Necrosi alla testa del femore di III grado: Elio è guarito
Un giorno Elio ha iniziato a sentire un dolore pungente all’inguine della gamba sinistra, come se gli stessero piantando tanti piccoli aghi, e dopo soli 20 giorni non riusciva più ad appoggiare il piede per terra. È arrivato al Centro Iperbarico con una diagnosi di necrosi alla testa del femore sinistro di III grado in collasso, uno stadio avanzato che lo stava portando sulla strada della protesi. Oggi Elio sta bene e vuole dare qualche consiglio a chi si trova nella sua situazione.
Ciao Elio, come hai scoperto di avere una necrosi?
I medici a cui mi sono rivolto inizialmente per il forte dolore alla gamba sinistra mi hanno diagnosticato il nervo sciatico ed essendo intollerante agli antinfiammatori mi hanno curato con ozonoterapia. Dopo 8 mesi di terapia il dolore continuava e io non ce la facevo più, a questo punto il medico mi ha consigliato di fare un’ecografia, poi raggi all’anca, Tac, risonanza e scintigrafia. La diagnosi è stata di necrosi bilaterale alla testa del femore: a sinistra era già di III stadio in collasso mentre a destra c’era una necrosi iniziale causata dal sovraccarico subito mentre venivo curato per il nervo sciatico.
Cosa hai fatto dopo la diagnosi?
Ho fatto una visita ortopedica e su consiglio del medico di base ho preso contatti con il Centro Iperbarico.
Dato che la necrosi era molto avanzata ho iniziato subito con 40 sedute di camera iperbarica, per poi proseguire con cicli da 20. Dopo ogni ciclo ho fatto una risonanza per verificare i risultati e i miglioramenti sono sempre stati costanti.
Quando hai smesso di sentire dolore?
Ho smesso di sentire dolore a metà del terzo ciclo, prima i risultati non erano così evidenti ma sono sempre stato fiducioso e determinato ad andare avanti. Man mano che facevo sedute di terapia stavo sempre meglio e da metà del quinto ciclo mi sono sentito definitivamente bene. In questo percorso è stato molto importante anche il ruolo del Dott. Fontana (fisiatra che collabora con il Centro Iperbarico) che mi ha aiutato tantissimo a migliorare la postura, una concausa della formazione della necrosi.
Ora continuo a fare qualche camera iperbarica perché dalle lastre risulta ancora una piccola ombra alla testa del femore e anche se sto benissimo le faccio molto volentieri. Ogni volta spero che mi richiamino perché tutto il mio organismo trae beneficio dall’ossigenoterapia.
Come ti sei trovato al Centro Iperbarico?
Mi sono trovato benissimo davvero: le “bambine” della segreteria sono dei fenomeni e qui l’ambiente è fantastico. Mi hanno salvato e mi sono affezionato tantissimo, anche le infermiere sono eccezionali, tanto umane con i malati e questo è molto importante con chi non sta bene.
Che consiglio vuoi dare a chi si trova nella tua stessa situazione?
Il mio consiglio è di insistere e non stancarsi, anche se non si vedono subito i risultati o si ha paura della camera iperbarica bisogna farsi coraggio e continuare. Io avevo timore anche di entrare in ascensore ma già dalla seconda seduta di terapia ero tranquillo: dentro la camera si è in tanti, ci sono le infermiere che chiacchierano e ci fanno ridere e anche i tecnici iperbarici come Roberto ti aiutano tanto. Se non ci credete guardate me: sono o no un bell’esempio?!
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