasconde una tecnica di sterilizzazione e disinfezione che ci permette di eliminare ogni rischio di infezione.
Per chi è curioso di sapere cosa accade dietro le quinte del Centro Iperbarico, ecco qui spiegato come facciamo per eliminare o ridurre al minimo i rischi di infezione.
Innanzitutto dovete sapere che in Italia dal 5% all’8% dei ricoverati contrae una infezione.
Possono essere tanti i motivi che la causano. Ad esempio terapia immunosoppressiva, interventi chirurgici di lunga durata, esposizione prolungata di cavità ed organi interni, contatto con dispositivi che hanno subito una cattiva decontaminazione e sterilizzazione. La trasmissione può avvenire in modo diretto, quando c’è un contatto molto stretto tra la fonte di infezione ed il ricevente; per esempio mediante contatto sessuale o per trasmissione aerea. Oppure può avvenire in modo indiretto, quando tra la fonte di infezione ed il ricevente il contatto è mediato da veicoli, mezzi inanimati quali suolo, acqua, alimenti, oggetti vari, tra cui siringhe e altri strumenti sanitari. La migliore arma per prevenire i rischi infettivi è la prevenzione, attraverso scrupolose misure precauzionali, intervenendo sulla qualità assistenziale delle strutture sanitarie e sulle procedure di igiene che le strutture adottano.
Come lavoriamo al Centro Iperbarico di Ravenna? Abbiamo una tecnica unica che abbiamo affinato in oltre 20 anni di esperienza
Al Centro di Ravenna si fa un’attenta ricerca e selezione di prodotti certificati per la sanificazione. Ogni tre mesi vengono eseguiti dei campionamenti ambientali tramite piastre di Petri per la verifica della carica batterica eventualmente presente nei locali. Il referto viene elaborato dal laboratorio di analisi dell’O.C. di Ravenna e conservato nei nostri archivi.
Tutti gli strumenti sanitari in uso presso il Centro subiscono il processo fisico della sterilizzazione a vapore in autoclave. La sterilizzazione viene fatta per tutto lo strumentario chirurgico, considerati dispositivi ad alto rischio di infezione, e per le maschere oronasali usate in camera iperbarica, considerati dispositivi a basso rischio. Il processo di decontaminazione e sterilizzazione, affidato al personale adeguatamente formato, si svolge seguendo una serie di azioni operative coordinate dalla capo sala Patrizia Baroni, con la supervisione del direttore sanitario dott. Pasquale Longobardi.
Le procedure adottate prevedono che i dispositivi, dopo essere stati utilizzati, vengano immediatamente decontaminati con una macchina termodisinfettatrice, poi asciugati, imbustati e sterilizzati con l’autoclave a vapore. Tutte le macchine utilizzate per il processo (autoclave e termodisinfettatrice) sono verificate e manutenute da ditte esterne che ne certificano il corretto funzionamento. Ad ogni utilizzo dell’autoclave a vapore i nostri operatori eseguono i vari cicli di convalida della macchina utilizzando sistemi informatizzati per eliminare i margini di errore umano.
A questo proposito il Centro di Ravenna ha adottato il sistema 3M ETS. Il sistema in conformità alla UNI EN 285 e alla UNI EN ISO 11140-4, indica in maniera inequivocabile se il test di Bowie & Dick, che deve essere compiuto ad ogni utilizzo dell’autoclave, ha avuto esito positivo o negativo.
Quando lo strumento viene collegato ad un computer fornisce ulteriori informazioni sul ciclo di Bowie & Dick e su cicli della sterilizzazione eseguita. In questo modo l’operatore non deveinterpretare il risultato del test ma semplicemente archiviare le informazioni rilasciate dal sistema eliminando in questo modo il rischio di possibile errore per un’interpretazione soggettiva del test. In questo modo il risultato finale è dato da strumenti sterilizzati sicuri e rispettosi di ogni norma vigente.
Piergiorgio Marotti, responsabile sicurezza Centro Iperbarico di Ravenna
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