Ulcera alla gamba infetta da Pseudomonas aeruginosa: che fare?
Alessandra ci scrive perché la madre, diabetica, soffre di un’ulcera alla gamba infetta dal batterio Pseudomonas aeruginosa.
Per questo, alla ricerca di consigli, ha inviato alla nostra attenzione questo messaggio:
Buonasera Dott.Longobardi, le scrivo in merito a mia madre per cui ho molta preoccupazione. Ha 70 anni, è diabetica e da qualche tempo si è aperta una piaga sulla gamba che è risultata essere infetta da Pseudomonas aeruginosa. Ha avuto 2 ricoveri per la somministrazione di 2 tipi di antibiotici che non hanno risolto il problema. Tra qualche giorno verrà di nuovo ricoverata per altra terapia con antibiotico. Inoltre ha un dolore lancinante: gli antidolorifici sembrano essere acqua. Le hanno fatto un ecodoppler che ha evidenziato una stenosi e, adesso, dovrebbe sottoporsi ad angiografia.
Le sarei grata se potesse darmi un consiglio. Non so più cosa fare per non vederla a soffrire cosi tanto. Se avesse bisogno di più informazioni cliniche mi faccia sapere. La ringrazio per la sua cortese attenzione. Alessandra.
Risponde, nei commenti, il nostro Direttore Sanitario Dott. Pasquale Longobardi. Per ulteriori approfondimenti sui percorsi di cura dedicati alle ferite difficili, clicca qui:
Pasquale Longobardi
cara Alessandra, ti ringrazio per l’attenzione e mi dispiace per il dolore che attanaglia la mamma.
Credo si tratti di un’ulcera arteriosa o vasculitica in paziente anziana e diabetica. E’ necessario il controllo del diabete (la glicemia deve essere costante e l’emoglobina glicata inferiore al 6,3%). Deve essere accelerata l’esecuzione della angiografia con eventuale angioplastica o bypass per ripristinare il flusso del sangue alla gamba e al piede. Utile escludere un quadro infiammatorio (vasculite) sulla base della raccolta della storia clinica della mamma, eventuale biopsia ed esami del sangue specifici.
Presso il Centro iperbarico Ravenna, per la mamma, il primo passo sarebbe controllare quanto sangue arriva al piede tramite:
– ossimetria transcutanea. Devono esserci almeno 40 millimetri di mercurio di ossigeno durante respirazione in aria ambiente;
– doppler velocimetria. La pressione arteriosa alla caviglia deve essere almeno il 45% di quella misurata al braccio (Ankle Brachial Index superiore a 0,45). Questo parametro è però poco affidabile nel paziente diabetico, pertanto preferiamo il seguente:
– laser doppler flussimetria. Permette di comprendere se ci sia un deficit vascolare attraverso la misurazione della pressione al primo dito del piede (la pressione nel dito del piede deve essere almeno il 20% di quella rilevata al braccio – in “medichese” si dice: Toe Brachial Index superiore a 0,2). Inoltre la risposta a vari test (riscaldamento, variazione della posizione del piede, rilascio della pressione) permettono di comprendere se ci sia una neuropatia e/o una risposta dei vasi sanguigni attraverso la sintesi del monossido di azoto (NO).
In caso di cattiva circolazione (ischemia), la mamma sarebbe visitata dal chirurgo vascolare per valutare l’opportunità di ripristinare la circolazione (angioplastica, bypass, farmaci).
Qualora vi sia, invece, una vasculite si procederà con la rimozione – dove possibile – dei fattori che scatenano l’infiammazione e a una terapia farmacologica specifica.
Se ritenuta utile, applichiamo anche la ossigenoterapia iperbarica. Si tratta di una terapia che, attraverso l’aumento della produzione di monossido di azoto (NO), è importante per ridurre l’infiammazione; favorire la formazione di nuovi vasi sanguigni (vasi collaterali) a partire sia dai bordi della ferita che a opera di cellule “operaie” che sono normalmente dormienti nel midollo (cellule staminali), reclutate dall’ossigeno iperbarico.
Per eventuale visita contatta la segreteria del Centro iperbarico Ravenna (0544-500152). Per informazioni su altri Centri iperbarici consulta il sito della Società Italiana di Medicina Subacquea e Iperbarica (SIMSI) http://www.simsi.org (sulla destra troverai il link “centri iperbarici”).
E’ giusto che tu faccia quanto possibile per capire, almeno, la causa del dolore che affligge la mamma. E’ importante che lei possa, quanto prima possibile, camminare bene per facilitare il controllo del diabete.
Un caro saluto, Pasquale
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