Problema visivo dopo l’immersione: colpa della cisti aracnoidea?
Francesco, giovane subacqueo, ci scrive perché, a seguito di un’immersione, ha riscontrato un problema visivo seguito da afasia. Una precedente visita aveva riscontrato una cisti aracnoidea e, in seguito alla manifestazione occorsa, i medici dell’ospedale di Rapallo hanno evidenziato un Forame Ovale Pervio (PFO).
Nel messaggio che abbiamo ricevuto, Francesco chiede se il problema sia da ricollegare alla situazione riscontrata:
Egregio dr Longobardi, il suo nominativo mi è stato consigliato da Pederoli Pietro del TSA. Mi chiamo Francesco e ho 15 anni. Pratico la subacquea da circa due anni. Il 26 novembre 2011 mi è successa una cosa molto strana. Dopo aver finito l’immersione, nella quale ho eseguito tutto correttamente, mentre mi trovavo sotto la doccia mi sono reso conto di non vedere più nitidamente, come se vedessi – al centro di dove guardavo – un piccolo pallino nero che mi impediva la corretta visione.
Non mi sono spaventato più di tanto perché mi era già successo altre volte in passato. Quando mi capitava, questo disturbo visivo era preceduto da un formicolio alla mano destra che lentamente mi saliva per il braccio, fino ad arrivare alla guancia e alla lingua causandomi un senso di intorpidimento, poi arrivava il disturbo visivo e solo alla fine un forte mal di testa accompagnato da nausea che dopo un paio di ore passava. Per questi episodi ho fatto in giugno del 2011 la visita specialistica dal neurologo, dal neurochirurgo e una RM che ha riscontrato una cisti aracnoidea o dermoide.
Il 26 novembre 2011, dopo l’immersione mi sono cambiato tranquillamente e insieme a mio padre siamo andati a mangiare. Poco dopo il disturbo visivo era sparito e mio padre che si era accorto che non stavo bene, mi ha chiesto cosa non andasse e dopo avergli detto che mi stava venendo quella strana cosa ci siamo diretti alla macchina perché avevo bisogno di dormire. Alla macchina mi sono messo seduto con mio padre che mi chiedeva come stavo e, a un certo punto, ha notato che non rispondevo più fluidamente ma ero entrato in una forma di afasia.
Così ci siamo diretti all’ospedale di Rapallo (eravamo infatti a Rapallo a immergerci), lì mi hanno stabilizzato e poi mi hanno trasferito all’ospedale San Martino di Genova. Al San Martino mi hanno messo cinque ore in camera iperbarica ma non ricordo molto di quello che è successo dal trasporto da un ospedale al’’altro perché credo di essere svenuto o semplicemente mi sono addormentato. Dopo le cinque ore di camera iperbarica stavo bene e ho risposto adeguatamente alle domande che mi sono state fatte. Gli esami successivi hanno riscontrato il Forame Ovale Pervio (PFO).
Le vorrei chiedere due cose:
1) Secondo lei se il malessere è stato dovuto al forame o ad altro?
2) Quali attività fisiche posso fare?
Le invio per email i referti. Aspetto sua risposta e la ringrazio anticipatamente per l’attenzione. Francesco
Risponde qui sotto, nei commenti, il nostro Direttore Sanitario Dott. Pasquale Longobardi, laureato in Medicina e Chirurgia con specializzazione in Medicina del Nuoto e delle Attività Subacquee. Per approfondimenti sui nostri servizi legati alla medicina subacquea clicca qui sotto:
Pasquale Longobardi
caro Francesco, ringrazio Pietro Pederoli e te per l’attenzione e la stima. Hai l’età di mio figlio Simone e farò il mio meglio per esserti utile. Ne ho parlato con il nostro neurologo di fiducia, prof. Pietro Marano.
Il referto della visita neurologica che mi hai inviato evidenzia: alterazioni della sensibilità (parestesia) all’emilingua e emilabbro destro. L’alterata sensibilità si irradia al palmo della mano destra ed è seguita, dopo venti minuti, da mal di testa (cefalea) frontale sinistra – pulsante e con nausea – che scompare dopo circa due ore senza farmaci.
La Risonanza Magnetica cerebrale evidenzia la presenza di cisti aracnoidea (o cisti dermoide) nell’angolo ponto cerebellare con impronta sul flocculo cerebellare e sul profilo sinistro del passaggio bulbo pontino. E’ sollevato il pacchetto acustico nel lato sinistro. Sono sollevate le radici del nono nervo cranico a sinistra e i rami dell’arteria cerebellare antero inferiore e postero inferiore del lato sinistro.
Il neurochirurgo ha adottato un atteggiamento attendistico: controllo periodico sulla evoluzione del quadro clinico e decisione su cosa fare a secondo dell’evoluzione della situazione.
Le cisti aracnoidee sono una “palla” rivestita da una membrana (epitelio aracnoidale) all’interno del quale si accumula liquido cefalorachidiano. Rappresentano l’ 1% di tutte le lesioni intracraniche. Le cisti aracnoidee localizzate in fossa cranica media, e nell’acquedotto di Silvio sono le più frequenti. Meno comunemente sono coinvolte la fossa cranica posteriore con l’angolo ponto-cerebellare (APC) – che è quella che affligge Francesco – e gli emisferi cerebellari. Le cisti aracnoidee sono nella stragrande maggioranza asintomatiche. La sintomatologia dipende dalla localizzazione della cisti. Quando è interessata la fossa cranica posteriore – come nel caso di Francesco, i sintomi sono frequentemente otologici (ipoacusia neurosensoriali e/o acufeni e/o vertigini).
La letteratura e l’esperienza acquisita al Centro iperbarico Ravenna, evidenziano che la tua cisti aracnoidea non vada trattata chirurgicamente fin quando il sintomo principale sia la emicrania o la vertigine. Mentre invece è necessaria la chirurgia (svuotamento o, preferibilmente, drenaggio del liquido interno dalla cisti nel peritoneo) qualora compiano delle complicanze: idrocefalo, rigonfiamento del disco ottico visibile attraverso consulenza oculistica con esame del fondo oculare (papilledema), compressione del tronco encefalico.
Per la decisione in merito alla chirurgia, il nostro referente è il neurochirurgo Carmelo Sturiale che lavora presso la neurochirurgia dell’Ospedale Bufalini di Cesena. Mi auguro che tu non abbia bisogno del suo approccio. Comunque, per informazione, ti segnalo che dopo l’intervento, è possibile tornare all’immersione in sicurezza. Nel caso del drenaggio nel peritoneo dovrà essere prestata attenzione alla gestione del tubo di drenaggio (posizionamento del cappuccio della muta e cinghiolo della maschera).
Purtroppo, senza chirurgia, è sconsigliata l’attività subacquea per il rischio di problemi neurologici in immersione. Anche se la localizzazione della cisti nell’angolo ponto cerebellare rende meno probabile l’insorgenza di convulsioni rispetto ad altre localizzazioni, altri problem i sono possibili come, per esempio, puoi leggere nel caso clinico presentato in un convegno di medicina subacquea http://tinyurl.com/6rzkwdo
Ti saluto con simpatia, Pasquale
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