Ferita recidiva derivante da frattura esposta. Qual è la cura giusta?
Giuseppe ci scrive perché, in seguito alla rimozione di una pellicina si è riaperta, dopo 11 anni, una ferita alla caviglia legata a un trauma con frattura esposta subito nel 1985. Preoccupato, ci scrive per chiedere quale sia la cura migliore.
Questo è il messaggio che ci ha scritto:
Buongiorno carissimo dott. Longobardi, volevo chiedervi un consiglio sul trattamento di una ferita alla caviglia sinistra dovuta a un trauma con frattura esposta subito nel lontano 1985, in cui ho perso l’articolazione del 50%. Preciso che faccio già uso di gambaletto compressivo.
Ho rimosso una pellicina un po’ callosa e si è creata una ferita circa 1 – 2 cm (potrei allegarle una foto). Sono stato in ospedale e il dottore di chirurgia vascolare mi ha prescritto una calza compressiva più forte perché sono in sovrappeso (peso 120 kg x 1.72 cm di altezza), medicazione con betadine e un tampone per constatare se la ferita è infetta, ma il risultato è stato negativo .
La ferita è recidiva dopo 11 anni e sempre per aver rimosso una pellicina. All’epoca, dopo una serie di tentativi fatti da un chirurgo vascolare con scarnificazione, poi Iruxol per circa 15gg, concludemmo che necessitava di intervento cutaneo. Per caso, rimandando l’intervento da fine maggio a settembre, la ferita si chiuse da sola con pulizia periodica facendo uso, al cambio della medicazione, solo di acqua ossigenata.
Oggi, leggendo un po’ sul suo blog, ho iniziato a metterci Bionect start ma non so se sia la cura giusta. Qual è il vostro parere?
Grazie del vostro servizio attendo risposta per allegarvi foto.
Qui sotto, la risposta della nostra coordinatrice infermieristica Klarida. Per saperne di più sul trattamento delle ulcere e delle lesioni clicca qui:
Klarida Hoxha
Caro Giuseppe,
la ringrazio per averci contattato e grazie anche dell’ interesse che mostra nel seguire i nostri post, è davvero un piacere. Ho visto la sua ferita nelle foto che gentilmente mi ha mandato dopo averla contattata, ma le maggiori informazione le ho ricevute leggendo la descrizione dettagliata del suo caso.
La medicazione che lei sta usando va bene. E’ importante capire però quale sia la causa per cui questa ferita si riapre e monitorarla nel tempo. Potrebbe essere un problema di ristagno venoso. La perdita del 50% della mobilità dell’ articolazione non facilita la circolazione. Ho provato a contattare anche la nostra fisioterapista Paola, la quale riferisce che è passato troppo tempo per poter sperare in un recupero tramite riabilitazione. Un’attenta valutazione da parte del fisiatra sarebbe opportuna. Da noi c’ è il dottor Fontana che ci aiuta in questi casi. Il gambaletto che lei porta è un ottimo rimedio per compensare la scarsa mobilità, che non aiuta il sangue a circolare in modo corretto, ma la compressione esercitata potrebbe non essere sufficiente. A questo punto potrebbe essere necessario un bendaggio. Al centro iperbarico usiamo una benda medicata alla cumarina con proprietà antiedemigena (sgonfia la gamba) direttamente sulla cute e la confezione di un bendaggio elastocompressivo multistrati che già dopo pochi giorni produce effetti positivi sia sulla circolazione sia sullo stato della ferita.
Lei mi chiedeva se con il caldo era necessario portarlo costantemente, e la risposta è assolutamente si. Anzi, è proprio con il caldo che il gambaletto o il bendaggio serve di più, perché le gambe tendono a gonfiarsi e il ristagno venoso non aiuta l’ ossigenazione della ferita. Bisogna dare attenzione anche alla dieta per riuscire a trovare un equilibrio tra peso e benessere e al nostro centro vi è anche il nutrizionista che si occupa di questo.
Attenzione però, perché uno dei rischi che una frattura esposta può dare è la comparsa di osteomielite: l’ infezione dell’ osso. Potrebbe essere stata silente negli anni e per un qualsiasi motivo il suo sistema immunitario si è indebolito e il germe che risiedeva nell’ osso ha ripreso forza. Per confermare questo ovviamente ci vogliono una serie di accertamenti che il medico decide di richiedere, come ad esempio, quando vi è il dubbio, la scintigrafia con i leucociti marcati ed esami del sangue specifici.
E’ necessario trovare il percorso giusto per lei per evitare che in futuro vi siano altre complicanze. Perciò la invito, se vuole, a contattare il centro per una prima visita all’ indirizzo mail che già ha: scrivici@iperbaricoravenna.it.
Rimango a disposizione per qualsiasi chiarimento,
un caro saluto,
Klarida Hoxha
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