La terapia iperbarica può essere d’aiuto per un’osteomielite tibiale?
Marina ci scrive perché al figlio, in seguito a una frattura esposta di tibia e perone, è stata riscontrata un’osteomielite e un’infezione da stafilococco aureo. Ha iniziato una cura a base di antibiotici e chiede se terapia iperbarica e magnetoterapia possano essere d’aiuto.
Questo è il messaggio che abbiamo ricevuto:
Ho un ragazzo di 17 anni che il 17/12/2011 ha avuto un incidente in moto con frattura esposta di tibia e perone. È stato operato e gli è stato messo un chiodo endomiddolare, è rimasto in coma farmacologico per tre giorni e si è risvegliato con sindrome compartimentale. Gli è stata fatta una fasciotomia, ha tenuto la VAC, ma successivamente si è presentata un’infezione. Gli è stato tolto il chiodo, gli hanno messo perle biodate con fissatore esterno e ha fatto un ciclo di antibiotici. A ottobre 2012 gli hanno tolto il fissatore e dopo 20 giorni è stata riscontrata una osteomielite. A questo punto gli hanno tolto 9 cm di osso infetto, messo un ascensore e somministrato una cura di antibiotici mirati per ben 35 giorni.
Il 5 aprile ha fatto un debridement e cruentazione del focolaio di pseudoartrosi in esiti di frattura esposta gamba destra. Ha eseguito tamponi intraoperatori per esame colturale che hanno evidenziato (1 su 4 tamponi) rare colonie di staphylococcus aureus. Ha iniziato così un’altra terapia antibiotica con bactrim 160mg+800mg e rifadin 600 mg 1 compressa e mezzo che deve proseguire fino al prossimo controllo.
Il dottore che l’ha operato parlava di metallosi, mentre il prof. lo escludeva perché le fiches non si fregano. Siamo in attesa dell’esame istologico e volevo avere da voi un parere per sapere se la camera iperbarica e la magnetoterapia possano essere di giovamento. Qui a Firenze purtroppo ci credono poco.
Vi ringrazio,
saluti,
Mariani Marina
Leggi qui sotto la risposta della dottoressa Belkacem e poi approfondisci le patologie trattabili con l’Ossigenoterapia Iperbarica cliccando qui:
Nedjoua Belkacem
Cara Marina,
la ringrazio per il suo interesse al nostro blog e spero di soddisfare al meglio le sue richieste. Ho letto con attenzione il caso di suo figlio, 17 anni, e mi dispiace che in cosi giovane età debba già affrontare problemi di salute che disturbano la sua serenità.
A suo figlio è stata diagnosticata un infezione sostenuta da un batterio (in questo caso Staphylococcus aureus) nel segmento osseo che ha subito una frattura esposta, cioè associata ad una ferita della pelle che ha esposto l’osso all’ambiente esterno. Questa infezione viene chiamata osteomielite.
La sostituzione del chiodo endomidollare eseguita inizialmente fa pensare ad un osteomielite che ha preso origine nella parte interna dell’osso (midollo) e che quindi si classifica nel 1° stadio di Mader.
In quella circostanza, partendo dall’incidente e arrivando alla sindrome compartimentale, si è creata una situazione di sofferenza del tessuto osseo leso (ischemia) che ad oggi non è ancora sufficientemente ossigenato a causa di:
– infiammazione che richiede un maggiore consumo di ossigeno
– danno del sistema circolatorio (i piccoli vasi sanguinei) di quel distretto. Un danno generato dal trauma e aggravato dall’edema (componente determinante della sindrome compartimentale)
– consumo dell’ossigeno da parte dei batteri
Questo stato di ischemia ha predisposto alla formazione dell’infezione e ha contribuito al suo mantenimento resistendo agli interventi chirurgici di pulizia e bonifica dei tessuti infetti (tolti 9 cm di osso infetto) e ai vari antibiotici.
La maggior parte degli insuccessi terapeutici è dovuta alla presenza di fattori di compromissione, ed è proprio lì che va ad agire l’ossigeno iperbarico. L’ossigeno iperbarico stimola la riformazione del piccolo circolo, corregge aree ischemiche scarsamente ossigenate che facilitano la cronicizzazione dell’infezione, e migliora l’attività delle cellule impegnate nella eliminazione dell’infezione.
L’ossigenoterapia iperbarica è quindi in grado di ricondurre l’area a condizioni di normale ossigenazione e può aiutare sia a ridurre la carica batterica (creando le migliori condizioni cliniche ossigenative per la funzionalità degli antibiotici) che a dare la spinta per la riparazione e rigenerazione del tessuto osseo.
Il programma terapeutico che adottiamo al Centro Iperbarico di Ravenna mira a completare la pulizia chirurgica eseguita il 5 aprile e a potenziare la terapia antibiotica in corso.
Il pacchetto prevede un ciclo di 20-30 sedute di camera iperbarica da fare in circa un mese o un mese e mezzo. Successivamente si fa una valutazione radiologica e se necessaria una seconda pulizia chirurgica, poi eventualmente si prosegue con ulteriori 20 sedute di ossigenoterapia iperbarica, antibiotici e medicazioni avanzate (se presente una fistola che fa comunicare il focolaio dell’infezione ossea alla pelle adiacente). In questi casi valutiamo anche l’opportunità di ricorre all’immunoterapia, uno strumento aggiuntivo che consiste in una stimolazione del sistema di difesa antibatterica (il concetto ricorda quello di vaccinazione) e può aiutare a potenziare la terapia.
Per questa specifica patologia il nostro protocollo terapeutico non prevede invece l’utilizzo della magnetoterapia.
Spero di averle risposto in maniera chiara ed esauriente e di aver soddisfatto i suoi dubbi e le sue curiosità. Per qualsiasi chiarimento rimango a disposizione e, se è interessata, possiamo percorre insieme questa strada.
Le lascio il numero della nostra segreteria se vuole fissare un appuntamento per una prima visita: 0544 500152.
Un caro saluto,
Dott. Nedjoua Belkacem
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