È possibile alleviare il dolore da ulcere venose?
Alba ci scrive perché la madre 94enne da circa cinque anni soffre di ulcere venose alle gambe che la fanno soffrire e le impediscono di vivere serenamente gli ultimi anni di vita.
Nel tentativo di trovare una soluzione per risolvere il problema, ci ha scritto così:
Gentilissimo Dott. Longobardi,
le scrivo per chiederle cortesemente un consiglio su come aiutare mia mamma, che dopo aver compiuto 94 anni si trova ad affrontare un problema che le impedisce di vivere serenamente i suoi ultimi anni di vita.
Sono ormai più di cinque anni che su entrambi gli arti si formano delle ulcere venose che, nonostante la terapia seguita e le medicazioni effettuate, non guariscono in nessun modo. A volte sembra migliorino per poi tornare alla situazione iniziale.
Capisco che purtroppo l’età faccia la sua parte ma le chiedo cortesemente se, vista la Vs. esperienza, non sia possibile utilizzare qualche sistema per limitare almeno un pochino i danni causati da questa patologia.
Veder star male così una persona alla quale si tiene e, fondamentalmente, nonostante tutti gli sforzi, non riuscire a dargli una piccola speranza di miglioramento è veramente frustrante. Soprattutto perché, da quando si sono manifestate, le ulcere le fanno perdere la voglia di vivere e dopo tutto quello che ha già dovuto passare sarei veramente felice di poterle “regalare” un ultimo periodo sereno.
Nel ringraziarla per il tempo dedicatomi, le auguro una buona giornata.
Leggi qui sotto, nei commenti, la risposta del nostro staff medico infermieristico e poi approfondisci i nostri percorsi di cura dedicati alle ferite difficili cliccando qui:
Elena Bezzi
Cara Alba
grazie per l’attenzione e spero vivamente di esserle, in qualche modo, utile nell’affrontare la situazione che sta vivendo.
Dalla sua richiesta di aiuto l’unico dato certo che appare riguarda la malattia della mamma, ovvero “ulcere venose”.
Avrà già avuto occasione di documentarsi su questa patologia: il web è un ottimo luogo per ottenere molte informazioni attraverso strumenti come il nostro blog.
L’ ulcera venosa viene definita come una lesione aperta della cute, tra ginocchio e caviglia, che non cicatrizza nell’arco di quattro/sei settimane e si presenta in concomitanza di una patologia venosa.
Dopo che è trascorso questo periodo è opportuno sottoporre tutti i pazienti ad un accurato esame obbiettivo per escludere una patologia arteriosa e a una rivalutazione del chirurgo vascolare per verificare la situazione del circolo venoso profondo e superficiale (ed escludere l’eventuale possibilità di intervento chirurgico). Inoltre è importante valutare attentamente eventuali patologie concomitanti come diabete, ipertiroidismo, obesità, artrite reumatoide, patologie cardiache e altre.
Dopo aver fatto queste verifiche, se tutto conferma la diagnosi di ulcera venosa, il protocollo di cura che seguiamo al Centro Iperbarico prevede:
– terapia compressiva correttamente eseguita. Esistono diversi tipi di bendaggio, deve essere deciso quello più efficace per la mamma. In genere funziona il bendaggio anelastico che esercita la giusta pressione quando si cammina (fino a 80 millimetri di mercurio) e da poco fastidio quando si è a riposo (pressione di 40 millimetri di mercurio). In pratica il bendaggio ha la funzione di pompare il sangue venoso dal piede verso l’alto quando la mamma cammina in modo da scaricare, lontano dalla piaga, il ristagno di sangue venoso povero di ossigeno.
– medicazioni. Quella più opportuna da utilizzare è scelta in base alla fase in cui si trova la lesione.
– terapia del dolore. Per riportare il paziente ad una vita normale.
– ossigenoterapia iperbarica. E’ una terapia sistemica (cioè che agisce su tutto il corpo) che prevede la respirazione di ossigeno in una stanza pressurizzata. Favorisce, nel corpo, la sintesi del monossido di azoto che è un potente acceleratore della riparazione tessutale. Se associata ad altre terapie, sono sufficienti poche sedute di camera iperbarica (15-20 che possono essere eseguite due volte al giorno, in modo da completare il ciclo terapeutico in due settimane).
Presso il Centro iperbarico Ravenna, con questo percorso, curiamo rapidamente (90% di successo entro massimo tre mesi dalla presa in carico) le ulcere flebostatiche.
Recentemente abbiamo accelerato ulteriormente i tempi di guarigione, associando:
• un innesto di piccolissime isole di pelle prelevate dalla coscia e seminate nella piaga (tecnica di Wagenstein);
• terapia a pressione negativa (dispositivo che aspira i liquidi dalla ferita 24 ore/24);
• terapia compressiva
• ossigenoterapia iperbarica.
Questo percorso dura due settimane.
Se vuole prenotare una visita da noi per valutare insieme il percorso di cura più indicato per la sua mamma può contattare la Segreteria del Centro al numero 0544-500152 o all’indirizzo email scrivici@iperbaricoravenna.it.
Tenga presente che il costo della maggior parte delle prestazioni è a carico del Servizio Sanitario Nazionale.
Sperando di esserle stata utile,
le mando un caro saluto,
Elena Bezzi
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