È possibile che per un’ulcera si debba amputare un arto?
Elisabetta ci scrive perché sulla gamba della signora Albana, dopo un taglio riportato, si è sviluppata un’ulcera traumatica difficile da curare che, a detta del dottore, se non curata adeguatamente potrebbe portare all’amputazione dell’arto.
Spaventata, ci chiede se quanto le è stato detto sia possibile. Ecco il messaggio:
Buongiorno Dottore,
all’inizio di luglio la signora Albana ha urtato un vaso in ceramica, procurandosi un taglio di lieve entità alla gamba sinistra che non è stato disinfettato.
Intorno alla fine dello stesso mese è stata portata al pronto soccorso perché lamentava forti dolori alla gamba e al piede: le hanno detto che poteva svilupparsi una flebite e le hanno dato eparina e antibiotici.
Il problema è che la signora è gastroresecata e non sopporta gli antibiotici.
All’inizio di settembre è stata portata da un flebologo che le ha detto di avere un’ulcera. La signora aveva due croste sulla gamba e quella più grande è stata asportata dal dottore, mentre per l’altra sta ancora facendo la cura con betabine, flubason e prisma 50 mg.
Da due giorni la gamba si è gonfiata e arrossata e la crosta comincia a presentare pus giallo. Per questo ieri sera abbiamo richiamato il dottore che ha consigliato di prendere l’antibiotico (ciproxin 500mg) e di farsi grattare la crosta (senza aver spiegato con cosa o come) perché altrimenti sarebbe stato inutile un secondo controllo. Il Dottore ha detto che se non facciamo tutto questo lui dovrà amputare la gamba alla signora.
Capisce che la mia preoccupazione è molto grande.
Secondo Lei è vero ciò che ha detto questo dottore?
E’ possibile che per un’ulcera si debba amputare un arto?
La ringrazio anticipatamente
cordiali saluti
Elisabetta
Leggi qui sotto, nei commenti, la risposta del nostro staff medico infermieristico e poi approfondisci i nostri percorsi di cura dedicati alle ferite difficili cliccando qui:
Elena Bezzi
Gentilissima Elisabetta, grazie per averci contattato e spero di esserle utile.
Purtroppo un piccolo inconveniente a volte può diventare un vero disagio difficile da risolvere.
Da quello che ho letto nella sua richiesta, il flebologo ha eseguito un eco doppler sia venoso che arterioso agli arti inferiori della signora Albana per poi optare per una terapia corretta (antibiotici e pulizia della ferita) ma forse non sufficiente per la guarigione dell’ulcera della signora.
Al Centro Iperbarico quando un paziente arriva per la prima volta eseguiamo un’accurata visita, sia medica che infermieristica, che ci permetta di avere un quadro completo della situazione e quindi di arrivare nel più breve tempo possibile alla risoluzione del problema.
Se dopo questa valutazione si conferma una diagnosi di ulcera traumatica con segni di insufficienza venosa (come nel caso della signora Albana), il nostro protocollo prevede:
– Terapia compressiva correttamente eseguita: esistono diversi tipi di bendaggio e deve essere deciso quello più efficace. In genere funziona il bendaggio anelastico che deve esercitare la giusta pressione quando si cammina (fino a 80 millimetri di mercurio) e da poco fastidio quando si è a riposo (pressione di 40 millimetri di mercurio). In pratica questo bendaggio deve pompare il sangue venoso dal piede verso l’alto quando cammina in modo da scaricare, lontano dalla piaga, il ristagno di sangue venoso povero di ossigeno.
– la medicazione più opportuna da utilizzare è scelta in base allo stato in cui si trova la lesione.
– terapia del dolore: per riportare il paziente ad una vita normale.
– l’ossigenoterapia iperbarica è una terapia sistemica (cioè che agisce su tutto il corpo) che prevede la respirazione di ossigeno in una stanza pressurizzata. Favorisce, nel corpo, la sintesi di un gas – il monossido di azoto (NO) – che è un potente acceleratore della riparazione tessutale. Se associata ad altre terapie sono sufficienti poche sedute (15-20 che possono essere eseguite due volte al giorno, in modo da completare il ciclo terapeutico in due settimane).
Presso il Centro iperbarico Ravenna (tel. 0544-500152), con questo percorso, curiamo rapidamente (90% di successo entro massimo tre mesi dalla presa in carico) le ulcere flebostatiche.
Recentemente abbiamo accelerato ulteriormente i tempi di guarigione, associando:
* innesto eterologo bioingegnerizzato;
* terapia a pressione negativa (dispositivo che aspira i liquidi dalla ferita 24 ore/24);
* terapia compressiva;
* ossigenoterapia iperbarica.
La durata di questo percorso varia dalle due alle quattro settimane.
Se vuole può prenotare una visita qui da noi chiamando la segreteria del Centro al numero 0544-500152 o all’indirizzo email scrivici@iperbaricoravenna.it. Tenga presente che il costo della maggior parte delle prestazioni è a carico del Servizio Sanitario Nazionale.
Sperando di esserle stata utile,
le mando un caro saluto,
Elena Bezzi
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