Soffro di Forame Ovale Pervio (PFO): come lo chiudo?
Ilaria ci scrive perché, a seguito di alcuni episodi di cute marmorata (anomalia rara della pelle), ha scoperto di soffrire di pervietà del Forame Ovale (PFO), che vorrebbe chiudere.
Per questo, ci ha contattato alla ricerca di maggiori informazioni:
Gentile dottor Longobardi, sono ancora Ilaria dalla provincia di Livorno e, giusto questa mattina, le ho inviato la prima e-mail nella quale le ho spiegato che ,a seguito di tre episodi di “cute marmorata”, mi sono sottoposta a ecodoppler transcranico tramite il quale ho scoperto di avere un Forame Ovale Pervio (FOP) di presunta media larghezza.
Tengo a precisare che nella precedente mail ho dichiarato di “voler procedere” e qui sorge il dubbio di non aver specificato che intendevo dire che, la mia volontà è di proseguire con la chiusura del FOP poichè non voglio rinunciare all’attività subacquea e tanto meno rischiare di cadere in ischemie/aneurisma/trombi.
Chiedo per questo a Lei di informarmi su come comportarmi e pertanto resto in attesa di sue notizie.
Cordialmente
Ilaria
Risponde qui sotto, nei commenti, il nostro Direttore Sanitario Dott. Pasquale Longobardi, laureato in Medicina e Chirurgia con specializzazione in Medicina del Nuoto e delle Attività Subacquee. Per approfondimenti sui nostri servizi legati alla medicina subacquea clicca qui sotto:
Pasquale Longobardi
cara Ilaria, ti ringrazio per l’attenzione. Mi piace che tu faccia riferimento al blog del Centro iperbarico Ravenna.
Correggo quanto hai pubblicato: tramite ecocolordoppler transcranico hanno “scoperto” che in te c’è un travaso di sangue dal sangue venoso al sangue arterioso (shunt destra sinistra). Non sappiamo, in base a quanto scrivi, dove sia il “buco” (o i “buchi”) e di che dimensioni sia (se non che, genericamente, sia di medie dimensioni).
So che vuoi tornare, quanto prima possibile, a immergerti in sicurezza. Per raggiungere tale obiettivo, ti consiglio di evitare la scorciatoia che, probabilmente, sentirai proporti: ecocardiografia transesofagea e, nel caso di riscontro effettivo del FOP, chiusura dello stesso. Mi è capitato di visitare alcuni subacquei che, in seguito a incidenti da decompressione cutanei, avevano intrapreso tale “scorciatoia” per poi ritrovarsi ad avere gli stessi problemi quando sono tornati a immergersi in quanto c’erano “buchi” in sede extracardiaca.
Il percorso del Centro iperbarico Ravenna (tel. 0544-500152; email: scrivici@iperbaricoravenna.it) prevede:
– ecocolordoppler transcranico con contrasto sonografico eseguito, presso il Centro, dal bravo dr. Paolo Limoni. Lui è attento che la manovra di compressione addominale (squat) sia corretta e misura il numero di bolle che rileva in entrambi i lati del cranio (spesso mi segnala anche 120-140 bolle quando il livello accettabile è inferiore alle 10-15 bolle). Nota: quando dici “medie dimensioni”, a quante bolle fai riferimento: 20 – 50 – 100?
– emogasanalisi durante respirazione in aria e in ossigeno puro. Viene eseguita presso il Centro iperbarico Ravenna lo stesso giorno dell’ecodoppler transcranico. Il valore normale durante respirazione in ossigeno puro è di circa 400 millimetri di mercurio (dipende dall’età). Un valore inferiore indica la presenza di almeno un “buco”.
– ossimetria transcutanea, per verificare il dato della emogasanalisi (è eseguita presso il Centro).
– angioTomografia Computerizzata (angioTC) polmonare perfusionale. Deve essere eseguita in un Ospedale a te vicino. La prescrive il medico di famiglia con il seguente quesito “si chiede di valutare la presenza di eventuale shunt destra sinistra o malformazione arterovenosa polmonare”.
Raccolte le informazioni diagnostiche corrette, la decisione sarà facile:
– presenza di meno di venti bolle, assenza di shunt extracardiaco: potrai immergerti in sicurezza rispettando alcune regole prudenziali
– presenza di oltre venti bolle, assenza di shunt extracardiaco: ecocardiografia transesofagea per la chiusura del FOP. Dal 2° al 6° mese dopo l’intervento: percorso di immersioni per la riabilitazione all’immersione. Poi immersioni libere (secondo il livello di brevetto da te conseguito), previa visita medica per l’idoneità al ritorno all’immersione.
– presenza di oltre venti bolle, presenza di shunt extracardiaco: ne parleremo di persona. Potrebbe essere inutile l’ecocardiografia transesofagea.
ciao, Pasquale
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