V-Planner: è affidabile per calcolare la decompressione?
Daniele ci scrive perché vorrebbe raggiungere elevate profondità in immersione e chiede se le tabelle del V-Planner sono attendibili nel calcolo della decompressione per tali tipologie di attività.
Ecco il messaggio:
Ciao! Mi ha parlato di te Barbara, la mia ragazza. L’hai visitata 3 o 4 mesi fa per il Forame Ovale Pervio (ma chissà quante ne hai viste con il PFO!).
Volevo farti una domanda semitecnica… vorrei, con un mio amico raggiungere in trimix il fondo del “mio” lago (- 145 metri). Secondo te le tabelle fatte con il V-planner, per toccata e fuga a quelle profondità, sono attendibili?!?! Grazie mille e ciao ciao. Daniele
Risponde qui sotto, nei commenti, il nostro Direttore Sanitario Dott. Pasquale Longobardi, laureato in Medicina e Chirurgia con specializzazione in Medicina del Nuoto e delle Attività Subacquee. Per approfondimenti sui nostri servizi legati alla medicina subacquea clicca qui sotto:
Pasquale Longobardi
caro Daniele, ti ringrazio per l’attenzione e la stima.
Per le immersioni profonde è necessario valutare tutti i rischi ragionevolmente prevedibili e preparare il Piano Operativo di Sicurezza (POS) che tenga conto di eventuali misure per ridurre la probabilità di incidente.
Il calcolo della corretta decompressione è solo uno dei fattori da valutare.
Tutti i software, V-Planner compreso, nel calcolo delle immersioni più profonde di centrotrenta metri sono meno affidabili: c’è un fattore di rischio aggiuntivo che stiamo ancora studiando.
Comunque in V-Planner è bene settare appropriatamente nella modalità “configura”/”avanzate” il “critical radius” per azoto ed elio e il “critical onset imperm”.
Inoltre per rendere più conservativa la decompressione nelle tappe vicine alla superficie, è utile passare i dati acquisiti con V-Planner (software basato sul controllo delle bolle) in un software compartimentale (tipo Decoplanner).
Oltre agli aspetti tecnici (preparazione, miscele, team, ecc), limitatamente agli aspetti medici è importante:
– accurata visita medica (test da sforzo con valutazione del Metabolic Equivalent of Tasks – METS – che dovrebbe essere superiore a 10; spirometria con FEV1% maggiore del 72%).
– valutare l’idratazione: esame del sangue (ematocrito < 47%) ed esame delle urine (pH, densità) permettono di prevedere l’efficacia degli scambi gassosi.
– allenamento, antiossidanti prima dell’immersione (interessanti le ricerche del DAN sull’effetto protettivo – prima dell’immersione – della vibrazione, della sauna, del precondizionamento con ossigeno)
– protezione dal freddo e ridotta attività fisica in immersione
Badati! Ciao, Pasquale
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