Problemi gastrici dopo attività subacquea: posso tornare a immergermi?
Mirko ci scrive perché dopo un’immersione ha sentito dolori al petto e un seguente senso di soffocamento e tosse, che a lungo termine gli ha lasciato un reflusso gastroesofageo.
Ci ha contattato per comprendere se può riprendere le immersioni:
Egregio Dr.Longobardi, chiedendole di perdonare la mia ignoranza in materia, le scrivo per descriverle alcuni problemi insorti dopo un’immersione effettuata a poca profondità (8-10 m) durante un review PADI lo scorso giugno.
L’immersione è stata per me un po’ stressante (tanto da esaurire quasi l’aria): erano diversi anni che non mi immergevo più e non ero a mio agio negli esercizi da eseguire con e senza maschera. Una volta riemerso, dopo circa un’ora e mezza ho incominciato ad avvertire dei leggeri dolori al petto lato sx di tipo puntuale, che ho imputato ai tentativi di uscire dall’acqua direttamente sul molo. Nella notte ho incominciato ad accusare un senso di soffocamento e un gran peso sullo stomaco oltre ad un forte mal di gola. Il giorno dopo ho incominciato ad accusare una tosse secca.
Visitato, i sintomi sono stati attribuiti ad una forma influenzale. I sintomi sono rimasti invariati a lungo successivamente e, a distanza di tempo, attribuiti a reflusso gastro esofageo. Sintomi che ancora oggi, in maniera intermittente e meno grave, accuso. Sentito il parere medico ho ripreso a fare le immersioni ma volevo sapere se fosse possibile una implicazione tra i problemi accusati e l’immersione a suo tempo svolta, vista e considerata la coincidenza degli eventi.
Anticipatamente la ringrazio per l’attenzione che vorrà dedicarmi e le porgo distinti saluti.
Risponde qui sotto, nei commenti, il nostro Direttore Sanitario Dott. Pasquale Longobardi, laureato in Medicina e Chirurgia con specializzazione in Medicina del Nuoto e delle Attività Subacquee. Per approfondimenti sui nostri servizi legati alla medicina subacquea clicca qui sotto:
Pasquale Longobardi
caro Mirko, ti ringrazio per l’attenzione. Contatta il Centro iperbarico Ravenna (telefono 0544-500152, email scrivici@iperbaricoravenna.it) per concordare una visita con un medico subacqueo (dr. Paolo Della Torre o me) al fine di valutare il tuo problema.
Più del 10 % della popolazione odierna, soffre di una qualche forma di bruciore di stomaco o di disturbi digestivi, così non sorprende che anche i subacquei lamentino tale disturbo. Il medico subacqueo innanzitutto esclude le patologie gastrointestinali più gravi: diverticoli esofagei, acalasia, ernia iatale, ulcera gastroduodenale, pregressi interventi chirurgici addominali, patologie epatiche o pancreatiche, malattia infiammatoria cronica intestinale e, specialmente, la Malattia da Reflusso Gastro Esofageo (MRGE).
Se anche la MRGE fosse esclusa, si ipotizza la “Malattia da Reflusso Gastroesofageo scatenata dalla variazione di Pressione” (in inglese: Pressure Triggered Gastroesophageal Reflux Disease). Durante la discesa, mentre si compensa, la maggior parte dei subacquei ingerisce piccole quantità di aria che, pian piano, gonfiano lo stomaco durante tutta l’immersione. Questo è generalmente tollerato ma per alcuni subacquei il problema è accentuato dallo stress (come nel tuo caso) o dalla presenza del reflusso gastroesofageo (del quale, verosimilmente, già soffrivi prima dell’immersione). L’espansione dell’aria nello stomaco, spinge l’acido nell’esofago provocando i sintomi che hai citato: “dolori al petto, senso di soffocamento e un gran peso sullo stomaco oltre ad un forte mal di gola con tosse secca”. A volte c’è nausea e vomito. Nei subacquei più sensibili, il malessere si manifesta durante la risalita o in superficie dopo l’immersione (come nel tuo caso). Non è un problema pericoloso a meno che non porti il subacqueo a vomitare sott’acqua (il che può generare panico nelle persone meno esperte) o a star male anche dopo le immersioni (come tu riferisci).
Infine è da considerare la possibilità che i “dolori al lato sinistro del petto di tipo puntuale, il senso di soffocamento e di gran peso sullo stomaco, il forte mal di gola e la tosse secca” siano dovuti alla aspirazione del contenuto dello stomaco nelle vie respiratorie o a trauma (sovradistensione polmonare e pneumotorace) dovuta al fatto che si è trattenuto il respiro durante la risalita.
Chiedi al tuo medico di prescrivere un farmaco contro il reflusso di acido gastrico (per esempio il lansoprazolo) e assumilo regolarmente, in particolare la mattina prima dell’immersione. Evita la auto-prescrizione dei farmaci perché medicine normalmente innocue possono avere effetti forti o inusuali durante l’immersione.
