Ferita traumatica alla gamba medicata con acqua ossigenata: è giusto?
Elena, 16 anni, ci scrive perché la ferita traumatica, avuta a seguito di una frattura bimalleolare, non accenna a guarire anche a causa di un discutibile protocollo medico guarito. In particolare, la ferita viene medicata costantemente con acqua ossigenata: preoccupata per la guarigione pressoché inesistente, chiede come fare per farla chiudere.
Ecco il messaggio che abbiamo ricevuto:
Salve, mi chiamo Elena e ho 16 anni. Il 9 febbraio ho avuto una brutta caduta, riportando una frattura bimalleolare (tibia e perone). L’11 dello stesso mese sono stata operata, in quanto la frattura era scomposta e sembra che sia stata sistemata. Per chiudere i tagli dell’operazione, mi hanno messo i punti riassorbibili.
Nel giro di qualche settimana, la differenza tra la lesione dalla parte interna della gamba (dove c’è la vite) e quella esterna (placca) era già evidente. La prima presentava segni di guarigione perfetta con il riassorbimento dei punti, mentre il lato esterno presentava una cicatrizzazione ben diversa: i punti si sono riassorbiti prima del previsto, una parte della ferita è umida con fuoriuscita di secrezione. Mi hanno messo i punti istantanei per non permettere di far aprire la parte debole.
Alla successiva medicazione hanno applicato una pometa (IRUXOL). Dopo tre giorni, riaprendo la fasciatura, c’era un evidente buco sulla parte dove hanno applicato questa pomata. Il buco non era affatto superficiale, però mi hanno consigliato di rimettere di nuovo la stessa pomata Io l’ho usata solo un giorno, dopo di ciò ho concluso il trattamento perché ho visto che mi teneva la ferita umida. Hanno cominciato a scarnificare la ferita, permettendo la fuoriuscita di sangue.
Fatto sta che dopo quasi un mese la ferita non si è chiusa. Ogni volta che la medicano mettono acqua ossigenata sulla ferita. Sto girando e chiedendo vari pareri e ieri mi hanno detto di fare un tampone per vedere se ci sono germi che non permettono la chiusura della ferita.
Le mie domande sono: è giusto curarla con acqua ossigenata? Come posso fare per farla chiudere? grazie. Elena
Risponde qui sotto, nei commenti, il nostro Direttore Sanitario Dott. Pasquale Longobardi. Per ulteriori approfondimenti sui percorsi di cura dedicati alle ferite difficili, clicca qui:
Pasquale Longobardi
28/04/2011, 22:24:54
cara Elena, ti ringrazio per l’attenzione.
La tua giovane età merita la massima attenzione affinché tu possa guarire quanto prima e riprendere la normale vita sociale. Per questo sarò molto diretto: scappa da chi ti sta medicando!
Il principio attivo dell’Iruxol è cloramfenicolo (antibiotico) e collagenasi (ogni proteina che finisce con il suffisso -asi “mangia” i tessuti). Ti è stato proposto per rimuovere la parte della ferita che definisci “molle” ma prima sarebbe stato necessario capire quanto è profonda la parte sofferente (ecografia, mappatura della lesione), se sia sottominata (a volte la ferita è come un iceberg, vedi solo la superficie ma sotto è più ampia), se vi sia un danno alla circolazione. Senza capire prima questi aspetti, l’uso dell’Iruxol alla cieca rischiava di fare una voragine. Per fortuna l’hai spontaneamente interrotto.
Per quanto riguarda l’acqua ossigenata, viene proposta per eliminare i germi ma essa distrugge anche le cellule della riparazione. Stai entrando in un circolo vizioso: ammazzano il tessuto buono con l’acqua ossigenata e poi lo rimuovono con il bisturi. La ferita farà fatica a guarire in questo modo.
Se tu potessi venire al Centro Cura Ferite Difficili della Ausl Ravenna contatta la segreteria per appuntamento (0544-500152). Il costo dell’assistenza è a carico del Servizio Sanitario Nazionale (gratuita o pagheresti solo i ticket). A secondo di quanto sia grave il danno, ti assicuro che la ferita a carico della pelle guarirebbe entro un mese, al massimo tre mesi (per i casi gravi).
In alternativa, dimmi in quale città vivi e, se possibile, ti indirizzerò da un collega che segua i criteri del corretto approccio alla riparazione tessutale.
Ciao, Pasquale
luigi
11/09/2012, 18:34:31
Dottor Pasquale Longobardi, ho letto per caso la risposta a Elena e devo dire di essere stato positivamente impressionato. Di medici come lei ce ne dovrebbero essere molti.
Il mio caso è fortunatamente più semplice anche se non privo di preoccupazione,alla gamba destra livello maleolare dopo tre dignosi errate semba si tratti di dermatite da stasi. Adesso ho una chiazza rossastra indolore,quello che mi preoccupa è che ho pigliato una botta con abrasione nella zona limitrofa alla chiazza delle dimensioni di un euroall’inizio mi è sembrata una stupidagine ora invece minaccia infezioni, si è prodotta una piaga che ho trattato con connettivina e katoxyn senza risultati evidenti: la paura è che si cronicizzi.
Mi può suggerire qualche trattamento ? grazie
luigi
Klarida Hoxha
22/07/2014, 20:28:27
Grazie Luigi della stima.
Potrebbe essere utile eseguire un ecocolordoppler per indagare la circolazione e se è confermato la “stasi” quindi l’ insufficienza venosa, la lesione anche se piccola, non guarisce senza l’ applicazione di una terapia compressiva (bendaggio). Il bendaggio favorisce il ritorno dei liquidi e quindi la stasi (che è sangue sporco non ossigenato e per quello porta a dermatite) non ha modo di crearsi.
Se ha bisogno di altre informazioni non esiti a contattarci.
Rimaniamo a disposizione, Klarida Hoxha
Maria Strano
22/03/2018, 17:36:30
Lei deve essere un angelo! Un medico umano! Ho.vissuto.un’esperienza di una dermatologa che per trattare dei capillari con.il laser mi.ha causato vaste ustioni di secondo grado profonde che a distanza di 20 gg. ancora non guariscono la ciuccia che mi ha causato questo danno non so’ come definirla! Lei dalle sue risposte mi ha dato fiducia nella categoria, l’umanità il rispetto per il paziente e’alla base della semplice professione! Io.adesso.sto sostenendo spese le ustioni.in cinque parti della caviglia sono bruttissime!
Buona serata e complimenti a Lei per la sua umanità!
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