Ulcera vascolare che non guarisce: può servire la terapia iperbarica?
Sergio ci ha contattato perché la madre è sofferente per una dolorosa ulcera a un piede che non riesce a guarire. Per questo, ci chiede se la terapia iperbarica possa migliorare la situazione.
Ecco il messaggio:
Egregio Dott. Longobardi, le scrivo da Torino. Non so più come fare per far guarire l’ulcera di mia mamma, comparsa circa 4 mesi fa in prossimità di alluce valgo (premetto che mia mamma non è diabetica) dopo lungo allettamento di circa 3 mesi. Ha una serissima vasculopatia agli arti inferiori, alle Molinette di Torino stanno tentando di praticare flebo di iloprost (vasodilatatore potente) ma sino a oggi senza successo. Ha un dolore fortissimo al piede ove c’è l’ulcera. Secondo Lei potrebbe servire la terapia iperbarica? GRAZIEEEEEEEEEEEEEEEEE!
Risponde, nei commenti, la nostra coordinatrice infermieristica Klarida. Poi, approfondisci sui percorsi di cura dedicati alle ferite difficili cliccando qui:
Klarida Hoxha
Caro Sergio,
Grazie per averci scritto e mi dispiace per la situazione in cui vi trovate.
Da quello che ci scrive capiamo che il problema è circolatorio ma non specifica di che tipo di vasculopatia si tratta: Buerger, Raynaud o AOCP?
Se parliamo in termini medici, il nostro corpo è diviso per angiosomi (angio sta per vaso sanguigno e soma sta per corpo): ogni parte del nostro corpo è irrorata da un’ arteria principale che poi si dirama in tante piccole arteriole che formano il microcircolo.
L’ulcera della sua mamma è in prossimità dell’alluce e l’arteria che soffre è l’arteria plantare mediale (un ramo dell’arteria tibiale posteriore). È importante che lei sia seguita da un chirurgo vascolare, che sia stata valutata e/o eseguita una rivascolarizzazione.
Al Centro iperbarico di Ravenna abbiamo dei percorsi terapeutici e uno di questi prevede anche le malattie vascolari. Noi infermieri facciamo una serie di esami che permettono al medico di trovare o meno le indicazioni alla terapia iperbarica: si parte per gradini e a ogni valore che si ottiene segue un azione precisa.
Il nostro percorso per le malattie vascolari prevede la misurarazione dell’ABI (Ankle Brachial Index) che si ottiene misurando prima la pressione sistolica al braccio, poi alla caviglia e facendo la differenza tra i due valori ottenuti. Un valore che è minore di 0,5 indica un serio danno al sistema circolatorio arterioso.
Dopo questo si esegue un esame strumentale che misura quanto ossigeno arriva nel piede ed è chiamato ossimetria transcutanea (tcpO2). Un elettrodo viene applicato sul dorso del piede dove vi è la diramazione delle arterie che nutrono di sangue l’estremità dell’arto. Questo esame permette di capire quanto il paziente risponderà alla terapia iperbarica e quindi valutare se è consigliabile farla oppure no.
Inoltre il percorso prevede anche una valutazione con Laser Doppler Flussimetro il quale indaga il microcircolo e la produzione di monossido di azoto (NO), anche questo indicatore di successo per la terapia iperbarica.
Per quanto riguarda il dolore, mandiamo i nostri pazienti al centro antalgico dove gli viene data la terapia necessaria al proprio bisogno. Vi è una scaletta di farmaci da poter utilizzare e infine, se questi non portano a risoluzione, si può optare anche per l’ utilizzo di un neurostimolatore midollare, indicato in casi di dolore da ischemia critica.
Per qualsiasi cosa rimaniamo a disposizione. Se è interessato chiedere maggiori informazioni o prenotare una visita può chiamare la segreteria del Centro iperbarico 0544/500152 o mandare una mail a scrivici@iperbaricoravenna.it.
Un caro saluto,
Klarida Hoxha
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