La medicina iperbarica nel mondo: intervista al dottor Folke Lind
Qual è oggi la situazione della medicina iperbarica a livello mondiale? Come viene gestito il paziente critico in terapia con ossigeno iperbarico negli altri Paesi europei? In occasione del convegno “Il paziente critico in terapia con ossigeno iperbarico (OTI)” abbiamo intervistato il dott. Folke Lind, direttore dell’unità di medicina iperbarica all’ospedale di Stoccolma ed esperto in ossigenoterapia e infezioni.
Buongiorno dottore, secondo lei qual è oggi a livello mondiale la situazione della medicina iperbarica?
Gli studi clinici che dimostrano l’efficacia della terapia iperbarica stanno aumentando di anno in anno, soprattutto nell’ambito dei traumi e delle fratture. Anche se oggi molti medici ancora non riconoscono tutte le potenzialità dell’ossigenoterapia, è un settore destinato a crescere. È come quando tutti negavano che la terra fosse tonda: tra 10-12 anni anche la terapia iperbarica sarà universalmente riconosciuta.
Il suo team sta dando un importante contributo alla ricerca a proposito dell’efficacia dell’OTI nella prevenzione delle infezioni..
Esatto, abbiamo appena finito uno studio molto importante sull’utilizzo dell’ossigenoterapia per evitare infezioni in seguito a fratture subite in incidenti di moto e auto. In queste situazioni infatti vi sono alte probabilità di infezioni, osteomieliti o addirittura ci può essere il rischio di amputazione.
Lo studio è stato realizzato insieme all’università di Melbourne (Australia) e ha coinvolto 102 pazienti: alcuni subito dopo l’incidente sono stati sottoposti a un ciclo di 12 sedute di ossigenoterapia fatte in 9 giorni, mentre l’altra parte del campione no. I risultati saranno pronti la prossima settimana ma abbiamo già avuto modo di osservare che la direzione in cui stiamo andando è quella giusta, probabilmente sarà un altro grande studio da pubblicare.
Qual è l’approccio verso il trattamento del paziente critico con OTI in Svezia e come vede il futuro in Italia?
In Svezia le camere iperbariche sono dentro gli ospedali e non in strutture esterne, quindi il problema del trasporto del paziente in condizioni critiche non si presenta: il trattamento avviene all’interno dei reparti di rianimazione e anestesia. Credo che in futuro anche in Italia si andrà in questa direzione così non sarà più necessario trasportare i pazienti dentro e fuori dalle strutture.
Molto interessante, vuole aggiungere qualcosa prima di salutarci?
Vorrei ringraziarvi per l’ospitalità e fare le congratulazioni a tutto il Centro Iperbarico di Ravenna per l’ottimo lavoro del team, la grande professionalità e i percorsi molto completi che segue nella cura delle ferite: siete uno dei migliori Centri al mondo. Complimenti anche a Pasquale Longobardi, un’ottima guida per questo Centro.
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