Mastectomia e successiva terapia medicinale: posso immergermi?
Monica ci scrive per conto di un’amica, operata quasi un anno fa di mastectomia (asportazione chirurgica della mammella) per una neoplasia. Sta proseguendo con le terapie medicinali ma vorrebbe immergersi: può farlo?
Ecco il messaggio:
Ciao Pasquale, ti scrivo per chiederti un consiglio per una mia amica che vorrebbe riprendere le immersioni. Ha subito una mastectomia a settembre per una neoplasia. Lei si sente in gran forma ma sta prendendo un sacco di farmaci e ho pensato di consultarti perché il suo medico non è convinto.
Al momento prende Enapren 5mg (2 cpr) per curare l’ipertensione, Novaldex 20 mg ed Eutirox 100. Tra pochi giorni finirà la terapia medicinale per il problema occorso alla mammella, ma continuerà con Enapren ed Eutirox.
Mi fido di te. Le ho suggerito di venire a Ravenna ma è un po’ complicato perché ha due marmocchi. Un abbraccio, Monica
Risponde, nei commenti, il nostro Direttore Sanitario Dott. Pasquale Longobardi, laureato in Medicina e Chirurgia con specializzazione in Medicina del Nuoto e delle Attività Subacquee. Per approfondimenti sui nostri servizi legati alla medicina subacquea clicca qui sotto:
Pasquale Longobardi
Cara Monica, ti ringrazio per l’attenzione e la stima.
In merito alla tua amica resto a disposizione per ogni chiarimento (Centro iperbarico Ravenna tel. 0544-500152). Per quanto riguarda i farmaci segnalati:
– Enapren (enzima di conversione dell’angiotensina): non presenta controindicazioni all’attività subacquea. E’ però necessario controllare che l’ipertensione arteriosa non abbia generato danni d’organo che possano controindicare l’immersione. Quindi serve: consulenza cardiologica con ECG da sforzo (con valutazione del Metabolic Equivalent of Tasks) ed ecocardiografia (con valutazione della frazione di eiezione cardiaca); consulenza oculistica con esame del fondo oculare; esame del sangue per la funzionalità renale (creatinina).
– Eutirox: (levotiroxina sodica): non presenta controindicazioni all’attività subacquea. E’ però necessario che i valori degli ormoni tiroidei e del TSH siano stabili negli ultimi tre controlli effettuati; che la diagnosi della patologia tiroidea sia certa; che non ci siano segni o sintomi di alterata funzionalità tiroidea.
– Novaldex (Tamoxifene): non presenta controindicazione all’attività subacquea qualora sia ben tollerato e la visita medica (meglio se eseguita da un medico subacqueo) evidenzi che la capacità respiratoria sia nella norma e gli esami del sangue per la coagulazione siano normali (utile anche la ricerca di anomalie genetiche del fattore V di Leiden, del fattore II (protrombina), della mutazione del MHTFR (metilentetraidrofolatoreduttasi) e valutazione, nell’esame del sangue, della omocisteina e della proteina S. Consiglio di evitare muta e cinghiaggi stretti per ridurre il rischio della stasi venosa che facilita la formazione di trombi ed embolia grassosa.
Nota x il tamoxifene
Il tamoxifene ha la cattiva fama di favorire la coagulazione del sangue. Questo spaventa qualche medico subacqueo che immagina la bolla come causa scatenante la trombosi, facilitata dal tamoxifene.
In realtà l’immersione, di per sé, ha normalmente scarsa influenza sul meccanismo della coagulazione. Eccetto alcune gravi forme di incidente da decompressione che possono essere complicate da Coagulazione Intravascolare Disseminata.
Per quanto riguarda il tamoxifene Il National Institute of Health (USA) fornisce le seguenti informazioni sul sito web: “I dati provenienti da ampi studi clinici suggeriscono che vi sia un piccolo aumento del numero dei coaguli di sangue nelle donne che assumono tamoxifene, soprattutto nelle donne che assumono farmaci antitumorali (chemioterapia) insieme con tamoxifene. Il numero totale delle donne che hanno avuto questo effetto collaterale è piccolo. Il rischio di avere un coagulo di sangue a causa di tamoxifene è simile al rischio di un coagulo di sangue quando si prende la terapia estrogenica sostitutiva (la “pillola” anticoncezionale).
Il Breast Cancer Prevention Trial (BCPT), uno studio di ricerca finanziato dal National Safety Council (USA), è stato progettato per testare l’utilità del tamoxifene nella prevenzione del cancro della mammella nelle donne con un aumentato rischio di sviluppare questa malattia. In questo studio si è notato che le donne che avevano assunto Tamoxifene avevano una maggiore probabilità di sviluppare coaguli di sangue e un maggior rischio di ictus.
Qualora sia stata somministrata anche radioterapia, il tamoxifene facilità l’insorgenza della fibrosi polmonare.
In conclusione, la letteratura indica che il tamoxifene sia correlato con un lieve aumento del rischio di coaguli e di ictus ma non ci sono evidenze che le immersioni possano peggiorare tale rischio.
Un caro saluto, Pasquale
Laura Virgili
Nel mio caso io ho subito mastectomia sottocutanea bilaterale alla fine di giugno e mi sono state inserite dueprotesi in gel di silicone. Tutto procede regolarmente, ho ripreso sport ( nuoto e spinning), non prendo nessun farmaco di nessun tipo, non ho nessun altro tipo di problema. Il chirurgo plastico, ad un mese dall’intervento , mi aveva detto di aspettare ancora un poco ascendere , ma solo per rafforzare la muscolatorua che è stata tagliata e poteva essere sottoposta a troppo sforzo in gommone. Io vorrei ora riprendere con calma in settembre nei mari di casa dove le condizioni sono più calme. Dovrei fare una visita d idoenità prima? Più per i diving che al mio racconto si spaventano che per me, dato che con i chirurghi ho sempre detto di volere rientrare a fare immersioni ed erano d’accordo.
grazie
Klarida Hoxha
Cara Laura, grazie per la sua storia.
Le consiglio di prendere un appuntamento al 0544/500152 con il dott. Longobardi per la visita di idoneità.
Quando chiama la segreteria spieghi bene la sua storia così che loro possano capire qual è la giornata migliore per poter eseguirla. Sono fiduciosa che rientrerà in acqua al più presto.
Un caro saluto, Klarida
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