Santo Domingo chiama, Ravenna risponde: la storia di Roberto
Roberto è nato in provincia di Torino e da dieci anni vive a Santo Domingo insieme alla sua compagna e al loro bambino. Ormai da trent’anni soffre di ulcere alle gambe che gli provocano molto dolore e dopo tante sofferenze lo scorso mese di novembre ha scritto al dottor Longobardi, per chiedergli un consiglio su come curarle.
Nel post pubblicato il 25 novembre il dottor Longobardi ha dato a Roberto alcuni suggerimenti e gli ha chiesto qualcosa di più sul suo percorso e i suoi problemi per poterlo consigliare meglio. In questi giorni è arrivata l’email in cui Roberto racconta la sua storia commovente, e noi vogliamo aiutarlo.
Dato che in questi giorni Patrizia Baroni, la nostra caposala, è in vacanza proprio a Santo Domingo, incontrerà Roberto per dargli una mano. Patrizia è molto esperta nella cura delle ulcere della pelle e insegna alle altre infermiere come medicarle e curarle nel modo migliore. Il dottor Longobardi le ha parlato del caso di Roberto e lei non ha esitato a portare con sé il necessario per medicarlo e insegnargli come applicare correttamente il bendaggio.
Il calvario di Roberto è iniziato nel 1980 in seguito ad una ferita alla tibia destra e da quel momento ha sempre avuto problemi che l’hanno costretto a muoversi tra Santo Domingo e l’Italia per cercare una cura.
Dopo essere stato visitato da molti medici, nel 2009 Roberto ha incontrato un angiologo cubano che gli ha suggerito un intervento per togliere le varici alla gamba destra, causa dell’ostruzione della circolazione e quindi della formazione delle ulcere. L’operazione ha sollevato Roberto dal problema delle ulcere per quasi due anni ma purtroppo, non avendo praticato la prevenzione ed essendo obbligato a letto con la gamba sollevata, dopo poco tempo gli è venuta una trombosi venosa profonda alla gamba sana, quella di sinistra.
In questa gamba Roberto aveva anche un taglio, attraverso il quale durante l’intervento ha contratto un’infezione da Pseudomonas aeruginosa, rischio frequente per i pazienti operati negli ospedali dominicani. Guarito dall’infezione, la ferita si è però trasformata in un’ulcera e così per lui è iniziato un secondo calvario.
Da quel momento Roberto convive con ulcere a entrambe le gambe, che si ripresentano frequentemente e non gli danno pace. Oggi vive ancora a Santo Domingo e viene seguito da un medico cubano che lavora con due infermieri. La situazione non è semplice: il medico e gli infermieri che curano Roberto lavorano su un furgone tutto sgangherato e la povera gente che soffre resta in fila anche ore per essere medicata. Ciascuno si deve portare da sé l’acqua, le creme, le iniezioni, però questa è l’unica possibilità di curarsi per le persone con pochi soldi.
Roberto si sente già molto fortunato: “Questo dottore l’ho conosciuto perché è amico della mia vicina di casa che è una rappresentante di farmaci. Sono un po’ raccomandato, forse perché sono italiano. Il dottore ha una forte umanità ed è sempre ottimista, non tutti i medici sono così e in questi anni ho avuto anche esperienze molto brutte”.
Oggi Roberto va a curarsi all’ambulatorio un giorno si e uno no e viene curato con l’aminofilina: gli hanno detto che le garze vanno bene e il tessuto sta crescendo ma per ora non si sono ancora chiuse neanche le ulcere più piccole. Per il momento il dolore è sopportabile, a volte sente delle fitte più intense ma passano abbastanza velocemente.
Roberto però è stanco di soffrire e vorrebbe finalmente stare bene per i suoi gioielli, come li chiama lui, il suo bambino e la sua compagna: “Non c’è dolore che non sopporterei per il sorriso o le braccia aperte di mio figlio che mi dicono ‘prendimi in braccio papà’ “.
Il dottor Longobardi ha risposto a Roberto su come procedere nel trattamento delle sue ulcere, principalmente dovute a insufficienza venosa.
Viste le problematiche e i traumi subiti, il consiglio del dottor Longobardi è quello di fare una radiografia alla gamba destra per escludere che l’infezione abbia intaccato l’osso. In fotografia le ulcere, al momento, appaiono pulite. È necessario il bendaggio con garze medicate all’ossido di zinco + cumarina (o, in subordine, ittiolo) e una terapia compressiva con bende applicate in maniera corretta, in modo che quando cammini ci sia una compressione sui muscoli con una pressione di 40-50 millimetri di mercurio.
Il dolore, specialmente se a fitte (come se venisse punto da degli spilli), dipende dall’infezione che pare sia profonda, sotto la fascia che riveste il muscolo. Qualora fosse continuativo, potrebbero risentirne i nervi, con lo sviluppo di neuropatia. In tal caso sarebbe necessaria anche una visita fisiatrica per controllare la schiena, in quanto a volte è infiammata una radice dei nervi che partono dalla parte bassa della schiena (zona lombare) e il dolore si manifesta nel terzo inferiore della gamba o nel piede. L’infezione, invece, viene controllata con gli antibiotici, e al Centro Iperbarico di Ravenna viene associato, in combinazione con il paracetamolo (Tachipirina 1000 mg, anche tre volte al giorno) l’utilizzo di:
• amoxicillina + clavulanato (Augmentin 1 compressa per tre volte al giorno per dieci giorni)
• ciprofloxacina o levofloxacina (una compressa al giorno per dieci giorni, evitare la prolungata esposizione al sole).
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