Ferita cronica con esposizione ossea: si tratta di osteomielite?
Ivano ci contatta perché la ferita derivante da una frattura scomposta con fuoriuscita dell’osso non guarisce. Una valutazione medica sembra mostrare un caso di osteomielite, ancora da appurare con visita specialistica già eseguita ma in attesa di valutazione.
Nel messaggio scritto, Ivano chiede consigli al Centro Iperbarico:
Buonasera Dr. Longobardi, le scrivo questo messaggio per valutare l’opportunità di farmi seguire dal Vostro centro per curare una ferita cronica.
Il 9 giugno 2011, in seguito a un infortunio, mi procuro una frattura scomposta ampiamente esposta con perdita di sostanza al 3° distale della tibia destra. Con un intervento d’urgenza vengo stabilizzato con fissatore esterno e dopo circa quaranta giorni un secondo intervento di osteosintesi con placca e viti.
Il chirurgo ortopedico, dopo il secondo intervento, nota subito che circa 2 centimetri di pelle potrebbero dare dei problemi e infatti un tratto di ferita all’altezza del malleolo non si chiude, mostrando una porzione di placca.
Non appena l’osso lo permette mi asportano la placca per facilitare la chiusura della ferita che però non guarisce e mostra l’osso. Vengo indirizzato al reparto di chirurgia plastica all’inizio di febbraio 2012.
Nonostante varie medicazioni tra cui gel piastrinico e lipofilling la ferita non guarisce, per cui si pensa di chiudere usando un lembo. Poiché il chirurgo plastico che mi seguiva avrebbe preferito non fare l’intervento vengo indirizzato da un secondo che mi segue per circa un mese poi mi suggerisce un collega a causa di suoi problemi logistici.
Questo chirurgo plastico, il terzo, mi diagnostica un osteomielite alla prima visita dopo aver ascoltato il racconto del mio percorso di cure ma senza aver visto la ferita o qualsiasi esame clinico.
Torno dall’ortopedico che mi aveva seguito e lui mi fa fare vari esami per verificare questa diagnosi. Sia gli esami del sangue che la scintigrafia non mostrano segni di infezioni in atto e la RM non esclude con certezza la presenza di modica componente flogistica/infettiva e suggerisce valutazione scintigrafica.
Con questi risultati mi reco dal quarto chirurgo plastico a dicembre 2012. Ora sono in attesa di una seconda visita per decidere come procedere, l’idea è quella di usare un lembo muscolocutaneo.
Poiché sembra un intervento complesso e rischioso e dato che ho aspettato tanto, mi chiedevo se poteva avere un senso fare una visita o mandarVi della documentazione per valutare se presso il Vostro centro vi siano possibilità di portare alla guarigione la ferita senza dover ricorrere a questo tipo di intervento. La ferita è subito sopra il malleolo mediale e misura circa 1,5×2,5 cm con esposizione ossea e non mi crea dolore.
Grazie e cordiali saluti
Ivano Pignone
Risponde, nei commenti, la dottoressa Nedjoua Belkacem. Poi, approfondisci le patologie trattabili con l’Ossigenoterapia Iperbarica cliccando qui:
Nedjoua Belkacem
Gentile Ivano,
grazie per l’attenzione e l’interesse che ci dimostra. Rispondo alla sua richiesta sperando di esserle di aiuto.
La guarigione delle ferite è determinata dalla capacità dell’organismo di riparare un tessuto leso:
quando un tessuto riceve un insulto che ne lede l’integrità, se il paziente non è affetto da una malattia ingravescente o non presenta qualche fattore che compromette la riparazione tessutale, l’istinto dei tessuti e dell’organismo è comunque quello di evolvere verso il processo riparativo.
Numerosi fattori generali e locali influenzano la guarigione delle ferite come lo stato nutrizionale, lo stato immunitario (che determina le nostre difese contro le aggressioni esterne) debole, le complicanze post-operatorie (tromboflebiti) o la presenza di disturbi del metabolismo (per es. il diabete mellito che è noto per provocare un ritardo nella guarigione); l’alterazione della circolazione all’interno delle arterie dovuta ad aterosclerosi o all’interno delle vene generando una stasi venosa (insufficienza venosa); la situazione psico-sociale del paziente. Ma la causa più importante di ritardo è sicuramente l’infezione della ferita o un infezione dell’osso sottostante chiamata osteomielite.
In questo caso, mi sembra di capire che quest’ultimo fattore di compromissione della guarigione della ferita è stato ricercato (osteomielite cronica) tramite esami del sangue (risultati non specificati) e risonanza magnetica che non esclude con certezza la presenza di modica componente flogistica/infettiva al livello osseo e suggerisce, giustamente, di completare l’indagine con una scintigrafia con leucociti marcati che è l’esame di maggiore sensibilità.
Ci sono elementi importanti che fanno supporre l’esistenza di tale complicanza nel suo caso e sono: il trauma subito, la pregressa frattura scomposta ed esposta e l’attuale esposizione ossea.
Di conseguenza le consigliamo di aspettare i risultati di questo esame (scintigrafia con leucociti marcati) prima di sottoporsi ad un intervento di chirurgia plastica che andrebbe a ricoprire una ferita con un infezione sottostante esponendola a un elevato rischio di recidiva.
Qualora venisse confermata questa ipotesi, si darà la priorità al trattamento dell’osteomielite cronica. Pertanto, sarà necessario eseguire una visita ortopedica che valuterà l’opportunità di un trattamento chirurgico per rimuovere l’infezione.
L’ossigenoterapia iperbarica che noi proporremmo a questo punto come terapia adiuvante in fase pre e post-operatoria in associazione con gli antibiotici specifici, andrebbe a creare le migliori condizioni cliniche ossigenative per la funzionalità degli antibiotici e l’efficacia dell’atto chirurgico.
Invece, se la diagnosi di osteomielite viene esclusa dall’esame scintigrafico, potremmo intervenire con medicazioni avanzate ed eventuale terapia iperbarica per aiutare ed accelerare la guarigione della ferita. A questo punto, sarà necessario effettuare una accurata visita della paziente e una precisa valutazione clinica della ferita.
Consigliamo di eseguire un esame ecodoppler artero-venoso degli arti inferiori per escludere un difetto circolatorio che comprometterebbe il processo di guarigione.
Aspettiamo di ricevere notizie dopo esecuzione dell’esame scintigrafico con leucociti marcati e rimaniamo a disposizione per ogni dubbio o perplessità (tel. 0544-500152, email: scrivici@iperbaricoravenna.it)
Cordiali saluti
Dott.ssa Nedjoua Belkacem
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