Consigli dietetico-comportamentali
1. Evitare il fumo di sigaretta perché la nicotina rilassa i muscoli della valvola esofagea e ne impedisce la tenuta favorendo la risalita di cibo e acido dallo stomaco all’esofago; aumenta la produzione di acido nello stomaco; riduce la produzione di prostaglandine (che riducono la produzione di acido nello stomaco) e bicarbonato (che riveste e protegge la parete dello stomaco e neutralizza l’acido).
2. Prevedere durante la giornata pasti piccoli e frequenti per non riempire troppo lo stomaco e renderne più veloce lo svuotamento. Mantenere sempre orari regolari, senza aumentare le porzioni o compromettere la qualità della propria alimentazione.
3. Distribuire l’acqua anche fuori pasto, preferendo un’acqua con residuo fisso a 180°C tra 200 e 500 mg/litro (bicarbonato-alcalino-terrosa), utile a contrastare l’acidità.
4. Mangiare a piccoli bocconi e masticare bene.
5. Attenzione ai cibi e alle bevande che introduciamo perché possono causare il reflusso o peggiorarne i sintomi. Alcuni alimenti fanno rilassare i muscoli della valvola esofagea. Quando i muscoli sono rilassati, la valvola resta aperta, permettendo al cibo di passare dall’esofago allo stomaco ma anche di ritornare indietro, unitamente ai succhi gastrici e all’acido prodotto dallo stomaco, come nel caso di chi soffre di reflusso. Altri alimenti aumentano l’acidità dello stomaco e quindi del materiale che ritorna in esofago con il reflusso.
Aglio, cipolle, menta, tè, cioccolato, cibi grassi (fritture, formaggi stagionati, insaccati, panna..) abbassano la pressione della valvola, la rilassano e ne riducono la tenuta. Pasti abbondanti, ricchi di grassi richiedono tempi di permanenza nello stomaco più lunghi rendendo più probabili e numerosi gli episodi di reflusso.
Arance, limoni, pomodori e salsa di pomodoro sono molto acidi e possono aumentare l’acidità dell’esofago in presenza di reflusso.
Le bibite gassate contengono anidride carbonica che gonfia l’addome e aumenta il rischio di reflusso. Queste bibite (bevande tipo cola, con lime, succo di limone) sono anche generalmente molto acide.
Le bevande alcoliche, per azione dell’alcol, rilassano i muscoli della valvola.
Caffè, tè, cioccolato aumentano la secrezione gastrica, e quindi l’acidità dello stomaco. Anche il brodo di carne ha la stessa azione.
6. Preferire alimenti che non influenzano il tono della valvola esofagea: alimenti proteici a ridotto contenuto in grassi (carni magre, latte scremato, formaggi freschi a ridotto contenuto di grassi), alimenti con carboidrati e pochi grassi (pane, pasta, riso, frutta), verdure preparate senza aggiunta di grassi. Alimenti proteici e ricchi di fibra sono digeriti più velocemente e favoriscono lo svuotamento dello stomaco.
7. Evitare indumenti stretti e cinture che aumentino la pressione intra-addominale. Evitare che la zavorra stringa l’addome, meglio distribuire i piombi nelle apposite tasche del GAV o attaccarli alla bombola.
8. Quando ci si siede, meglio restare leggermente distesi all’indietro. Se il disturbo si manifestasse in maniera acuta durante l’immersione, mettersi in posizione eretta
9. Non andare a dormire subito dopo aver cenato ma attendere almeno 20-30 minuti. Dormire con due cuscini sotto la testa. Non immergersi subito dopo pranzo (l’intervallo dipende dalla quantità di cibo assunto).
10. Raggiungere o mantenere un peso corporeo adeguato perché uno stato di sovrappeso aumenta la pressione addominale favorendo il reflusso. Mantenere regolare la funzionalità intestinale per ridurre la pressione endoluminale.
Buona Pasqua e buone immersioni. Pasquale
mirko pomicino
La ringrazio per tutte le informazioni che mi ha dato. In effetti durante quell’ immersione ho ingurgitato parecchia aria durante gli esercizi di svuotamento della maschera.
Abitando a Genova non saprei quando poter effettuare la visita, ma se ritiene che per continuare l’attività subacquea debba effettuare una visita da un medico specialista in medicina subacquea Le sarei grato potesse indicarmene uno su Genova. Diversamente quando avrò occasione di passare per Rimini sarei felice di fare la sua conoscenza.
Cordialmente
Mirko
Pasquale Longobardi
caro Mirko, ti ringrazio per l’attenzione. Ritengo necessaria la visita del medico subacqueo anche per escludere danno polmonare da ingestione nei polmoni del rigurgito o da sovradistensione polmonare (pneumotorace) nel caso che tu sia risalito per un pò trattendo il fiato. Per i contatti in Liguria guarda il sito della Società Italiana Medicina Subacquea e Iperbarica (SIMSI http://www.simsi.org/Soci/Centri%20Iperbarici.pdf ). Se deciderai, ti aspettiamo al Centro iperbarico Ravenna quando sarai in zona (portami, in tal caso, anche una TC polmone ad alta definizione). Ciao, Pasquale
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